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ACTION: Lettera aperta degli abitanti di via dei Lollis
by altremappe Tuesday, Apr. 08, 2003 at 3:00 PM mail:

Lettera aperta degli “ospiti” del Civico 6 di Via Cesare de Lollis – S.Lorenzo, Roma

All’Amministratore Unico della Triton srl, Sig. Ugo Bartoletti,
Al CdA della Alerion Real Estate spa (ex Fincasa 44 spa) detentrice del 51% delle azioni Triton,
Al CdA della Paolo Morasssutti spa, detentrice del 48% delle azioni Triton,
Al CdA dell’ Immobiliare Casalboccone srl, di cui la Triton detiene l’88,9% delle azioni.
Agli amministratori delle società immobiliari della città e alle loro associazioni sindacali.
E p.c. al Presidente del III° Municipio, Corsetti e alla Consulta della casa del III Municipio
Al Sindaco di Roma, Valter Veltroni
All’Assessore Comunale all’Urbanistica, Morassut
All’Assessore Comunale al Patrimonio, Minelli
Al consigliere delegato per la casa e l’emergenza abitativa, Nicola Galloro
Al consigliere delegato alla partecipazione e al Bilancio Partecipativo, Nunzio D’Erme
Al Magnifico Rettore dell’Università La Sapienza, Prof. D’Ascenzio
Al dirigente del commissariato di S.Lorenza, Dott. Gentili
Al Questore di Roma, Dott. Cavalieri
Ai movimenti di lotta per la casa
Ai sindacati degli inquilini
Ai comitati e alle associazioni di difesa dei residenti del centro storico
Ai cittadini romani in difficoltà abitativa e a chi la casa ce l’ha ma non è contento lo stesso…
A tutti gli organi di stampa e d’informazione

Siete sicuramente a conoscenza del fatto che dalla mattina del 1° Aprile un centinaio di famiglie di sfrattati e di giovani senza casa ha trovato “ospitalità” presso un immobile di proprietà della Triton srl sito in Via C. de Lollis n.6, ex sede dell’ufficio provinciale del lavoro, vuoto da diverso tempo. Il Sig. Ugo Bartoletti, interpellato alcune ore dopo l’entrata nei locali, dimostrava una spiccata disponibilità al dialogo lasciando intendere che le soluzioni possibili erano due: o andavamo via o andavamo via. Ne deduciamo che a breve, degli uomini in divisa si presenteranno al Civico 6 di Via de Lollis intimandoci di uscire a mani alzate ed in fila indiana, per ripristinare il diritto del Sig. Ugo Bartoletti di decidere come meglio crede di questo stabile che gli ha già dato tanti grattacapi.

Come ben sapete infatti, prima ha cominciato a scricchiolare sinistramente facendo accorrere uno stuolo di ingegneri e di Vigili del Fuoco che con le loro perizie hanno messo in fuga il Ministero del Lavoro e il lauto affitto che regolarmente versava alle casse della Triton; poi, quando finalmente stava decidendosi a venderlo, è rinato a nuova vita con tutti questi occupanti e i loro bambini vocianti; insomma un disastro di investimento.

Eppure il punto di vista del Civico 6 è abbastanza semplice ed è appunto per perorare le sue ragioni che vi scriviamo, ben sapendo per esperienza che, “mentre ai nostri diritti siete sordi”…a quelli del mattone siete soliti prestare maggiore attenzione.

Il fatto è questo: dopo anni di servizio irreprensibile, il Civico 6 si è stancato delle giornate tutte uguali, delle volgari chiacchiere da ufficio, delle facce svogliate e delle stanze grigie e polverose e dei lunghi weeh-end solo come un cane. Mai un evento gioioso, una festa, un’assemblea di condominio, neanche una rissa tra vicini come accade in tutti i palazzi normali.

E pensare che all’inizio era pure contento del suo ruolo, ogni mattina aspettava con fiducia che gli impiegati si sedessero a quelle scrivanie che aveva gelosamente custodito dopo l’orario di lavoro; la lunga solitudine dei pomeriggi e delle notte svaniva di colpo appena il primo impiegato varcava la soglia del portone. Ma col tempo si era reso conto che gli impiegati lo odiavano almeno quanto quelli che venivano a fare la fila: realizzò che gli ricordava il lavoro, la costrizione, la gerarchia…come agli altri ricordava la burocrazia, l’arroganza, il potere. E’ stato allora che sono iniziati gli scricchiolii, segnali inequivocabili di una vera e propria crisi d’identità: voleva restare solo. Ma anche la più moderna ingegneria non è ancora in grado di decifrare il linguaggio dei palazzi (perché come tutti sanno ogni palazzo ne ha uno) e il suo “che se vajan todos” è stato decifrato solo a metà: dichiarato “palazzo pericoloso” è stato chiuso e abbandonato.

Il primo periodo è stato duro, la solitudine stava lentamente facendo breccia nella sua maledetta testardaggine. Quasi cominciava a guardare con invidia suo fratello, il civico 10, dove si erano trasferite le sue attività… quando st’inverno accadde qualcosa che gli diede l’idea. In una notte più gelida delle altre qualcuno in cerca di riparo si introdusse nelle sue stanze; lì per lì fu preso dal panico, ma poi vedendolo addormentare tranquillo sotto una colonna portante, gli sembrò di rinascere a nuova vita: le travi trattennero il respiro per non svegliarlo, le pareti si restrinsero per non far disperdere il calore…finalmente dopo anni si stava prendendo cura di qualcuno come aveva sempre sognato di fare.

Da quella notte tutto fu più semplice; studiò un piano ed attese che si realizzasse. Ogni mattina si faceva più bello, puliva ogni traccia dei bivacchi notturni affinché nessuno pensasse che fosse abitato, spalancava le finestre per fugare ogni dubbio sul fatto che fosse veramente vuoto e aspettava che qualcuno lo notasse. Finché non è accaduto… quando ci siamo presentati al suo portone ci ha aperto con un semplice “benvenuti”: aveva anche cambiato la serratura, diavolo di un palazzo!

Oggi il Civico 6 di Via de Lollis è un palazzo felice e tutte le notte visita i sogni dei bambini italiani, eritrei, etiopi, peruviani, arabi… che accoglie nelle sue stanze per essere sicuro di non doversi rimproverare nulla: niente e nessuno potrà convincerlo di tornare ad essere un anonimo “ufficio”.



Ma voi invece, siete sicuri di non dovervi rimproverare nulla?

Siete sicuri, Signore Amministratore Unico, Signori Presidenti e Consiglieri di aver fatto tutto il possibile affinché le “vostre” proprietà fossero utilizzate al meglio delle loro potenzialità? Siete sicuri che lasciando sfitti per anni immobili come il Civico 6 di Via de Lollis, non si comprometta irrimediabilmente tutto il patrimonio immobiliare della città, ad esempio generando una continua corsa al rialzo dei prezzi degli immobili e delle aree?

Questa città ha estremo bisogno di valorizzare le risorse che possiede per elevare la qualità della vita di tutti i suoi cittadini e non solamente di quelli ricchi e facoltosi che amano giocare in Borsa - che, detto fra noi, rappresentano ancora una percentuale piccolissima della popolazione romana, pur se detengono la maggior parte delle ricchezze.

Ed è proprio a proposito di queste maggioranze e minoranze, ma soprattutto di queste ricchezze, che vorremmo fare con voi un ragionamento: è convinzione diffusa che le “vostre” fortune finanziarie spesso rappresentano per la cittadinanza solo un peggioramento della qualità della vita in termini di costi, accesso ai diritti, di traffico se si tratta di nuove costruzioni… ecc ecc; ed è altrettanto diffusa la convinzione che giustizia vorrebbe che almeno parte di queste ricchezze fossero utilizzate a “parziale risarcimento sociale” nei confronti della città. Ad esempio destinando a locazione parte degli immobili in disponibilità o in realizzazione prossima, ipotizzando uno spettro di possibilità locative – dal canale concordato ad un canone sociale rispondente al reddito - in grado di dare risposta all’emergenza alloggiativa di una città come Roma.

Crediamo sappiate infatti che a Roma ci sono 40-50.000 famiglie in difficoltà abitativa, qualcosa come 150.000 persone che tra sfratti, affitti alle stelle ed altro non hanno garantito uno dei diritti fondamentali della persona, l’abitare. Certo, non siete gli unici a dovervi rimproverare qualcosa: le privatizzazioni prima e la “cartolarizzazione” adesso, i patti in deroga e l’attuale legge sui canoni, la scomparsa dei fondi Gescal e i tagli della finanziaria al contributo all’affitto, in poche parole l’assenza di una vera politica della casa…. non sono certo vostre responsabilità, non direttamente almeno.

Fatto sta che in qualità di proprietari degli immobili avete tutte le possibilità di fare un atto di coraggio civico da cui la città può trarre solamente beneficio. Noi, questo pezzetto di città che siamo, queste proposte ve le facciamo; voi pensateci.

proponiamo al Consiglio d’Amministrazione dell’ Alerion R.E. spa, nelle persone del Presidente Amedeo Brunelli, del Vice-presidente Emanuele Rossini e dell’Amministratore Delegato Giuseppe Castellano, un incontro con una delegazione degli ospiti del Civico 6, alla presenza del Municipio III°, del Comune di Roma e dell’Università La Sapienza, nella data e nel posto a voi più comodo (meglio se Roma) per discutere dell’eventuale destinazione dell’immobile che temporaneamente ci ospita. In considerazione della peculiare difficoltà abitativa che caratterizza il quartiere di S.Lorenzo, da parte nostra proponiamo due possibili destinazioni: abitazioni a canone sociale per gli aventi diritto, compresi gli sfrattati e i senza casa residenti nel quartiere; alloggi per studenti universitari, visto che su 70.000 fuori sede La Sapienza dispone solo di 1.500 posti e che a S.Lorenzo si affittano letti per 300/400 € (!);
proponiamo altresì allo stesso CdA, agli amministratori delle società proprietarie di immobili nella città, alle imprese costruttrici e alle loro associazioni sindacali, di prendere in seria considerazione la proposta che su una quota, da definire, dei propri immobili (sia di quei 100.000 e passa attuali appartamenti sfitti che di quelli di nuova costruzione) si possa sperimentare concretamente l’ipotesi di una “terza tipologia abitativa”: appartamenti privati ad uso e tariffazione sociale. Vorremmo cioè sperimentare un percorso innovativo per la politica abitativa di questa città che sia in grado di dare risposte concrete a tutti e non solamente ad alcuni.

In attesa di conoscere le vostre intenzioni, Cordiali Saluti.

ACTIon rebelde – Agenzia comunitaria diritti e gli ospiti del Civico 6

Ps: per il Civico 6 non preoccupatevi più di tanto: vi assicuriamo che, visti i trascorsi, è sicuramente in mani migliori delle passate. Piuttosto è il caso di preoccuparsi del Civico 10: comincia a dare chiari segni di insofferenza e non ci stupiremmo se a breve anche lui cominciasse a lamentare strani scricchiolii…. sapete com’è tra fratelli, c’è sempre il rischio dell’emulazione. E se dovesse scoppiare un “epidemia di scricchiolii”? Provate a domandarvelo.

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