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Mascia (Prc) presenta un emendamento destinato ad aumentare i fondi per il software libero
by Stefano Bocconetti (Liberazione) Sunday, Oct. 15, 2006 at 6:03 PM mail:

Software e codice libero: per risparmiare servono investimenti Mascia (Prc) presenta un emendamento destinato ad aumentare i fondi per il software libero

da Liberazione 14-Ottobre-2006 http://www.liberazione.it

Software e codice libero: per risparmiare servono investimenti
Mascia (Prc) presenta un emendamento destinato ad aumentare i fondi per il software libero
http://www.liberazione.it/giornale/061014/LB12D6A7.asp

Dieci milioni di euro. Per quest’anno, per il prossimo e il
prossimo ancora. Non sono una cifra spropositata ma, insomma, dentro una finanziaria assai parca, sono già più di un segnale. Sono i soldi che il governo stanzia per finanziare progetti che genericamente vanno sotto il capitolo “società per l’informazione”. Saranno, insomma, fondi destinati a piani per il recupero del digital divide, per digitalizzare archivi, per fornire nuovi servizi informatici. Per sperimentare forme di democrazia elettronica.

Soldi che saranno legati a progetti, da presentare entro quattro mesi. Fin qui il governo. Rifondazione chiede di più, però. E senza neanche una lira di aggravio dei conti pubblici. Ieri Graziella Mascia, la vice presidente del gruppo del Prc alla Camera, ha presentato un emendamento all’articolo 112 della Finanziaria. Esattamente quello che stanzia i trenta milioni di euro in tre anni per l’innovazione. Graziella Mascia chiede che almeno il cinquanta per cento di quei fondi sia destinati a sviluppare progetti legati all’open source. Legato ai sistemi a codice aperto, non proprietario insomma. Cosa che permetterebbe agli sviluppatori, a chiunque ne abbia la capacità, di creare per le proprie esigenze, senza dover pagare milioni di balzelli al copyright dei colossi del settore.

Di più. Come è noto la comunità open source da tempo si è dotata di proprie regole. Di una vera e propria “legislazione” che in qualche modo sostituisce le norme sul diritto di proprietà. In pillole, l’unico vincolo che si chiede a chi utilizza sistemi o programmi open source è che le eventuali modifiche, i miglioramenti siano resi disponibili a tutti. A tutti gli altri utenti. Bene, l’emendamento di Rifondazione prevede che tutta la documentazione dei software sviluppati nella pubblica amministrazione siano disponibili poi in un unico data base, costruito appositamente dal Ministero per le riforme e l’innovazione della pubblica amministrazione. Da qui, qualsiasi altra amministrazione, regione, scuola, ospedale, chiunque potrà prelevare il software per adattarlo alle proprie esigenze.

L’emendamento, come detto, non comporta alcuna spesa aggiuntiva per le casse dello Stato, tema che sta molto a cuore al ministro Padoa Schioppa. E forse in futuro permetterà di risparmiare. Molte decine di milioni di euro. Perché come hanno sostenuto tanti studi, e come ha denunciato l’Hacklab di Caserta, l’utilizzo del software libero e di quello a codice aperto, consentirebbe alla pubblica amministrazione - e si parla solo degli uffici centrali, ministeri, insomma, senza contare insomma i Comuni e le università - qualcosa come quarantacinque milioni di euro. Soldi che in Italia finiscono nel 90 per cento dei casi nelle mani della Microsoft. Soldi che si potrebbero risparmiare, soldi che da soli valgono più della Finanziaria di quest’anno.

Stefano Bocconetti

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