Ciampi dà l'ok alla legge Fini
Via libera alle norme liberticide sulle droghe
Adesso tocca alla Commissione di studio stabilire le soglie delle sostanze psicoattive oltre le quali si prefigura il reato di spaccio. Sono al lavoro undici «esperti» tra cui non pochi scienziati targati Alleanza Nazionale. «Una commissione da cui è lecito aspettarsi il peggio», dice il sociologo Guido Blumir LUCA FAZIO In punta di piedi, ma con la stilografica delle occasioni importanti, il presidente Carlo Azeglio Ciampi ha firmato il testo di conversione in legge - una sciagura - intitolato misure urgenti per garantire la sicurezza ed i finanziamenti per le prossime Olimpiadi invernali, nonché la funzionalità dell'Amministrazione dell'interno. Disposizioni per favorire il recupero di tossicodipendenti recidivi. Sul sito del Quirinale non c'è traccia del provvedimento, che sarà pubblicato a giorni sulla Gazzetta Ufficiale, ma dalla presidenza della Repubblica arrivano le conferme. La firma è arrivata giovedì sera ed è passata nel più assoluto silenzio. «Ora non ci resta che affidarci al senso di responsabilità della Corte costituzionale - dice il segretario dell'associazione Antiproibizionisti.it Marco Contini - ultima speranza di vedere difeso il nostro stato di diritto». Altrimenti, quattro milioni di giovani consumatori - e circa otto milioni di genitori - presto avranno a che fare con la sciocca legge repressiva sulle droghe voluta da Fini, che equipara la marijuana all'eroina e prevede il processo penale per i consumatori pescati con una quantità di sostanza che supera la dose minima (le nuove tabelle sono oggetto di studio da parte di una commissione che meno imparziale non si può).
Il presidente Ciampi, evidentemente, non ha tenuto conto del parere di diversi costituzionalisti (Giovanni Ferrara, Stefano Rodotà, Giuseppe Ugo Rescigno) che avevano sottolineato in cinque punti l'incostituzionalità della nuova legge sulle droghe. Senza entrare nelle pieghe del diritto, basterebbe il buon senso per comprendere che è profondamente ingiusto discriminare una intera di comunità di persone solamente perché fa consapevolmente uso di una sostanza meno dannosa dell'alcol e del fumo. «L'accanimento nei confronti dei giovani - sostiene Paolo Ferrero del Prc - è senza precedenti, al limite della paranoia e fa venire in mente le pratiche inquisitorie. Pensare che i ragazzi possano andare in galera per qualche spinello fa venire i brividi».
Se possibile, il peggio deve ancora venire. E ci penserà la scienza, come si sa portatrice di verità inconfutabili e super partes, a dare sostanza a una legge liberticida. Forse Ciampi non sa come è composta la speciale Commissione di studio che dovrà stabilire le famigerate tabelle, cioè le soglie delle varie sostanze psicoattive oltre le quali si prefigura lo spaccio. Il governo l'ha nominata due settimane fa. Sono undici esperti. Ci sono tossicologi di fama che da anni lavorano nelle università o al Ministero della Sanità, uomini di apparato che molto sanno delle sostanze ma forse poco di «come gira il fumo», della vita delle persone. Forse non tutti sanno, per esempio, che il consumatore «pulito», non un delinquente né un tossicomane, proprio per questo cerca di procurarsi una quantità tale di sostanza che gli permetta di stare alla larga il più possibile dagli ambienti dei pusher: una valutazione che vale zero per un tossicologo. Uomini e donne di scienza, inoltre, hanno anche un cuore, magari la passione per la politica. E il cuoricino di molti esperti della commissione voluta Fini batte a destra. Nicola Carlesi, per esempio, ex capo del Dipartimento antidroga, en passant già deputato di An nella legislatura 1996-2001 e con un glorioso passato nel Msi abruzzese. Di tutto rispetto anche il curriculum di Andrea Fantoma, dirigente del Dipartimento antidroga della Presidenza del consiglio, lo stesso che da dirigente nazionale del Fuan si batteva contro i Sert, «centri per lo spaccio di stupefacenti». Luisa Regimenti, medico legale, si è candidata nel Lazio per Alleanza Nazionale nel 2005. Sulla professionalità non si discute, ma cosa bisogna aspettarsi da una simile commissione politicamente un tantino sbilanciata? Il peggio possibile. «Sono studiosi - spiega il sociologo Guido Blumir - che conoscono bene le sostanze, però ignorano la cultura sociale della droga, le quantità che effettivamente vengono consumate e che circolano nelle strade, i tagli minimi, i prezzi, nella commissione manca la sociologia e l'economia del fenomeno droga, mancano anche gli aspetti legati alla criminologia. E' una commissione più che monca».
Il primo disegno di legge Fini del resto già suggeriva il quantitativo minimo sopra il quale sarebbe dovuta scattare la sanzione penale: 250 mg di Tch, più o meno equivalente a 2,5 grammi, 6-7 spinelli. Una soglia ridicola (è fissata a 28 grammi di marijuana nello stato di New York, 20 a Mosca, 15 a Berlino, 35 in un altro lander tedesco e 15 in Canada). L'ultima parola agli «esperti» di casa nostra.
Fonte: http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/26-Febbraio-2006/art51.html
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