Romani, Compagni , concittadini....
Romani, compagni concittadini,
L'Italia sta per entrare in guerra con l'Assiria e Babilonia. Colui che ci guida č un Presidente alto un cazzo, un barattolo e un biglietto del tram. Un uomo impomatato e inceronato da far schifo. Un costruttore di palazzine di pessimo gusto per fasti neo-borghesi, uno spacciatore di programmi televisivi volgari. Un uomo che aveva per stalliere un mafioso e per cavallo dell'Utri. Nella storia romana, sul finire della Repubblica, un solo uomo poteva paragonarsi a costui. Licinio Crasso, banchiere, usuraio e corruttore dei pubblici costumi. Anche Crasso, inappagato dai venali successi volle cimentarsi con le arti marziali. Come finģ e storia nota: la sua testa fu portata in tronfo sulla picca di un cavaliere Parto. Ma almeno Crasso ebbe il buon gusto di morire da romano, uccisogli il figlio in battaglia passņ in rassegna le legioni superstiti dicendo "Questo č il mio lutto personale, Roma da voi richiede la vittoria". Furono tutti sterminati nella pianura intorno ad Harran, all'attuale confine fra Siria e Turchia. L'attuale brevilineo Presidente manderą, invece, a morire degli altri. Che il foro insorga, i tribuni parlino e il popolo di Roma rovesci il tiranno prima che altre sciagure si abbattano sulla cittą eterna!
Sbancorus
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