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MERCOLEDÌ, 07 DICEMBRE 2005 Pagina 2 - Attualità Tam tam di sms ed e-mail: in serata in piazza militanti di Rc, Pdci, Verdi, Ds, sindacati e associazioni con striscioni, bandiere e volantini Manifestazioni a Udine, Pordenone e Trieste Presidi davanti alle Prefetture per chiedere la fine dell’uso della forza in val di Susa Metz: incredibile la reazione del governo a una protesta civile UDINE. La condanna per il ricorso da parte del governo all’uso della violenza contro il presidio di Venaus come risposta alle proteste della popolazione della Val di Susa è stata fatta seguire ieri pomeriggio su iniziativa di Rifondazione comunista, Partito dei comunisti italiani, Verdi e associazioni ambientaliste e non, con in prima fila Legambiente, da manifestazioni davanti alle prefetture di Udine, Pordenone e Trieste, con le quali è stato chiesto il ritiro delle forze dell’ordine e la riapertura del dialogo con la popolazione. Davanti alla prefettura di Udine si sono riunite una cinquantina di persone, che hanno bloccato il traffico ed effettuato un’azione di volantinaggio, mentre altri mostravano uno striscione con la scritta “No Tav, no repressione”. Una delegazione con il consigliere regionale di Rc Cristian Franzil e la segretaria provinciale di Udine del Pdci Antonella Lestani e rappresentanti di alcune associazioni è stata quindi ricevuta dal prefetto Camillo Andreana. «Abbiamo protestato per l’intervento delle forze dell’ordine - ha riferito Franzil - e abbiamo chiesto che siano ritirate e la gente della Val di Susa sia ascoltata». Franzil ha anche sottolineato che la solidarietà verso le popolazioni piemontesi ostili alla Tav va oltre l’episodio dell’altra notte. «La loro lotta deve essere condivisa e attuata anche da noi adesso perchè noi siamo l’ultimo anello della catena. Se non la Tav non la fermano loro, quando arriverà in Veneto sarà probailmente troppo tardi per tentare di fermarla». A Trieste, avvertite da sms ed e-mail, si sono radunate davanti alla Prefettura, in piazza Unità, circa duecento persone con bandiere dei Verdi, dei Cobas, di Legambiente e anrchiche e con uno striscione con la scritta “No alla devastazione ambientale, no all’alta velocità”. Presenti rappresentanti di partiti, sindacati e associazioni. Anche in questo caso una delegazione è stata ricevuta dal prefetto Annamaria Sorge. Ne facevano parte il consigliere regionale dei Verdi Alessandro Metz, il segretario regionale di Rc Giulio Lauri, il sindaco di Doberdò del Lago, Daniela Antoni dei Cobas, Roberto Guvastante degli Amici della terra, Luciano Giorgi del Comitato contro il Corridoio 5. «Abbiamo espresso preoccupazione - ha detto Metz - per il ricorso a ruspe e manganelli per far piazza pulita della protesta civile di un’intera popolazione e abbiamo chiesto il ritiro delle forze dell’ordine e la ripresa del dialogo». Sit-in, ieri pomeriggio, a Pordenone di fronte l’ingresso della Prefettura, dove alcune persone si sono ritrovate per sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto sta avvenendo in questi giorni in Val di Susa e in particolare sugli scontri tra Polizia e manifestati che la scorsa notte hanno causato una ventina di feriti. Alla manifestazione hanno aderito le sezioni locali di Comunisti italiani, Rc, Ds e il Comitato antipatici nordest contro Tav, Mose e Ponte sullo stretto giunto appositamente in città da Conegliano. Una delegazione composta da Elena Cacciamo di Rc, Monia Giacomini dei Ds e Stefano Mantovani del comitato ha chiesto e ottenuto un incontro con i vertici della Prefettura. A ricevere il gruppetto in rappresentanza di tutti gli altri manifestanti rimasti sul piazzale interno al Bronx a distribuire materiale informativo, è stato il capo di gabinetto, Alessandra Vinciguerra, che ha fatto le veci del prefetto impegnato in un appuntamento fissato da tempo. La delegazione ha spiegato le ragioni della protesta e della solidarietà agli abitanti della Val di Susa con «la speranza che la loro lotta di resistenza possa trovare presto una soluzione. Auspichiamo - hanno spiegato - che il Governo faccia un passo indietro rispetto alla discutibile scelta di militarizzazione della valle ed apra un confronto vero con la popolazione. Crediamo che la lotta di ciascun cittadino per la tutela dell’ambiente e della comunità sia assolutamente prioritaria rispetto agli interessi delle lobby economiche dei gestori delle grandi opere. Quello che rivendicano gli abitanti della Val di Susa è il diritto alla partecipazione».
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