Occupata l'autostrada e la linea ferroviaria Palermo-Messina. Domani sciopero generale.
Sciopero generale. Domani Termini Imerese si ferma per protestare contro la sospensione della produzione allo stabilimento della Fiat. Oggi i lavoratori hanno aperto i giornali e si sono trovati davanti le notizie che parlavano di massicci tagli del personale. E così sono scesi in piazza. Gli operai siciliani dello stabilimento di Termini Imerese, che insieme a quello di Arese dovrebbe subire la ristrutturazione più pesante, stamattina hanno dato sfogo alle loro preoccupazioni occupando l'autostrada A-19, Palermo-Catania. Un migliaio di loro hanno partecipato alla manifestazione, e un gruppo di 50-100 ha invaso entrambe le carreggiate, bloccando il traffico. Una protesta durata un paio d'ore. Poi, dopo una trattativa tra i rappresentanti e le forze dell'ordine, gli operai hanno deciso di liberare entrambe le carreggiate dell'autostrada e la linea ferroviaria Palermo-Messina. Resta bloccata, invece, la strada consortile che collega l'autostrada con la zona industriale. Mentre trecento operai stazionano davanti allo stabilimento. Ieri mattina invece un altro blocco stradale era stato messo in atto da circa 500 operai dello stabilimento, che avevano aderito allo sciopero di 2 ore proclamato dai sindacati.
Prosegue intanto l'occupazione nell'aula consiliare del municipio termitano, presidiata da ieri dagli stessi consiglieri comunali. Mentre è in corso l'incontro tra il presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro, e una delegazione delle rappresentanze sindacali dell'impianto. Il presidente della Regione ha chiesto un incontro con il ministro delle attività produttive, Antonio Marzano.
E davanti alla minaccia di massicci licenziamenti, si muovono anche i sindacati. "Non è possibile giocare al massacro ancora una volta - dice segretario provinciale dell' Ugl-Metalmeccanici Leonardo Palmeri - ma è necessario chiarire i contorni di una vicenda tragica che fra poco vedrà sicuramente una rivolta popolare per il bene essenziale dei lavoratori".
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