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Latina/Bomba nella caserma dei carabinieri, inchiesta verso l'archiviazione
by Marco Cusumano Saturday, Oct. 14, 2006 at 5:05 PM mail:

La famiglia del carabiniere morto nell'esplosione di una bomba si oppone all'archiviazione dell'inchiesta.

Dal Messaggero di Latina del 11/10/2006.

Titolo: «Adesso vogliamo la verità»a famiglia Andreoli contro l'archiviazionedell'inchiesta

di MARCO CUSUMANO

Hanno perso il figlio più di un anno fa, ma non sanno ancora come è potuto accadere. Non sanno come quella bomba sia potuta entrare in una protettissima caserma dei carabinieri esplodendo tra le mani di loro figlio, Alberto Andreoli. Non sanno se c'è qualche responsabile dietro quella bomba, e ora chiedono ai giudici di non archiviare l'inchiesta. Il padre, la madre e la sorella di Alberto Andreoli, tutti residenti a Caserta, si sono rivolti al tribunale di Latina opponendosi alla richiesta di archiviazione avanzata dalla procura. I loro avvocati (Gerardo Marrocco, Luigi Ferrante e Giuseppe Passaretti) hanno presentato la formale opposizione all'archiviazione del caso chiedendo al giudice di disporre nuove indagini.
«Molteplici - sostengono i legali - sono i punti della vicenda che avrebbero richiesto un'indagine più specifica. Determinati elementi, emersi dalle dichiarazioni dei testimoni, non sono stati neanche indicati nella richiesta d'archiviazione dei pm». I legali riportano le dichiarazioni rese dal maresciallo Stefano De Rinaldis (che divideva l'ufficio con la vittima) dopo l'esplosione: «Andreoli, in borghese, mi ha fatto notare un grosso francobollo apposto su una busta. Mi ha mostrato quel francobollo facendomi notare che era eccessivamente grande, particolare e strano». I legali sostengono che su queste dischiarazioni «sarebbe stato opportuno indagare, identificando il mittente della busta e soprattutto verificando il contenuto». Chiedono anche di approfondire ulteriormente l'ipotesi, emersa durante le indagini, che l'ordingo sia un assurdo “souvenir di guerra” portato in caserma da qualche militare tornato da una missione all'estero, nei Paesi dove sono in corso dei conflitti. Infine gli avvocati che rappresentano la famiglia del carabiniere morto, riportano altre dichiarazioni del maresciallo De Rinaldis sulle quali chiedono ulteriori verifiche: «Ricordo che i colleghi del Radiomobile portarono per diverse ore, nell'ufficio affianco al mio, un cittadino extracomunitario di presumibile origine nordafricana, forse tunisino. E' rimasto in quell'ufficio per diverse ore».
«Leggendo la richiesta di archiviazione - concludono i legali - non abbiamo trovato nessun riferimento a tale episodio. Inoltre le indagini non sono durate neanche sei mesi dalla disgrazia, troppo poco per effettuare tutte le verifiche necessarie». L'udienza per discutere l'archiviazione o il proseguo dell'inchiesta è stata fissata per il 13 novembre davanti al gip Giuseppe Cario.

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PS: la versione ufficiale è che la bomba sia stata acquistata su una bancarella di extracomunitari, rimasti - neanche a dirlo - senza nome.

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