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Canapa, psicosi & studi taroccati
by Etrusk Thursday, Sep. 14, 2006 at 3:57 PM mail:

Un professore di psicologia americano ci spiega perché alcuni studi scientifici, che collegano l'uso di canapa all'insorgere di psicosi, abbiano ben poco di scientifico.

http://www.alternet.org/drugreporter/39565/

Sebbene i principali massmedia gli abbiano immediatamente dato credito, un nuovo studio che afferma l'esistenza di un collegamento tra uso di marijuana e psicosi, andrebbe preso con cautela.

All'inizio del mese (aprile 2005, n.d.t.), la stampa mondiale si è fiondata in massa su un nuovo studio pubblicato sul numero di marzo di Addiction che avrebbe dovuto dimostrare un collegamento causale tra uso di marijuana e psicosi. “La droga raddoppia i rischi di malattia mentale”, titolava la BBC. “Marijuana aumenta il rischio di psicosi”, faceva eco il Washington Times.

Questo presunto collegamento con la psicosi è diventato l'argomento preferito dei proibizionisti, ma ad un esame più attento si scoprono nel nuovo studio molte lacune, completamente ignorate dai titoli dei giornali che hanno invece il tono di sentenze definitive.

Prima di esaminare lo studio vero e proprio, partiamo da alcune considerazioni basilari: se X causa Y, sarebbe ragionevole aspettarsi che ad un grande aumento di X dovrebbe corrispondere almeno un piccolo aumento di Y, ma questo non avviene per marijuana e psicosi. Indagini indipendenti e governative hanno documentato un massiccio incremento dell'uso di marijuana, specie tra i giovani, tra gli anni '60 e '70, ma non è stato mai riscontrato un corrispondente incremento nei casi di psicosi. Questo vuol dire che, se mai l'uso di marijuana ha un ruolo nell'innescare le psicosi, questo effetto è debole, raro o entrambe le cose.
Se non altro per questo motivo, i ricercatori dovrebbero guardare con occhio molto critico a questi studi che “provano” che la marijuana causa gravi malattie mentali. I ricercatori in questo caso, un team neozelandese guidato da David M. Fergusson della Christchurch School of Medicine and Health Sciences, sembrano essersi comportati esattamente al contrario.

Il team di Fergusson ha esaminato un gruppo di 1265 ragazzi neozelandesi che sono stati seguiti dalla nascita fino a 25 anni di età e sottoposti ad esami, a varie età, per individuare l'insorgere di possibili problematiche fisiche, mentali e sociali. All'età di 18, 21 e 25 anni è stato valutato l'uso di marijuana e di presunti sintomi psicotici. Dopo aver trovato che tra gli utilizzatori quotidiani di marijuana erano anche quelli che riportavano la più alta percentuale di sintomi psicotici, i ricercatori hanno applicato alcuni modelli matematici. Questi modelli sono progettati per tener conto di possibili variabili che avrebbero potuto interferire nei risultati e per determinare se era l'uso di marijuana a causare i sintomi o viceversa.
Con tutti i modelli applicati, la correlazione era confermata. Ma la conclusione che esista “una crescente evidenza sperimentale” che “l'uso regolare di cannabis può aumentare il rischio di psicosi” dipende completamente dalla validità dei dati di partenza, ed è proprio la validità di questi dati che solleva delle ovvie perplessità.

I sintomi di psicosi sono stati misurati utilizzando solo 10 elementi scelti da una lista denominata “Checklist 90 Sintomi”. Ai partecipanti è stato chiesto in pratica se loro avevano certe idee, sentimenti o convinzioni che di solito accompagnano stati psicotici. I ricercatori però non hanno considerato le effettive diagnosi sullo stato di salute mentale, e la loro checklist dei sintomi non è identica ai criteri diagnostici per le psicosi stabiliti nel manuale DSM-IV. Fatto ancora più importante, i ricercatori hanno utilizzato solo 10 domande “significative”, tratte da un questionario molto più ampio e completo.

Questi 10 elementi si concentravano per lo più su pensieri o sentimenti paranoici come “sentire che non posso fidarmi degli altri”, “sentire che gli altri ti osservano o parlano alle tue spalle”, “avere idee o convinzioni che gli altri non condividono”. Tutto questo pone un sostanziale problema metodologico, innanzitutto perché è risaputo che sentimenti paranoici possono presentarsi abbastanza comunemente durante l'effetto della marijuana.

L'articolo però non spiega se agli intervistati è stato chiesto di distinguere tra sensazioni provate mentre erano sotto l'effetto della marijuana e sensazioni provate in altri momenti. Per questo, non ci è dato di capire se questi presunti sintomi psicotici erano effetti permanenti o semplicemente normali effetti transitori di un'intossicazione di marijuana. Può anche darsi che i ricercatori disponessero di questi dati e che non abbiano ritenuto necessario riportarli, ma non averlo fatto è quantomeno bizzarro. E' come concludere che “le persone che vanno al bar sono guidatori più scarsi di quelli che non vanno al bar”, senza preoccuparsi di verificare se avevano bevuto prima di testarne la guida.

Ma anche se questi effetti fossero stati permanenti, i ricercatori non sembrano aver considerato che quello che potrebbe essere un sintomo di psicosi in altre circostanze, può invece essere una reazione del tutto normale per una persona che usa marijuana. Immaginate: una persona che usa una sostanza proibita e socialmente condannata, quasi per definizione ha “delle idee o convinzioni che gli altri non condividono”. Questo non è un segno di malattia mentale. E' segno di una persona razionale che valuta realisticamente la sua condizione.

E lo stesso vale per “sentire che non ci si può fidare degli altri”. Andatelo a chiedere a Robin Prosser, una utilizzatrice di marijuana a scopo terapeutico del Montana, che è stata arrestata la scorsa estate con l'accusa di detenzione, proprio dai poliziotti che erano accorsi per salvarle la vita quando aveva tentato il suicidio perché stava soffrendo in modo insopportabile e aveva finito la sua scorta di medicina.

Fergusson presenta molto pochi dei dati di partenza, così che non possiamo sapere nemmeno quali sintomi si presentavano più spesso o se le differenze in media tra i sintomi psicotici di utilizzatori e non utilizzatori erano dovute a pochi individui con molti sintomi o molti individui con pochi sintomi. E' perfettamente possibile che l'intera storia della marijuana che “causa” la psicosi sia basata solo sul fatto che i fumatori di marijuana hanno la ragionevole sensazione di avere convinzioni diverse dalla massa e che per questo dovrebbero essere un po' diffidenti.

E questa sarebbe la “prova” che la marijuana ti fa diventare psicotico? No, neanche lontanamente. Ma non aspettatevi che l'informazione ufficiale lo capisca.

Bruce Mirken è responsabile della comunicazione per il Marijuana Policy Project, http://www.mpp.org. Mitch Earleywine, Ph.D.,è professore associato di psicologia alla University of Southern California, autore di “Understanding Marijuana” (Oxford University Press, 2002).

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