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A proposito di antifascismo militante
by un cane sciolto Sunday, Mar. 12, 2006 at 3:27 AM mail:

ragionamenti

Quello che è successo oggi a Milano mi ha rattristato.
Sono antifascista.
E non credo sia stato un passo avanti per l'antifascismo, oggi.

Perché oggi anzi e' stato un passo indietro?
Forse perché (come molti scrivono anche su Indymedia) cosi' si favorisce la vittoria della Destra?

Non credo sia un argomento particolarmente interessante, per chi si ritiene un "compagno", un antagonista, una persona della sinistra radicale, un "noglobal". E io piu' o meno questo sono.
Questi sono argomenti da diessini. Al massimo mi fanno pensare al fatto che - essendo perfettamente nell'interesse dell'attuale governo una giornata come quella di oggi - ci possono essere dei dubbi sulle presenze di infiltrati in piazza oggi.

Ma io penso che oggi sia stato un passo indietro, non verso il 9 aprile (o non solo), ma verso il progresso e l'espansione dell'antagonismo sociale, dell'attivismo metropolitano ecc.
E questo mi interessa di piu' e credo interessi molto di piu' a una gran parte dei frequentatori di Indymedia, dei centri sociali, dei gruppi della sinistra radicale.

Fare una manifestazione in solitudine, divisi (perché gran parte dei compagni milanesi stessi stava a Roma), non autorizzata, e arrivando a bruciare macchine, motorini e un'edicola (da quanto ho letto), col risultato di 43 arresti e di centinaia di deficienti della Fiamma tricolore che sfilano liberamente e come "bravi ragazzi". Per non parlare del fatto che i "fatti di Milano" hanno oscurato completamente l'enorme street parade di Roma.

E allora io non condanno nessuno (anche perché chi se ne frega di chi condanno io), ma invito a ragionare, ragionare, ragionare sull'"antifascismo militante" oggi.
Il fascismo sono i ragazzotti della Fiamma Tricolore, certamente. Ma il fascismo (quello pericoloso) è quello diffuso, al governo e nella vita. Nei posti di lavoro e nelle strade. Quello delle leggi Fini-Giovanardi sulle droghe, quello della Bossi-Fini contro gli immigrati. Ma anche quello delle ronde notturne "spontanee", del disprezzo per la memoria e la cultura, dell'appiattimento sulla tv dei reality show, della tessera a pagamento per le biblioteche comunali. E' il fascismo della povertà che cresce e del divario tra ricchi e poveri che aumenta di giorno in giorno. Il fascismo dell'omologazione dell'informazione, della censura piu' autoinflitta che provocata.
Il fascismo che e' fra noi tutti i giorni, dalla mattina alla sera.

E l'antifascismo militante, quello della difesa del territorio, della negazione dell'agibilità politica, non trova consenso non solo perché non funziona, non solo perché suona come un refrain di rituali che pochi decenni fa hanno portato soltanto a galera, repressione e a decine di ragazzi morti. Non solo per questo, ma anche e soprattutto perché è fuori bersaglio: il fascismo oggi non sono quelli li'. Non è il ragazzetto del mututo sociale. Né quello negazionista. Contro di loro non c'è speranza, se non quella che restino nelle loro fogne.

E' contro l'altro fascismo, il vero nuovo fascismo che avanza, che bisogna trovare gli strumenti adatti.

Quegli strumenti ci sono.

E hanno fatto crescere - in questi anni - consenso e partecipazione. Sono le iniziative unitarie di lotta: nei luoghi di lavoro, nel sociale. Per la libertà. La libertà di produzione dal basso di cultura, musica, cinema, teatro, arte. La libertà di consumare qualsiasi sostanza. La libertà di comprare e vendere prodotti fuori dal solito giro. A un prezzo equo. Prodotti "buoni", che provengono dai produttori direttamente.
La libertà di vivere in pace, senza l'incubo di guerreggiare contro chiunque abbia una diversa "civiltà". Ovvero chiunque abbia il petrolio.
La libertà di muoversi per le città e per i paesi senza vincoli, magari in bicicletta.
La libertà di divertirsi. Di notte, di giorno.
La libertà di essere incarcerati il meno possibile, e se proprio ci dobbiamo passare del tempo che sia decente la vita dietro le sbarre.
La libertà delle radio antagoniste, delle tv di strada, dei teatri e delle bande autogestite.
La libertà delle lotte sindacali autorganizzate.
La libertà di riunirsi, parlarsi, vedersi, comunicarsi.

Questo è l'antifascismo, il radicalismo, l'antagonismo, l'autonomia che vincono. Quello di stamattina a Milano e' stato invece un errore. Un atto forse necessario, per capirlo.

Liberiamo i compagni incarcerati, e poi continuiamo con l'antifascismo, senza farci mettere in trappola tra i blindati. Quelli che amano gli agguati, i bastoni e le spranghe sono loro. Lasciamoglieli.

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