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Dichiarazione su biopirateria, biodiversita' e diritti comunitari
by IMC Italia Saturday, Aug. 31, 2002 at 7:04 PM mail:

Questa dichiarazione è stata elaborata prima e durante il Secondo South-South Biopiracy Summit di Johannesburgh. E' da distribuire e firmare entro la fine dell'Earth Summit. Potrà così essere presentata come risultato del Summit.

Dichiarazione su biopirateria, biodiversita' e diritti comunitari di Johannesburgh.

Noi, rappresentanti delle comunità locali, della società civile e delle OGN di tutto il mondo, riuniti da tutto il mondo nell' Earth Summit in Johannesburg, in corso nell'agosto e nel settembre del 2002, abbiamo discusso le questioni concernenti la privatizzazione delle nostre risorse biologiche e la difesa dei diritti in sostegno alle tecnologie e alle capacità indigene, specialmente quelle riguardanti la biodiversità.

Consci che il contenuto e lo spirito di questa dichiarazione sono l'apice di una decade di resistenza alla privatizzazione del cibo, dell'acqua e della biodiversità;

Riconoscendo che gli esseri umani sono parte integrante della vita sul Pianeta e che il loro benessere deriva e dipende dalla salute del nostro ecosistema e delle sue specie;

Determinati a garantire che le azioni umane non distruggano questa rete di relazioni ecologiche comuni;

Coscienti e fieri del ruolo fondamentale giocato dalle comunità locali, dalle popolazioni indigene, dagli agricoltori e in particolare dalle donne, e dalla conoscenza nella conservazione e l'amministrazione della diversità biologica per assicurare cibo e salute nel passato, nel presente e nel futuro;

Consci dei legami inestricabili tra l'ingegneria genetica e la bioricerca;

Ricordando a tutti che l'attuale modello dominante di sviluppo è guidato dall'economia liberista e dal controllo delle corporazioni, che rafforzano le disuguaglianze sociali del mondo e insidiano la sovranità degli stati nel prendersi cura dei loro popoli;

Sapendo che le multinazionali sempre più potenti stanno distruggendo le comunità locali e le loro risorse naturali di base con la privatizzazione biologica, delle terra e delle risorse idriche, e che un potente strumento di questa distruzione è la pratica di brevettare gli organismi viventi;

Sapendo che le comunità non traggono benefici dalla bioricerca, che non ha rispettato la promessa di essere un mezzo per la difesa della biodiversità, la giustizia sociale, e l'alleggerimento della povertà, e che ha legittimato l'appropriazione ingiusta di risorse e conoscenze biologiche.

NOI DICHIARIAMO

Che comunità locali, le popolazioni indigene e gli agricoltori sono custodi della biodiversità, e che possiedono il diritto inialenabile e la responsabilità di continuare a gestire, salvare, scambiare e sviluppare la biodiversità sotto la loro custodia, all'infuori degli interessi commerciali.

Similmente, consideriamo la sovranità del cibo - il diritto delle persone a un'alimentazione sana e sufficiente e all'accesso delle risorse naturali - come un principio basilare, che non deve assoggettarsi ad altri interessi o considerazioni. Le persone hanno anche il diritto fondamentale di accedere e di acquistare medicine a risorse biologiche da cui derivino benefici per la loro salute.

Ci opponiamo alla spinta attuale verso la globalizzazione che è guidata principalmente dagli interessi commerciali e che insidia le nostre culture e le nostre capacità per sostenere e controllare le nostre vite.

Ci opponiamo alla biopirateria e al brevettare le nostre risorse e le nostre conoscenze perchè vanno contro i diritti umani e culturali e la nostra identità. Crediamo fermamente che la condivisione dei benefici sia possibile senza brevetti.

Noi crediamo che la difesa dei soggetti umani nella ricerca genetica sia un diritto umano inalienabile, che richiede apposite leggi politiche che si occupino di monitorare rigorosamente e assicurare la protezione degli individui e delle comunità dalle ricerche e dalle pratiche di sfruttamento.

Dichiariamo la nostra opposizione al brevetto sulla vita, dei raccolti e dei semi, perchè siamo interessati alla rimozione del controllo sulla produzione alimentare nelle comunità locali e nelle coltivazioni delle multinazionali.

Dichiriamo che l'ingegneria genetica che riguarda il cino e le produzioni agricole presenti seri e irreversibili rischi ambientali e per salute.

Crediamo che i diritti delle comunità sulla biodiversità e la conoscenza indigena siano collettivi per natura e, quindi, non possano essere venduti o individualizzati. I diritti sulle proprietà intellettuali applicati alla biodiversità e alla conoscenza tradizionale sono privati e monopolistici in natura e quindi incompatibili con i diritti delle comunità. L'IPR non può esistere all'interno di un sistema di conoscenza tradizionale e i tentativi di riunirli assieme sono disorientativi e al contempo inaccettabili.

In questo contesto, noi dichiariamo che l'iniziativa del World Intellectual Property Organisation (WIPO) per sviluppare sistemi di protezione per le conoscenze tradizionali sia altamente inappropriata. WIPO lavorerebbe per fermare la biopirateria che si presenta a causa dei brevetti sulla biodiversità, e non per definire i diritti delle comunità che dovrebbero essere redatti dalle comunità stesse.

NOI PROPONIAMO CHE:

La sicurezza sull'alimentazione, la salute e l'ambiente debbano avere la precedenza sugli interessi del commercio internazionale. Il WTO non è il luogo adatto a discutere queste questioni. E non può esserlo nessun altro se gli accordi commerciali regionali o bilaterali interessano la gestione della biodiversità locale.

I governi devono avere la responsabilità principale nello sviluppare e imlementare le politiche, le legislazioni e la ricerca e di reindirizzarle verso metodi per lo sviluppo, la promozione del controllo locale delle risorse, e la partecipazione attiva delle comunità locali, degli agricoltori e delle popolazioni indigenene nel prendere le decisioni.

Invitiamo la comunità internazionale ad iniziare un processo per trattare un accordo legale sotto il CBD per previnire la biopirateria, per assicurare la sovranità nazionale sulle risorse biologiche e genetiche, e per difendere i diritti degli indigeni e le comunità locali con le loro risorse e conoscenze.

L'accesso alle risorse biologiche e genetiche e alla conoscenza deve essere acconsentito soltanto con il consenso a priori delle popolazioni indigene e delle comunità locali, sulla base dei termini e delle condizioni da loro dettati. Questo è un pre-requisito per la condivisione dei benefici. I gruppi e gli individui che hanno subito un effetto potenziale sulla ricerca genetica hanno diritto a una rivelazione completa e trasparente dei benefici e dei rischi di tale ricerca, e di riutare o acconsentire a partecipare ad altri.

La biodiversità e i sistemi di agricoltura sostenibile che sono sotto il controllo delle comunità locali, devono essere adottati e promossi come metodi principale da usare per l'agricoltura e la produzione alimentare.

I nostri governi devono assicurare un ambiente libero dagli OGM nei nostri paesi e nei nostri spazi agricoli e devono appoggiare i nostri sforzi nell'aumentare la conoscenza tra gli agricoltori e i consumatori sui reali e potenziali impatti del GE sull'ambiente e sulla salute umana.

Dovrebbe esserci un divieto totale sul brevetto delle forme di vita e l'uso di ogni IPR nella biodiversità e nella conoscenza tradizionale. Noi vogliamo vedere il rafforzamento dei diritti civili e degli agricoltori negli accordi di rilevanza internazionale e nazionale per garantire alle comunità locali e agli agricoltori di poter continuare a salvare, scambiare, consolidare, usare e sviluppare ulteriormente le risorse biologiche.

I governi africani dovrebbero fare passi avanti nell'implementare l'African Model Law for Community Rights a livello nazionale.Chiediamo inoltre alla comunità globale di supportare l'implementazione di questa legge e di desistere da ogni attovità o politica che direttamente o indirittamente insidi la sua approvazione e la sua applicazione nei paesi africani.

Chiediamo ai membri del WTO di migliorare TRIP per riflettere che tutte le forme di vita e i processi relativi non possono essere brevettati in ogni stato membro. Chiediamo inoltre ai membri del WTO di concedere la massima flessibilità ai paesi per stabilire i sistemi generici di protezione per le varietà vegetali che difendano i diritti degli agricoltori e delle comunità indigene e delle risorse e conoscenze che gli appartengono".

CI IMPEGNIAMO

A rafforzare i nostri sforzi e le nostre campagne per fermare il brevetto sulla vita e per garantire il nostro diritto ad un ambiente libero dagli OGM.

A rafforzare e promuovere il ruolo delle comunità locali, popolazioni indigene, agricoltori e donne nella conservazione e l'uso della biodiversità, e nel proteggere il loro diritto a continuare a procedere in questo modo.

A proteggere e arricchire i sistemi di conoscenza locale sulla biodiversità e a promuovere colture variegate e integrate e sistemi di produzione alimentare basati sulla biodiversità nelle nostre comunità e organizzazioni.

Promettiamo di essere generosi col Pianeta, chiari come l'acqua, forti come il vento, e lontani e vicini come il sole. E ci impegniamo a scambiare i nostri semi di conoscenza e di saggezza di generazione in generazione.

Questa dichiarazione è la somma di due recenti dichiarazioni redatte dalla società civile:

The Valley of 1000 Hills Declaration, fatta a KwaZulu Natal,Sud Africa, nel marzo 2002 da 40 comunità e membri di ONG africane.

The Rio Branco Commitment, elaborata a Rio Branco, Brasile, nel maggio 2002, da 100 comunità e membri delle ONG di tutto il mondo.

Riflette inoltre i punti di vista espressi dalla maggioranza dei partecipanti al Second South-South Biopiracy Summit di Johannesburgh nell'agosto del 2002.

Inviare le firme a biowatch@mweb.co.za


Giovedì 30 agosto 2002


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http://212.100.231.2/media/article.php?id=17



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