Psicologia industriale manageriale. Nuove frontiere dello sfruttamento.
L'applicazione della psicologia agli ambiti lavorativi mira a modificare il rapporto tra individuo, gruppo, azienda e ambiente di lavoro al fine di ottenere una maggior produttività del lavoro. Il lavoro di modificazione, di adattamento o di scelta delle persone in funzione delle mansioni che i lavoratori debbono svolgere è affidato a psicologi del lavoro che svolgono attività di consulenza all'interno delle aziende relativamente allo sviluppo delle carriere, alla formazione del personale, al miglioramento delle condizioni di produttività e alla ricollocazione nel mondo del lavoro delle persone in mobilità. Le aziende capitalistiche dimostrano, non di rado, grande interesse per gli atteggiamenti dei dipendenti, le loro idee, il loro umore, le tensioni all’interno di un gruppo lavorativo e tutto ciò che riguarda la sfera psicologica dell’individuo. L’attenzione delle aziende per la sfera psicologica del lavoratore è motivata dal fatto che una maggiore attenzione per questi problemi può portare ad una maggiore produttività lavorativa e quindi un maggior profitto. In mancanza di un aumento di produttività, cioè maggior sfruttamento, verrebbe meno qualsiasi attenzione da parte del capitale e delle aziende per i problemi della sfera psicologica. Gli atteggiamenti lavorativi più studiati sono la gratificazione, l’alienazione, la dedizione all’organizzazione, la retribuzione e la motivazione alla mansione. Gli psicologi industriali hanno il compito di studiare e progettare strutture di formazione, di addestramento e adattamento della forza lavoro alle nuove tecnologie, per ottenere un maggior rendimento e un maggior appagamento del lavoratore alle mansioni svolte o da svolgere a secondo degli obiettivi prefissati dall’azienda. Le attuali procedure di selezione del personale si basano sull'analisi delle capacità richieste per un determinato lavoro e delle caratteristiche di personalità necessarie per una determinata mansione. Queste procedure includono una valutazione dell'intelligenza, dell’adattabilità, della flessibilità e delle abilità specificamente richieste per il lavoro, ottenuta attraverso test psicologici. Il fine che l’azienda intende di realizzare, come già detto, è quello di ottenere una maggior produttività del lavoro. La psicologia del lavoro è la nuova frontiera dello sfruttamento, ed i suoi profeti, i moderni psicologi del lavoro, sono i nuovi servi del potere. La macchina ha un limite di produttività oltre il quale, per motivi fisici, non può spingersi. Questi limiti sono conosciuti e sono una caratteristica della macchina, mentre i limiti di produttività per l’uomo sono meno conosciuti e variano da individuo ad individuo. Il compito della psicologia industriale è quello di scoprire questi limiti e spingere l’uomo a realizzare il più alto profitto possibile. La psicologia trova applicazione nel campo dell’industria in virtù di questa sua possibilità e di essere uno strumento per indagare nei rivoli mentali dell'uomo per arrivare al controllo mentale e fisico del lavoratore. La concertazione tra azienda e sindacati fà si che siano proprio i sindacalisti ad essere strumento di controllo mentale dei lavoratori. Oltre al danno economico anche la beffa dell'asservimento mentale!
Salvatore Cappuccio
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