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G8, Giuliani non fu ucciso da Placanica
E' l'ipotesi del perito Antonio Ugolini, che a Panorama svela che il colpo mortale potrebbe essere partito "da dietro". ROMA – A uccidere Carlo Giuliani non fu l’arma del carabiniere Mario Placanica. Secondo il perito Antonio Ugolini, dapprima scelto come consulente balistico dalla famiglia Giuliani e poi sostituito, il colpo che fu mortale per il giovane partì “da dietro”.
In un'intervista a Panorama domani in edicola, Ugolini spiega perché, a suo avviso, a colpire il giovane durante gli scontri di Genova potrebbe essere stata un'arma diversa dalla pistola del carabiniere Mario Placanica. ''Non mi pare che sussista alcun elemento - afferma Ugolini, nell'intervista - in grado di provare che ad attraversare il cranio di Giuliani sia stato un calibro 9 per 19 come quelli in dotazione a Placanica; le dimensioni dei fori d'ingresso e uscita sono pari e in un caso anche inferiori all'ingombro fisico di un proiettile di quel tipo''.
''Non sono stati trovati i proiettili che ferirono mortalmente il ragazzo - prosegue Ugolini - quindi non esistono elementi di certezza per riferirli alla sola canna della pistola di Placanica''.
''Un proiettile come quello di Placanica - aggiunge il perito - avrebbe causato l'esplosione del cranio per pressione idrodinamica, ferendo poi probabilmente qualcun altro alle spalle di Giuliani. La testa di Carlo invece era intatta, e nessun altro è stato colpito. Nemmeno la posizione dello sparatore è chiara. Mai, in tutta la mia carriera, ho constatato che un proiettile presumibilmente frammentato, in questo caso a causa dell'impatto con un calcinaccio, procurasse un foro d'entrata più grande del foro d'uscita. Un'eccezione storica. Oppure il colpo è partito da dietro''.
(12 DICEMBRE 2002, ORE 15:05)
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