trenitalia vs san precario
Trenitalia vs San Precario
Domenica Primo Maggio si svolge a Milano, come da cinque anni a questa parte, la principale tra le varie parades della Euro May Day. La ricorrenza è sacra a San Precario e fervidamente partecipata da migliaia e migliaia di contorsionisti del lavoro flessibile, parasubordinato, intermittente, a chiamata e in affitto, migranti precari nel lavoro, nell'esistenza e nei diritti, studenti messi in produzione e ricercatori supersfruttati, insomma precarie e precari che reclamano reddito e dunque soldi e diritti, casa, conoscenza, trasporti. Anche quest'anno si pone a San Precario il problema di moltiplicare i suoi miracoli e di produrne uno in particolare: come far giungere a Milano centinaia di devote e devoti romani e non solo cui Trenitalia non riconosce il diritto ad una contrattazione sociale sulle tariffe. Anche quest'anno Trenitalia, azienda monopolistica del trasporto ferroviario, privatizzata ma esclusiva, sta facendo arrabbiare il Santo. Anzi, il Santo è infuriato più che mai: perché i devoti precari, nelle loro preghiere, gli hanno confidato che Trenitalia li ha proprio presi in giro. Una processione ha infatti recato sabato scorso persino un grande euro con l'effige del Santo in dono ai grandi capi di Trenitalia, presso il loro salotto alla Stazione Termini, ormai pronta per la consacrazione a San Giovanni Paolo II: un santo, comunque, con tutto il rispetto, ancora a venire e molto più recente del nostro. Malgrado questo gesto di evidente cortesia, benevolenza e sensibilità al dialogo dei devoti, Trenitalia non ha saputo rispondere che con una provocazione dietro l'altra. Dapprima proponendo ai miseri precari, spogli di tutto e in particolare per la prossima festività nudi nella loro povertà, un prezzo di 30 euro per andata e ritorno: presntato peraltro come un prodigioso sconto, quando in realtà ammonta a quasi il doppio dell'offerta minima commerciale già presente nel tariffario dell'azienda e che una quindicina di fortunati che riescono a superare le file virtuali della prenotazione elettronica afferrano ogni giorno. Poi, Trenitalia ha proposto ai devoti di pagare... 30 euro. Stavolta però, speciali: perchè corrisponderebbero al prezzo unitario pagato da un numero preventivamente calolato in 400 di partecipanti alla May Day, che potrebbero così usufruire di un convoglio appunto speciale: anzi specialissimo, perché composto di 8 carrozze ma in grado di abbattere quel prezzo unitario formale se preso d'assalto da un altro centinaio di precari affamati di trasporti, cosa sulla quale l'azienda benignamente chiuderebbe un occhio. Come fa, insomma, ogni domenica con molti altri precari, in veste di ultras, cui tocca prendere d'assalto i treni speciali pagati dalle società sportive e che così viaggiano gratis agitando gli spettri e le paure di questa società civile. Cosa che, evidentemente, Trenitalia suggerisce di fare anche ai pacifici devoti di San Precario. Le precarie e i precari di Roma, che non danno a Trenitalia alcun tormento se non nel giorno della loro devozione e del loro grido di allarme sociale, May Day, sono però pazienti: e quindi torneranno oggi alla carica, senza più un euro con l'effige del Santo in dono perchè ancora purtroppo non battono moneta, ma con l'intenzione di far ragionare i grandi capi di Trenitalia, disabituati a quest'esercizio dalla loro posizione di monopolisti del mercato. Ma le devote e i devoti di tanto Santo sanno che il ciel li aiuta se s'aiutano: e dunque lanciano sin d'ora sabato 30 aprile come giornata di mobilitazione cittadina nei confronti di Trenitalia, con concentramento di tutte e tutti i senza contratto, senza casa, senza cittadinanza, senza libero accesso ai saperi e senza tariffe sociali per i trasporti, alla Stazione (ancora) Termini, dalle ore 19: perché si sia in molte e molti ad accogliere, propiziandolo, l'ennesimo miracolo di San Precario, che porterà i suoi protetti tra i loro fratelli e le loro sorelle a MIlano.
www.euromayday.org
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