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KARAOKE LIRICO
by Autorganizzati dello spettacolo Thursday, Nov. 24, 2005 at 3:03 PM mail:

KARAOKE LIRICO burla del presente o tragico futuro

KARAOKE LIRICO
BURLA DEL PRESENTE O TRAGICO FUTURO
Siamo orgogliosi di presentarVi un’anteprima da brivido !
Il karaoke lirico ! Una esperienza onirica, un viaggio in un futuro certo di
esistenze grame.

Più che una minaccia per i nostri spiriti liberi e belli, una profezia……..
….che nella vita, lo sanno tutti, un momento di pazzia può dipingere un
limpida schiarita nello sfondo scuro dell’avvenire.

( sottovoce, quasi confidenziale )
Sappiamo perfettamente che i tagli al FUS non cancelleranno il teatro e la
cultura in generale.
Non lo hanno fatto in passato e non lo faranno neanche questa volta.
Altrettanto perfettamente però, come in una profezia di altri tempi, vi
possiamo raccontare, con assoluta precisione, cosa accadrà.
Accadrà che, in assenza dei soldi pubblici, oltre a decurtare le spese (
quindi il nostro lavoro ed i nostri salari ), si andranno a “pregare”
finanziamenti altrove.
E questi soldi, possiamo giurarci, porteranno inciso il losco marchio degli
sponsor più o meno privati o l’ingannevole veste del vorace mondo fashion.
E la Cultura diventerà piccola e frivola e si appiattirà alle esigenze del
proprio compratore che come un diavolo farà valere il contratto indelebile
della moneta di scambio sull’anima artistica. Insomma un’altra cultura per
un altro paese; sicuramente peggiore, sicuramente più precario.
E così lo sfruttamento dell’arte andrà a braccetto con l’arte dello
sfruttamento.

( declamatorio)
Venghino lorsignore e lorsignori , precari e precarie, studenti e
studentesse delle università in lotta, acrobati del quotidiano e giocolieri
della flessibilità.
E’ ora di far udire la voce di chi non crede alla sfiga, “alle congiunture
economiche” e alla buonafede di tutti/e.
Precarizzano la vita, privatizzano i saperi, umiliano la Cultura. Non è più
tempo di deleghe e silenzio.

KARAOKE LIRICO
AUTORGANIZZATI DELLO SPETTACOLO
Trasfo/misti e miste della cultura, moda e comunicazione
Fra non molto, se continua così, anche della fantascienza e dell’iperspazio.
Venerdì 25 novembre, sciopero generale, ore 9.00, Porta Venezia ( per
trovarci segui il Santo che c’è in noi ).

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percezioni dal Karaoke lirico
by trasformista Thursday, Dec. 08, 2005 at 1:26 PM mail:

Percezioni dal Karaoke lirico. 25/11/005.
Con molto ritardo ma con molto piacere.
Un piccolo montaggio video si può trovare, occasionalmente, su http://www.chainworkers.org, cliccate il link "speciale teatri" e vi troverete pure gli spottini più volte lanciati dal camion il 25/11.
Per il video completo si dovrà attendere ancora un poco.
Qua sotto alcune righe di passione:

Tempo da lupi. Un nevischio continuo e fastidioso, che non attecchisce e che non cancella la vergogna di una Milano che lavora e che se ne fotte dello sciopero generale. Un cielo grigio che copre l'anima umida di una mattina che parte male, veramente male.
Il carro in ritardo, l'impianto che non funziona, il generatore a benzina zero, i cavetti che mancano. L'arrivo in piazza è desolante. Siamo in ritardo ma non c'è nessuno. A parte un vigile che ci fa accostare subito e ci chiede se siamo "gli autorganizzati". Sì, siamo in cinque e siamo autorganizzati, magari aumenteremo pure.
In ogni caso il nostro santo oggi si chiama Armaduk.
Fortunatamente i problemi cominciano a risolversi. E' incredibile come questi si creino incomprensibilmente e come vengano risolti altrettanto incomprensibilmente. Un ciuffo di capelli cosparso di grasso di foca unito ad un dente di cane da una parte e ad un molare di bovino dall'altra diventa un cavo jack-rca. Una spremuta di limoni, gentilmente offerta dagli studenti dell'A.S.S.O piglia tutto, in forze nel frattempo crescenti, unita a due parti di Rum, un goccio di grappa, un'ampolla di urine di ippogrifo diventano invece un combustibile ibrido che funziona sia per il generatore diesel sia per quello a raffinato verde.
Il numero cresce. Le trasfor/miste e i mistici della cultura moda e comunicazione, gli operatori sociali " ne volontari ne missionari ma lavoratori !", gli studenti della statale, i medi del Tenca ( e anche altre scuole, chiedo venia per la dimenticanza ), gli striscioni dei teatri, dei sicet e tanti che in ordine sparso rimpolpano lo spezzone. Il carro musica ( voce del verbo musicare ). Le coriste della scala, timide e caute fino al giorno prima, si lanciano in balzi rischiosissimi per salire sul carro. Riempiono il cuore.
Il flusso si inverte. Dal corteo confederale che ci precede, stanco e rassegnato, risalgono piccoli gruppi di persone attirati dalle muse della poesia precaria. Si passa sicuramente i cinquecento. Alcuni/e parlano di mille persone. Di fronte a noi la triade non raggiunge i quindicimila.
Elisabeth lancia il karaoke lirico e precario. E' adrenalina pura. La corista, soprano della scala, che fino al giorno prima ci chiedeva assicurazioni sul riscaldamento, sulla copertura ai lati del furgone, sui tempi di "esibizione", adesso scalpita e sembra Jim Morrison. Si agita avanti indietro, chiede tracce, chiede volume, ancora ed ancora. Prima il Va pensiero, poi il Nabucco, la Tosca ed infine Alabama song scaldano quel ghiacciolo al gusto di anima che avevamo in corpo qualche ora prima. Il corteo canta e salta e intrepide ragazze e ragazzi sfogliano enormi pagine scritte a mano con i testi KaraKaotici. E' il delirio totale. C'è gente che si piega in due dal ridere. Lo sfondo del carro, coperto dalla figura di Serpica Naro dà la giusta prospettiva al karaoke lirico. Dalla liberazione della Cultura alla Cultura libera.
In piazza fontana avviene l'incontro con i lavoratori “fissi” della scala e del piccolo che ci aspettano, facendo scorrere i confederali, e insieme andiamo verso il lirico, chiuso da sei anni, "concesso" a Marcello dell'Utri che forse ne diventerà anche il direttore artistico !.
Uno striscione " bruciavano i libri...adesso chiudono i teatri" avvolge la faccia principale del teatro. Dopo dieci ore è ancora lì. Poi verso piazza Duomo. Diversi gli intendimenti, c'è chi vuole andarci per far vergognare chi ha concepito la tristezza di uno sciopero finto, e c'è chi vuole andare in statale per rafforzare un percorso confluente fra saperi e cultura. Sarà fatto l'uno e l'altro, con alcune perplessità. Ma passata la tensione - che ad ogni corteo, anche il più gaio, aleggia come una tassa - quest'ultima parte svanisce e rimane un giudizio sicuramente positivo. I media, con molta probabilità, non parleranno di questo spezzone, preparato in meno di quattro giorni, ma oggi questo non importa. “Le relazioni precarie” sono il patrimonio che ci interessa. La qualità di queste relazioni - che hanno il sapore dei talenti, il colore delle conoscenze ed il peso delle passioni - invece ne rappresentano il valore. La prima della scala, il mistico consumo natalizio, la settimana della moda ci attendono in singolar tenz(i)one. Consideriamoci, da questo momento in poi, in stato di agitazione sociale.

Nb Elisabeth sei stata bravissima ma la prossima volta il pellicciotto non lo comprare !

Da “ La cultura fa paura” (terza versione)
“ La situazione in cui ci troviamo è grave. E le responsabilità devono essere chiaramente cercate in chi, intellettuali ed artisti, burocrati e politici, in questi anni ha taciuto, per convenienza o debolezza. Perché la Cultura, quella vera, quella che nasce dalle strade, dalle genti e dai loro sentimenti, non si fa tagliare ma pervade il sociale, lo contamina, se ne nutre e con le sue passioni disseta intelligenze e i pensieri del domani.
La cultura che si fa tagliare è debole perché compromessa.
Invitiamo gli spiriti liberi ma anche gli indecisi, coloro che fino a ieri sono stati a guardare o che si sono battuti fino allo stremo delle proprie forze per far si che tutto ciò non accadesse a contattarci.
E’ un principio. Ma la fine deve essere ancora scritta. Facciamolo noi.”

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