Abbiamo preparato questo comunicato all'indomani dei fatti di Napoli,
percependo un clima sempre più pesante nei confronti dei luoghi
dell'antiproibizionismo in questo paese. Purtroppo veniamo superati dai
fatti: questa mattina è stato posto sotto sequestro il "Livello 57" come
conseguenza della farneticante inchiesta che ne aveva portato alla
perquisizione.
Ai nostri fratelli e sorelle del livello va tutta la nostra solidarietà.
Manteniamo questo nostro comunicato (ricorretto e aggiornato dopo gli
ultimi eventi) che esprime tutto il nostro dissenso e i nostri propositi
di lotta e chiediamo a tutti e tutte le/gli antiproibizionisti di
sottoscriverlo inviando le adesioni a
segreteria@forteprenestino.net
Fermiamo la legge Fini-Giovanardi e i suoi sporchi effetti!
In questi ultimi anni abbiamo contrastato costantemente il ddl sulle droghe del governo di centro-destra perchè lo consideravamo un attentato alla libertà di scelta di ogni cittadin@ e uno strumento di persecuzione vero eproprio nei confronti dei consumatori. Non ce ne sfuggivano alcune caratteristiche particolarmente repressive che sembravano pensate appositamente per dare uno strumento più affilato nei confronti dei luoghi di pratica antiproibizionista quali alcuni centri sociali del paese. Abbiamo portato avanti la nostra opposizione a questo abominio da stato etico insieme a tutte le forze sociali, operatori di strutture di recuperopiù avvertiti e sensibili, partiti, o meglio settori di essi, volenterosioppositori del passato governo. In marzo il ddl è stato fatto passare con una manovra di aggiramento del parlamento (il decreto sulle olimpiadi invernali) ed è diventato legge. Anche se non ha portato il risultato sperato da Fini e dalla destra, costituisce una pesante eredità per il nuovo governo. Il nuovo governo, di cui fanno parte tanti nostri precedenti interlocutori, ha tra le affermazioni solerti del suo programma la depenalizzazione del consumo e dei comportamenti ad esso connessi: affermazioni che facevano pensare ad una rapida distensione del clima ultraproibizionistico scatenato dalla legge. Sta succedendo tutt'altro. A tre mesi dall'insediamento del nuovo governo, nonostante le dichiarazioni di suoi membri o di deputati suoi sostenitori contro la legge e per una revisione immediata delle tabelle di applicazione, gli unici risultati tangibili sono riassumibili in una tendenza repressiva sempre più grave portata avanti dalle forze dell'ordine evidentemente incuranti dei propositi del nuovo governo, o semplicemente, come è accaduto spesso, lasciate libere di agire indiscriminatamente. Moltiplicazione degli arresti e inasprimento delle pene nei confronti dei consumatori sono ormai cronaca quotidiana, situazione resa ancora più grave dalla giovane età della media dei condannati. A questi già pesanti avvenimenti, si aggiunge la parte più immediatamente "politica" della nuova fase repressiva: stiamo assistendo ad un uso della nuova legge come grimaldello contro i luoghi della resistenza antiproibizionista di questo paese. Si è cominciato l'11 marzo con un giovane spazio occupato di Bologna, il Ca.Cu.Bo che in seguito ad un blitz della questura viene perquisito in cerca di droga, sgomberato e messo sotto sequestro con denuncia per occupazione abusiva di 15 persone. Lo scorso 25 maggio è la volta di un bersaglio grosso, il Livello 57, sempre di Bologna e da sempre in prima fila nelle pratiche antiproibizioniste e di riduzione del danno, perquisito da centinaia di carabinieri alla ricerca di una raffineria clandestina di droga. Frutto della sagace operazione l'arresto e la condanna a due anni e sette mesi di detenzione di Maria Pia Scarciglia (attualmente agli arresti domiciliari), avvocato praticante del Livello impegnata nel servizio legale gratuito sulle droghe ed esponente di punta nell'impegno antiproibizionista del posto.
Ancora, pochi giorni fa (12 luglio) quello che credevamo l'ultimo attacco: viene perquisito alle 9 di mattina e violato, senza nessuno all'interno, il c.s. Officina 99 di Napoli. Una trentina di carabinieri dopo aver distrutto impianti elettrici, rotto porte, infissi, computers hanno sequestrato alcune piante di marijuana coltivate sul terrazzo atte ad essere consumate nella annuale festa del raccolto, appuntamento antiproibizionistae contro le narco-mafie la cui importanza può essere facilmente intuita se si pensa alla cultura e alle condizioni di circolazione di sostanze stupefacenti nel territorio napoletano.
Ma l'escalation non è finita. Stamattina (25 luglio) sempre i carabinieri hanno sigillato e sottoposto a sequestro preventivo il Livello 57 in entranbe le sue sedi (facendo riferimento agli articoli 73 e 79 della nuova legge sulle droghe), lasciando tra l'altro senza casa una quindicina di persone che vivono stabilmente nei locali di via Stalingrado dati in convenzione dal Comune.
Tutto questo ci sembra davvero troppo!!! Noi, centri sociali e attori sociali, che pratichiamo la resistenza antiproibizionista alla luce del sole e senza alcuna finalità di lucro, opponendoci quotidianamente alle narco-mafie e praticando la riduzione del danno, ci chiediamo quali siano le intenzioni del nuovo esecutivo in questa fase. Siamo fortemente preoccupati dall'inoperosità in questo senso del nuovo governo e allarmati dalle drammatiche potenzialità di questa vera "war on drugs" all'italiana che ci vede evidentemente tra i suoi principali obiettivi. Questo non ci farà recedere dalle nostre pratiche antiproibizioniste e di riduzione del danno: continueremo a predicare e praticare l'autocoltivazione per stare lontani dal mercato nero delle sostanze, spacciatore di merda quando non di morte. Continueremo ad opporci a questa legge infame e a preoccuparci delle centinaia di consumatori che incontriamo sensibilizzando al problema degli effetti collaterali delle sostanze e... della legge. Non ci fermeranno intimidazioni e denunce, come non fermano nostri fratelli/sorelle e compagni/e impegnati in altre lotte e costretti a fare i conti con misure repressive indegne di un paese democratico in cui si continua a classificare come ordine pubblico l'opposizione sociale.
Una scelta di massa non si può arrestare... qualunque essa sia
M.D.M.A. roma (csoa Forte Prenestino, Strike spazio pubblico autogestito, ESC altelier occupato, csa La Torre, Astra19 spa).
per adesioni: segreteria@forteprenestino.net
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