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Milano - «No alla riforma». Occupata la Statale dopo 15 anni
by dal corriere Saturday, Oct. 29, 2005 at 10:22 AM mail:

La protesta mentre l’università è deserta per il ponte di Ognissanti. «Così non intralciamo il lavoro dei ricercatori». Gli studenti: dormiremo nelle aule. Decleva: sono preoccupato, stiano lì purché non facciano danni.

L’assemblea si riunisce nel primo pomeriggio in via Festa del Perdono. All’ordine del giorno, la riforma universitaria, il diritto allo studio, il destino delle facoltà. La discussione dura a lungo, poi gli studenti decidono: si occupa la Statale. La prima volta dopo oltre dieci anni. È partita ieri sera l’occupazione dell’Università degli Studi. Dopo un lungo dibattito sulla «fine annunciata dei ricercatori», sul «tre più due», sulla «didattica universitaria trasformata in catena montaggio», sull’«istituzionalizzazione del precariato a vita», il comitato unisurfer , le matricole, i giovani dei collettivi hanno fatto partire la protesta: si rimane in università anche di notte e si va avanti così fino alla fine del ponte di Ognissanti.
Una protesta iniziata quasi in sordina, con l’incontro fra studenti, liceali, ricercatori e professori che si svolgeva mentre nelle altre aule continuavano le lezioni e al piano di sopra si tenevano le sessioni di laurea.
Ecco allora il programma: dibattiti, approfondimenti sulla riforma della statuto giuridico dei docenti, lezioni alternative, interventi di ospiti (si attende in Statale il premio Nobel Dario Fo), concerti, proiezioni. Con il calendario degli eventi che si decide giorno per giorno.
È finita così, con gli studenti (circa duecento) che si sono presi il piano terra dell’Università degli Studi, con la richiesta (accordata) di farsi aprire qualche aula in più e con la performance della banda degli ottoni, una giornata cominciata con il dissenso alla riforma della scuola e dell’università.
Allarga le braccia il rettore dell’ateneo, Enrico Decleva: «No, non ho chiamato la polizia - dice -, anche se sono preoccupato. Per quel che mi riguarda stiano lì, purché non facciano danni». Ma poi la rassegnazione diventa sospetto: «Certo - continua il rettore, non senza una vena di ironia - che si tratta di un’occupazione di nuova generazione. Questi ragazzi protestano quando l’università è vuota. Mah, speriamo bene: i giovani che ho visto muoversi nelle aule non sembravano pericolosi, ma chissà chi entra nella notte».
Rispondono immediatamente i rappresentanti degli studenti: «Abbiamo deciso di proseguire la protesta almeno fino a mercoledì dopo esserci trovati in Bocconi, ieri mattina, per manifestare contro il ministro Letizia Moratti. La scelta di prenderci la Statale nei giorni di festa - proseguono - è nata dal desiderio di non intralciare troppo il lavoro dei ricercatori e dei professori dai quali è partito il dissenso contro questa assurda riforma».

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