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SU TORINO - CONF. COBAS
by confederazione cobas - torino Sunday, Mar. 30, 2003 at 5:32 PM mail:

comunicato stampa della CONFEDERAZIONE COBAS di TORINO sulle cariche alla manifestazione del 29 Marzo

Oggi, 29 marzo a Torino…

La prima carica.
Alle h.16,30 il corteo per la pace, partito da Piazza Castello, aveva già imboccato via Milano. Lo spezzone finale, dove sfilano il Centro Sociale Askatasuna e gruppi di militanti Cobas e dei sindacati di base, è all’altezza di Via Pietro Micca quando vediamo i carabinieri convergere e stringerci dai lati mentre due file di poliziotti si infilano nel corteo e sbarrano quest'ultimo spezzone. Partono le prime cariche e manganellate, viene abbattuto lo striscione, ma i compagni riescono a ricomporsi e a ricongiungersi al grosso del corteo che prosegue verso Porta Palazzo. Qui ora si immettono centinaia di immigrati – con tutta la comunità palestinese di Torino – che si uniscono alla protesta contro l’aggressione angloamericana all’Iraq e la loro sporca guerra.

Seconda carica.
Arrivati in via della Consolata parte dal fondo una carica mirata di nuovo ai giovani di Askatasuna. Anche questa volta ci si ricompone e si prosegue in via Po da dove la testa del corteo sta raggiungendo Piazza Castello per concludersi al presidio permanente.

Ultima brutale, ingiustificata carica.
In via Po per la terza volta carabinieri e poliziotti caricano: iniziano violenti pestaggi, a una donna palestinese che sfilava con figli e nipoti viene rotto un braccio, il ragazzo che guidava il camioncino del Centro sociale viene tirato giù a forza, pestato e nonostante la testa rotta e la continua perdita di sangue viene rinchiuso nell’auto della polizia e portato via; perfino i bambini che reggono il lungo striscione coi colori della Palestina vengono gettati per terra e feriti (quattro saranno caricati sull’ambulanza e ricoverati in ospedale). Contemporaneamente piazza Castello viene innondata di lacrimogeni: nonostante il corteo venga disperso, almeno mille persone continuano a presidiare la piazza, ad assistere chi è stato colpito, a scandire slogan.
Non è ancora finita: più tardi alcuni blindati – lacrimogeni sulla torretta – si dirigono a tutta velocità verso Porta Palazzo, e ancora una volta sono sotto il tiro gli immigrati arabi che vengono caricati e dispersi. Un funzionario della Digos ci dice: “dovete ringraziare che non siamo entrati nella Moschea”.

Di quanto sopra detto noi Cobas – come altre decine di persone intervenuti a proteggere come si poteva gli aggrediti, le donne e i bambini- siamo stati esterefatti testimoni oculari. Così come possiamo testimoniare di non aver visto nulla che potesse scatenare azioni tanto brutali delle forze dell'ordine. A meno che anche i gesti simbolici e gli slogans siano diventati oggetto di criminalizzazione e di repressione: e siamo appena al primo giorno dello “stato d’emergenza” proclamato ieri dal governo italiano!.

Confederazione COBAS – Torino

sabato 29 marzo 2003

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