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«Un'aggressione, non una rissa» La conferma dall'autopsia di Renato
by il manifesto 1/9 Friday, Sep. 01, 2006 at 6:37 PM mail:

Il giovane dei centri sociali accoltellato a Ostia non presenta ecchimosi, né lesioni da colluttazione. E l'aggressore ha un tatuaggio con la croce celtica. Domani un corteo

Roma
Non ci sono ecchimosi e tumefazioni evidenti sul corpo e sul volto di Renato Biagetti, 26 anni, ucciso all'alba di domenica all'uscita di uno stabilimento sulla spiaggia di Focene (Fiumicino) dove aveva partecipato a una serata reggae. L'autopsia ha riscontrato otto lesioni «da punta e da taglio», otto coltellate di cui solo una di striscio e due che hanno raggiunto il cuore. E alcune lesioni «da afferramento», come se qualcuno l'avesse trattenuto.
Ci sarebbe invece una croce celtica, incorniciata dalla scritta «forza e onore», tatuata sul corpo di uno dei due ragazzi arrestati con l'accusa di averlo ucciso, e che almeno in parte hanno confessato: è il più grande dei due, appena 19 anni, Vittorio Emiliano, figlio di un brigadiere dei carabinieri e addetto alla sicurezza in un ipermercato. La voce proveniente da amici del giovane trova alcune conferme, anche se chi lo conosce assicura che «non faceva politica, era semmai un po' sbandato, cresciuto in una famiglia difficile». Altre voci lo collocano in una comitiva di fascistelli che hanno contatti con gruppi di estrema destra a Fiumicino. L'altro arrestato è addirittura minorenne, ha 17 anni. E la dinamica sembra ormai chiara: un aggressione, il coltello è spuntato subito, dopo poche parole come «è finità la festa? Ve ne dovete anna'».
«Se non ci sono ecchimosi è segno che non c'è stata colluttazione e tanto meno una rissa tra balordi come dicevano le prime veline dei carabinieri», dicono i giovani del centro sociale Acrobax di Ponte Marconi a Roma, che Renato frequentava. Il funerale lo faranno lì, oggi alle 12. E i gelidi risultati dell'autopsia li hanno diffusi loro, ieri mattina in Campidoglio, all'inizio di una conferenza stampa che era quasi un'assemblea - con i centri sociali, il Prc, il Pdci e le diverse anime della sinistra movimentista e antagonista romana - carica di dolore e di rabbia per una morte inaccettabile, «ma non inspiegabile, della quale anzi dobbiamo dare una lettura». Renato era laureato in ingegneria elettronica, tecnico del suono e musicista. «Non era uno di noi - spiegano - nel senso che non faceva politica, ma certo era uno come noi, che amava la vita, la musica, frequentava i centri sociali e gli spazi autogestiti ed è morto - ricordano - dopo una festa in uno stabilimento gestito da una cooperativa vicina al Prc».
«E' stato un omicidio di stampo fascista - questo il messaggio - non perché premeditato da militanti dell'estrema destra ma perché si inserisce nel clima della caccia all'immigrato e al diverso», oltre che in una lunga serie di aggressioni e di episodi di violenza fascista e fascistoide attorno ai centri sociali. Ieri in Campidoglio sono stati ricordati alcuni dei più recenti, come il tentato assalto di luglio alla ex Lavanderia occupata del Santa Maria della pietà e le coltellate del giugno 2005 fa al Forte Prenestino, «e quello fu un tentato omicidio». I centri sociali e i partiti intervenuti ieri denunciano «la legittimazione dell'estrema destra e delle sue pratiche da parte di chi l'ha usata per andare al governo» ma ce l'hanno anche con il sindaco Veltroni «che parla di Roma come città pacificata» e con «gli accademici e i giornalisti che legittimano con la loro presenza i luoghi dell'estrema destra». Tutto questo lo diranno domani, sabato, con una manifestazione. «Per parlare alla città».

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