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GEOFOR PISA - politicamente contrari
by collettivo politico/culturale agora' Tuesday, Dec. 17, 2002 at 1:07 PM mail: agorapi@officinaweb.it

Il collettivo politico/culturale agora' sostiene la lotta dei lavoratori GEOFOR di Pisa

POLITICAMENTE CONTRARI

La vicenda GEOFOR ci pare emblematica di almeno tre questioni: i danni delle privatizzazioni, l’adesione ideologica della ex sinistra ai dettami neo-liberisti, l’abbandono dell’idea che la difesa dei lavoratori sia, per una sinistra degna di questo nome, il fondamento di qualsiasi politica.
Il Comune di Pisa è uno dei pochi che ha un assessore alle privatizzazioni e già questa presenza la dice lunga sul modo di pensare di questa giunta: trasporti, servizi, case popolari, acqua... tutto privatizzato perché così l’ideologia neo-liberista del capitale vuole e pretende.
Certo, la maggioranza delle azioni è in mano pubblica, ma poi si lascia gestire tutto al privato perché, si sa, privato è bello.
E così, privatizzando privatizzando, si arrivano ad avere costi più alti per i lavoratori (cittadini o utenti, chiamateli come vi pare ma considerando che, a meno che uno non viva d’aria o di rendita, sempre di lavoratori/lavoratrici si tratta), peggioramento (spesso) dei servizi erogati, grossi guadagni dei privati, riduzione dei diritti dei dipendenti delle aziende che si privatizzano.
Per Pisa la tassa sui rifiuti solidi urbani da che è arrivato il padrone è aumentata del 30% e potrebbe aumentare del 50%; i soldi investiti nel materiale (camion, cassonetti, campane ecc.), e si parla di miliardi di vecchie lire, oggi non servono più perché altre sono le spese legate alla gestione dello smaltimento differenziato dei rifiuti. Ma quei soldi prima investiti e ora buttati di chi erano? Quando il servizio era pubblico (GEA) si pagavano 250.000 lire, ora che è misto (GEOFOR) se ne pagano 780.000 e grazie davvero per l’ottimo risultato. La città non ci sembra che sia più pulita o che sia migliorato il servizio, anche perché l’ingresso del padrone ha significato diminuzione di posti di lavoro.
Siamo favorevoli alla raccolta differenziata perché permette un risparmio attraverso il riciclaggio ed è civile attuarla con attenzione, ma noi non possiamo derogare dal pretendere contemporaneamente una gestione trasparente dei processi, la conoscenza esatta dei profitti eventuali e della loro destinazione, la tutela dei lavoratori interessati.
La vicenda GEOFOR ha contraddetto tutto ciò ed anche qualcosa di più.
La privatizzazione è stata fatta senza gara, scegliendo un imprenditore, cedendogli una quota di minoranza ma con la gestione totale della nuova società. Se è vero com’è vero che i cittadini non hanno avuto benefici, da questa operazione chi ci ha guadagnato? All’atto della fusione il valore di ECOFOR, cioè delle azioni possedute dal padrone privato FORTI S.p.A., è stato molto sopravvalutato: GEA ed ECOFOR furono valutate infatti a pari valore. Ma la situazione delle due aziende non era certo la stessa: la GEA si trovava, è vero, in una posizione di minor redditività ma tale situazione era assolutamente temporanea e legata al fatto che in quel momento l’azienda era impegnata per la messa a norma dell’inceneritore e costretta a pagare per mandare i rifiuti alla discarica, nonché impossibilitata a incassare i ricavi derivanti dalla produzione di energia. D’altra parte la ECOFOR era nella necessità di una riconversione totale dell’impresa, legata com’era alla sola gestione della discarica. Il privato non poteva, dunque, essere considerato in grado di dettare condizioni ma, invece, fece un buon guadagno, anzi ottimo perché le proprie azioni furono sopravvalutate e, in più, il padrone privato ottenne la nomina dell’Amministratore Delegato e la possibilità di recedere dalla fusione (tante volte qualcosa fosse andato male). Perché gli amministratori pubblici, Sindaco di Pisa in testa, si sono fatti ricattare dal privato? Perché il privato ha conservato per sé tutti i servizi più lucrosi? E perché il numero dei dipendenti è diminuito? Sarebbe utile conoscere le risposte, ma è molto difficile sperare chiarezza.
Il nostro Signor Sindaco ha descritto il personale come lavativo e conflittuale e, dunque, almeno lui sarà contento della diminuzione dei lavoratori. Ma in questo non è certo solo: anche il Signor Padrone ha fatto dire ai suoi dirigenti che «c’è una minoranza di lavoratori ex GEA, ideologicamente contrari ad ogni tipo di privatizzazione, che sono assenteisti e sabotatori». E non potrebbe essere diversamente visto che per il Presidente Paolo Landi se si rompe un camion esso non si è semplicemente rotto ma «un dipendente ha guastato ben tre camion dell’immondizia». La Margherita, il partito di Landi, attraverso il suo coordinatore Salvadori ci informa come l’accordo tra CGIL-CISL-UIL e azienda servirà «a combattere difficoltà ed errori nella gestione del personale, assenteismo e disaffezione non più tollerabili» facendo almeno due gaffes: la prima scoprendo senza più remore la vocazione padronale del suo partito e la seconda confermando che quell’accordo non è stato fatto per i lavoratori ma per l’azienda. Non a caso i lavoratori l’hanno bocciato, quell’accordo, che è un bidone sia per i contenuti, sia perché firmato sopra la testa dei diretti interessati. Da sempre i lavoratori chiedono di andare alla elezione della RSU aziendale che potrebbe consentire una rappresentanza reale, essendo espressione diretta dei lavoratori ma i nostri amministratori pubblici, i partiti di “sinistra” (si fa per dire) al governo delle amministrazioni, i sindacati confederali e compagnia cantando, se ne guardano bene dall’appoggiare questa richiesta apparentemente di buon senso. Il problema, per loro, è che i lavoratori sono scomodi, rompono le uova nel paniere a lor signori e dunque vanno minacciati, perseguiti, intimoriti, denunciati e possibilmente licenziati.
Infatti i lavoratori sono attenti (al contrario dei componenti di parte pubblica nel CDA della Geofor) e avevano denunciato da tempo la situazione, indicando problemi circa il clima vessatorio in azienda, dubbi circa la percentuale reale di differenziata, l’esistenza di smaltimento indifferenziato, possibili irregolarità nella pesatura dell’immondizia proveniente dalla raccolta differenziata e un traffico su gomma di rifiuti non molto chiaro. Ma i nostri prodi amministratori, tutti intenti agli affari loro, non hanno pensato di avviare un’inchiesta ma, anzi, hanno respinto richieste in tal senso fatte dalle opposizioni.
Poi ecco il servizio televisivo di “Striscia la notizia” ed ecco lo smascheramento, davanti a 18 milioni di telespettatori, del Comune e della GEOFOR con la documentazione visiva del fatto che si rimescola sui camion e si trasporta in discarica, tutto insieme, il materiale raccolto in modo differenziato. Qualche cittadino avrebbe potuto pensare che, a questo punto, qualcuno di lor signori chiedesse scusa ma noi, che conosciamo i nostri polli e abbiamo dimesso le illusioni su questa classe affaristico-politica che dice di governarci, sapevamo bene cosa sarebbe successo ed è puntualmente accaduto. In un primissimo momento l’azienda ancora ad insistere che la colpa è di qualche lavoratore infedele; il portavoce del sindaco agli inviati della trasmissione grottescamente dice «che nulla sapeva e che niente ha da spartire con GEOFOR». Successivamente l’Ulivo chiede chiarezza, il sindaco chiede chiarezza, la GEOFOR chiede chiarezza, CGIL-CISL-UIL chiedono chiarezza e così via, tutti a braccetto, a scaricare le proprie colpe dietro la consueta cortina di interventi interessati, bugie e mezze bugie, polveroni su polveroni fino all’immancabile “ricorso alla magistratura”. Francamente non sapremmo elencare chi ha denunciato chi e per cosa, tante sono state le passeggiate a Palazzo di Giustizia ma poco importa: anche in questo caso la giustizia non verrà e tutt’al più si metterà un altro timbro giudiziario all’operato dei padroni, pubblici o privati non fa differenza.
L’ultima discussione pubblica è stata incentrata sul fatto che, da quando c’è la GEOFOR, la percentuale di differenziata sarebbe salita tanto da non rischiare più la “tassa Ronchi” che è costata a Pisa 700 mila euro nel 2001. L’ipotesi è semplice ed affascinante e Fontanelli ci si butta a corpo morto: non può essere vero che il differenziato viene poi rappattumato tutto insieme, perché è certificato un 25% di differenziata, tanto è vero che non pagheremo più l’ecotassa! Peccato però che Legambiente (di cui, ironia della sorte, fa parte anche Fontanelli) denuncia e poi reitera alcuni giorni dopo che «la GEOFOR mostra in realtà poca convinzione nel portare avanti la raccolta differenziata e la difesa, con gli enti di controllo indipendenti che certificano la raccolta differenziata, è controversa perché ci risulta che l’agenzia regionale recupero risorse, addetta alla certificazione, abbia pochissimi dipendenti. Il controllo, alla fine, avviene tramite i dati forniti dalla GEOFOR stessa» e ancora, tre giorni dopo: «Gli interessi di GEOFOR sono diversi da quelli dei cittadini che sperano di salvare l’ambiente ed avere tasse ridotte. Al contrario GEOFOR e Comuni che ospitano inceneritore e discarica (Pisa e Pontedera) hanno interesse a che i rifiuti non diminuiscano perché sono fonti di reddito: discariche ed inceneritori sono macchine per accumulare soldi in pochi anni e a Pontedera i soldi sono andati al socio privato che ha di fatto la gestione completa della discarica».
Ma lor Signori, ormai assuefatti all’impunità, continuano la guerra contro i lavoratori, preannunciando provvedimenti disciplinari e cavalcando un documento firmato da 96 lavoratori “buoni e onesti” (quasi tutti impiegati pontederesi) che vogliono «gridare tutta la loro rabbia per un’azione architettata da pochi e che scredita il lavoro di tutti». I responsabili provinciali di categoria della CGIL-CISL-UIL, seduti sulle macerie del loro accordo respinto dai diretti interessati, stanno a guardare un’azienda che divide i lavoratori tra buoni e cattivi, minacciando di far valere l’accordo solo per i lavoratori buoni di Pontedera, nulla ci dicono su cosa vorrebbero fare dei lavoratori dello stabilimento di Pisa: bel lavoro davvero per dei sindacalisti!
Le ultime notizie sono da operetta: si minacciano querele contro Mediaset ma poi si smentisce tutto, si chiama a raccolta tutti gli “amici degli amici” perché intervengano sui giornali a distinguere, discettare, accusare, negare, rivendicare nello stile più puramente berlusconiano mentre i cittadini sono invitati (adesso!) a visitare gli impianti.

Noi, che subiamo le angherie di lor Signori sottoforma di sotterraneo boicottaggio alle nostre attività (mancanza di spazi, multe milionarie per affissione abusiva mentre mancano le bacheche che sono state deliberate da tre o quattro anni, finanziamenti sempre più consistenti a un sempre più piccolo numero di associazioni allineate, ecc.) sappiamo da che parte stare senza indugi e lotteremo con tutti coloro che si oppongono al neo-liberismo capitalista e ai suoi frutti avvelenati: divisioni, privatizzazioni, lavoro precario, scadenza dei diritti di chi lavora, acquisizione di un’unica mentalità padronale, impoverimento delle classi subordinate, rottura delle solidarietà. Noi, senza indugio, stiamo dalla parte di chi lotta (prima di tutto, quindi, con i lavoratori GEOFOR di Pisa), di chi non rinnega il proprio passato, di chi non sale sul carro del vincitore, di chi pensa che ribellarsi è giusto e possibile un altro mondo.
L’unico modo per fermarci, cari signori ex tutto, sarà di privatizzare presto anche l’aria. Non abbiamo i soldi per pagare, e così saremo costretti a tacere e sparire non potendo neppure respirare liberamente.

collettivo politico/culturale agora'

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