sulla vicenda di Adriano Ascoli sono state avanzate due interrogazioni parlamentari: forse adesso anche una terza. Questa e' quella dell'on.Bulgarelli
Ormai e' un po' vecchia, ma considerando che la situazione non si e' ancora sbloccata ritengo utile riportarla qui come anticipato in un post del 30 agosto:
INTERROGAZIONE PARLAMENTARE
BULGARELLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: Adriano Ascoli è stato arrestato all'inizio di giugno 2005 come presunto fiancheggiatore delle «nuove» Brigate Rosse; attualmente è in carcerazione «preventiva» in attesa che le indagini preliminari si concludano; fin dal momento del suo arresto, Adriano Ascoli ha espresso pubblicamente e con chiarezza la sua posizione politica, lontanissima da quella delle Brigate Rosse, e ha effettuato uno sciopero della fame chiedendo di non essere trasferito in un carcere di massima sicurezza né allontanato dalla sua città e dalla sua famiglia; durante lo sciopero ha avuto molte manifestazioni di stima e sostegno e circa 700 persone hanno firmato appelli in suo favore; lo sciopero è terminato al decimo giorno, quando è arrivato il nullaosta dei PM e del GIP della Procura di Roma alla permanenza di Adriano Ascoli nel carcere Don Bosco di Pisa, dove è rimasto fino al 6 luglio; qui l'Ascoli era sottoposto al regime di isolamento, essendo classificato con indice EIV (Elevato Indice di Sorveglianza), ma, sebbene non potesse avere occasioni di incontro con altri detenuti o frequentare la biblioteca o essere coinvolto nelle attività degli educatori, aveva comunque il diritto di incontrare l'avvocato quando ne aveva necessità e poteva inviare telegrammi o fax; inoltre i rapporti col personale del carcere erano improntati a correttezza e rispetto verso il detenuto; l'indice di pericolosità è assegnato dal DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del Ministero), sulle base delle ipotesi di reato formulate nell'ordinanza di custodia cautelare; tuttavia c'è un largo margine di arbitrarietà o quantomeno di variabilità nel trattamento corrispondente allo stesso indice, che diventa evidente passando da un carcere all'altro; il 6 luglio Adriano Ascoli è stato trasferito al carcere Poggioreale di Napoli, la notte prima, cioè, che avesse luogo il ricorso al Tribunale del Riesame (che per altro ha avuto esito negativo); Poggioreale non è un carcere speciale e anche lì l'indice EIV comporta isolamento; a Poggioreale l'Ascoli è ristretto nel padiglione Venezia, dove il trattamento subito corrisponde ad un indice di pericolosità più alto del suo EIV; ciò comporta, ad esempio, stare isolati in cella tutto il giorno tranne un breve periodo di permanenza all'aria, trascorso in un angusto cortile - all'incirca 10x11 metri - coperto da una grata che impedisce di vedere il cielo e munito di alte mura; dopo qualche giorno di permanenza a Poggioreale, Adriano Ascoli ha iniziato lo «sciopero dell'aria»; secondo numerosissime testimonianze dirette, alcune delle quali raccolte dallo stesso interrogante in occasione di altre interrogazioni presentate, i diritti dei detenuti nel carcere di Poggioreale sono spesso non tutelati: particolarmente difficoltoso è il compito dell'avvocato difensore, che ha a disposizione soltanto 20 minuti per il colloquio con il suo assistito, e la corrispondenza (telegrammi e fax) tra avvocato e detenuto non gode di nessuna forma di riservatezza, quando non viene, di fatto impedita; un telegramma indirizzato dall'Ascoli al suo avvocato non è stato, ad esempio, spedito per «superamento della spesa ammessa», nonostante sul conto corrente del detenuto fossero stati depositati soldi (considerati però non «attivi», attribuiti, cioè, alla settimana successiva); secondo l'interrogante la sorveglianza, inoltre, e contemporaneamente vessatoria e irresponsabile per quanto, infatti risulta all'interrogante, lo spioncino viene chiuso ermeticamente dalle 11 di sera fino alla mattina, e se il detenuto ha un malore non c'è modo di poter chiamare i soccorsi; la notte, inoltre, il personale del carcere non effettua alcun controllo; una serie di regole sembrano studiate, secondo l'interrogante, per stremare le famiglie: per esempio si possono lasciare fino a 100 euro una volta la settimana, somma che ovviamente non basta per i bisogni di un mese, così che i familiari devono sobbarcarsi viaggi spesso lunghi e costosi anche in assenza di colloqui; si possono effettuare bonifici, ma diventano attivi solo dopo 20 giorni; questa situazione è particolarmente onerosa per i genitori di Adriano Ascoli, entrambi prossimi ai 70 anni; il padre, inoltre, è cardiopatico e portatore di tre by-pass; a essere pregiudicato è inoltre il rapporto dell'Ascoli con la figlia di soli 3 anni e mezzo, che a causa della lontananza non può incontrare con la frequenza che vorrebbe -: perché Adriano Ascoli, per il quale il Pubblico Ministero e il Gip avevano dato il nulla osta per la permanenza nel carcere di Pisa, sia stato improvvisamente trasferito per via amministrativa, nella notte del 6 giugno, nel carcere di Poggioreale, poche ore prima del pronunciamento del Tribunale del Riesame.
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