L'articolo originale e' all'indirizzo http://italy.indymedia.org/news/2003/04/261804.php Stampa i commenti.
Il generale del g8 di genova in carico delle "forze umanitarie" in iraq | ||
by alessandro mantovani (post by blicero) Wednesday, Apr. 16, 2003 at 12:39 PM | mail: | |
Aiuti umanitari da definire, parà al via. E il generale del G8 è candidato al comando Privi di un mandato dell'Onu, i militari italiani in partenza per l'Iraq sono presentati come una specie di «scorta» per gli aiuti umanitari, come se dovessero limitarsi a proteggere i camion con le medicine dai banditi. Ma basta ascoltare bene i ministri e fare un giro per i loro ministeri per osservare che la «scorta» è al gran completo e anche piuttosto affollata (2.500-3.000 uomini non sono una sciocchezza), con tanto di precise indicazioni (vecchie almeno di qualche giorno) circa le forze armate e persino i singoli repati interessati: i parà dei carabinieri, gli sminatori, i genieri, gli specialisti della guerra chimica di Cremona e gli altri citati ieri dal ministro Frattini. Tutti da definire, invece, sono gli aiuti umanitari: grande disponibilità è stata offerta dagli ospedali civili (San Raffaele e Policlinico di Milano, Gaslini di Genova), un ospedale della Corce rossa arriverebbe bell'e pronto in Iraq su una nave della marina militare, il ministero della sanità si dice pronto a coordinare tutto. Ma la task force per la missione civile è stata appena costituita: ieri Ranieri Guerra, esperto di cooperazione dell'Istituto superiore di Sanità, spiegava ai giornalisti che siamo ancora al momento dello studio di valutazione globale dei bisogni. Insomma, ufficialmente la missione centrale è quella umanitaria, però la «scorta» militare - accessoria per definizione - hanno cominciato a prepararla da un pezzo, prima di qualunque altra cosa. E l'avanguardia, l'advanced party, volerà in Iraq «a giorni»: se non prima di Pasqua «subito dopo» (si dice allo stato maggiore). E intanto, alla buon'ora, alcuni delegati dei Cocer (Consigli di rappresentanza militare) cominciano a rumoreggiare sui rischi connessi all'uso (probabile, quasi certo) in Iraq di proiettili all'uranio impoverito. Ma cosa vanno a fare i nostri ragazzi in divisa? Ieri Franco Frattini ne ha parlato all'ultimo: «Concorso all'ordine pubblico», ha detto dopo aver parlato di «priorità medico-sanitaria», «patologie della malnutrizione» e «chirurgia infantile». Invece il concorso al mantenimento dell'ordine pubblico, nel quale saranno senz'altro impiegati i supercarabinieri della seconda brigata mobile (400, si dice, compresi i parà del Tuscania), sembra proprio l'aspetto centrale della missione italiana. Del resto i militari dell'Arma si fanno onore in quel settore almeno nel '98, guidando in Bosnia e poi in Kosovo la Msu (unità multinazionale specializzata) che è ormai un modello internazionale in fatto di controllo di territori attraversati da tensioni post-belliche, interetniche e religiose. Gli americani hanno sempre apprezzato l'operato dei carabinieri nella ex Jugoslavia, tant'è che nel 2001 George W. Bush ha insignito il generale Leonardo Leso, già comandante del contingente balcanico ora a capo della seconda brigata, della prestigiosa Legion of merit toccata raramente a militari italiani; l'ha confermato la scorsa settimana l'amministrazione Usa, attraverso il sottosegretario Alan Larson delegato del governo della ricostruzione dell'Iraq. Ovviamente nel Golfo persico - come ha spiegato ieri Frattini - andranno anche altri corpi e altri reparti italiani, dell'esercito e non solo: i bersaglieri della brigata Garibaldi, il Genio, i nuclei specializzati Nbc (guerra chiminca, batteriologica e nucleare) e Boe (Bonifica ordigni esplosivi), almeno quattro navi della marina militare e 500 uomini, due cacciamine della classe Lerici per sminare le acque a sud del paese, gli aerei da trasporto C-130 per l'aeronautica (già presente ad Abu Dhabi, Emirati arabi). Però i carabinieri, con i risultati ottenuti in questi anni, servono all'l'Italia per aspirare a qualcosa di più, a una sorta di «appalto» della sicurezza in un'intera zona dell'Iraq (probabilmente a sud). E secondo alcuni ambienti militari il generale Leso, il comandante «balcanico» decorato da Bush che per il manifesto è soprattutto il capo delle truppe speciali dei Cc scatenate nel luglio del 2001 al G8 di Genova, sarebbe in corsa per il comando dell'intero contingente di polizia internazionale che sarà formato in Iraq con militari di diversi paesi. In quel caso, Leso risponderebbe direttamente solo al «governatore» statunitense Jay Garner. Altrimenti sarebbe pronto per lui il comando della missione italiana. |
||
versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum | ||