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In 400 partono da Termini per bloccare lo stabilimento lucano di Melfi
by loforti rosario Saturday, Dec. 07, 2002 at 1:33 PM mail: sarovan@tiscalinet.it

400 operai partono da Termini per bloccare lo stabilimento lucano di Melfi

Lunedì due novembre ore 17.00 gli operai assieme alle mogli, ai parenti,i figli e gli amici sono ancora una volta davanti ai cancelli dello stabilimento termitano,si attende l’arrivo dei 10 autobus che porteranno il movimento dei lavoratori a quella che sembra a detta di tutti una delle più impegnative azioni di lotta intraprese fino ad ora dal movimento. Si tratta infatti di bloccare per tre giorni la produzione dello stabilimento SATA-FIAT di San Nicola di Melfi,fiore all’occhiello dell’azienda torinese che vanta la produzione di più di 1000 macchine al giorno (punto 3 e 5 porte e lancia y)con circa 7000 operai che vi lavorano senza contare l’indotto.
Tra le lacrime delle mogli e gli ultimi saluti alle 18.10 la carovana parte per la Basilicata l’obbiettivo sembra essere chiaro a tutti “dobbiamo arrivare entro le 6.00 per bloccare il primo turno” dice Giovanni Lo re operaio fiat collesanese e sindacalista della CGIL. Ad accompagnare gli operai fiat e dell’indotto(automotiv sistem, bienne Sud , lear)ci sono anche gli operatori di tele fabbrica la TV di strada che ha trasmesso a Termini Imerese informazioni e cronache della protesta dei dipendenti fiat, purtroppo oscurata martedi dal ministero delle comunicazioni perché priva di concessione governativa che autorizza a trasmettere.
Alle 5.00 del mattino del Martedì i 400 si trovano davanti ai tre cancelli del gigantesco stabilimento Lucano ad attenderli ci sono i delegati sindacali della fiom CGIL locale ,una delegazione bolognese sempre della fiom e i delagati dello SLAI COBAS locali, mentre CISL e UIL locali si dissociano minacciando di voler forzare il blocco se la protesta sarebbe continuata nei giorni successivi, poi inspiegabilmente indicono uno sciopero di 6 ore in tutti e tre i turni per solidarietà ai lavoratori siciliani.
Alle 6.00 senza nessun incidente avviene il blocco del primo turno, alcuni dei lavoratori lucani pochissimi per la verità partecipano ai presidi e ai blocchi dei turni successivi, subito appare chiara la situazione di Melfi di quanto sono gravi le disarmonie sindacali, dove nonostante le condizioni di lavoro pesantissime, i 5400 provvedimenti disciplinari e i conseguenti 250 licenziamenti per “per giusta causa” solo nel 2002 pochi sono i lavoratori che protestano.Questo è il prezzo della competitività.
Passa il primo giorno di lotta, gli operai a turno vengono ospitati a dormire a Palazzo S. Gervaso in una palestra del comune mentre gli altri rimango ai picchetti davanti ai bagliori e al caldo dei falò che arderanno continuamente per tre giorni e due notti.
Nei due giorni successivi continuano i presidi e il blocco dello stabilimento ,contemporaneamente le militanti del movimento donne si trovano a Roma a palazzo Chigi da lì se ne andranno piene di rabbia e delusione dopo il flop delle trattative tra governo sindacato e fiat.
Mercoledì arriva a portare la solidarietà al movimento operaio assieme ai militanti del laboratorio per la disobbedienza sociale campano Francesco Caruso che dichiara ai giornalisti “questo è il sud ribelle il sud di chi non ha mai avuto un posto di lavoro è quando ce l’ha lo buttano in mezzo a una strada; di chi non accetta che si continui a chiudere ospedali e ad aprire nuove carceri”.
Nel pomeriggio del mercoledì arriva una notizia che scuote gli animi degli operai di Termini inpegnati nella protesta di Melfi è quella del licenziamento dei 28 ragazzi che la Fiat aveva assunto col contratto di formazione lavoro appena due anni fa ,poi la vicenda si complicherà con la minaccia di suicidio di alcuni di questi ragazzi che saliranno sulla torre dello stabilimento, oggi invece i 28 ragazzi siciliani sono stati assunti dall’azienda a tempo determinato(forse l’unico risultato positivo della lotta operaia).
Giovedì è l’ultimo giorno che vede impegnati gli operai a Melfi l’obbiettivo di bloccare tre giorni di produzione è stato raggiunto ora agli operai di Termini non resta che attendere i risultati della trattativa che vengono ascoltati nei giornale radio durante il viaggio di ritorno all’interno degli autobus, purtroppo il negoziato è fallito solo rabbia e delusione per l’esito della trattativa sull’impianto di termini, da lunedì giorno 9 novembre infatti è scattata la cassa integrazione per tutti i 1.800 dipendenti fiat più altri 1.000 dell’indotto, l’impianto riaprirà per un breve intervallo di 5 settimane non consecutive tra gennaio e marzo per realizzare un lotto di produzione fine serie della punto che consentirà l’attività dello stabilimento su due turni. Nel periodo tra aprile e settembre gli operai verranno riqualificati attraverso un piano di formazione e addestramento professionale .La ripresa dell’attività produttiva avverrà nel settembre del 2003 con l’avvio su un turno giornaliero della produzione della punto restyling con rotazione settimanale degli addetti fino a dicembre. Quello che succederà dopo nessuno lo sa. L’assunzione comunque non è garantita a tutti ,l’azienda infatti tenta di raggiungere al massimo il modello di flessibilità ispirato a Melfi.
La protesta quindi continua e potrebbe prendere toni duri c’è chi parla di occupazione dello stabilimento, intanto continuano ad ardere i falò davanti ai cancelli della Fiat di Termini per riscaldare chi vi rimane durante la notte ,qualche giorno per organizzare le nuove azioni di lotta e vedremo come andrà ad evolversi il disastro industriale Fiat, per adesso una cosa è certa che lo stabilimento di Termini Imerese è ufficialmente chiuso.

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