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Consultori: comunicato delle donne di Roma e Castelli
by aliga Saturday, May. 03, 2003 at 4:42 PM mail:

La regione Lazio mantiene quello che ha promesso: attaccare libertà e conquiste delle donne..

La riforma dei consultori, firmata in prima istanza dall’assessora Formisano, ed ora da Olimpia Tarzia e socie, vuole abrogare la Legge regionale n°15/76, eliminando d’un colpo l’impianto generale dell’unico presidio sociosanitario pubblico e gratuito che ha, come obiettivo primario, informazione su sessualità e salute della donna e dell’adolescente; l’unico che prevede partecipazione, consultazione e controllo diretto delle utenti attraverso l’assemblea delle donne.
I peggioramenti, già iniziati con i precedenti governi, ora si sono intensificati: il numero complessivo dei consultori si è ridotto, il lavoro in équipe è sostituito da gerarchie e dirigenti, sono introdotti obiettori di coscienza, il personale è insufficiente; i locali sono spesso piccoli e in degrado (malgrado nel 1996 fossero stati stanziati 200 miliardi per potenziarli). E non parliamo delle carenze croniche di materiale medico sanitario, dai vetrini per i pap test alle spirali. L’informazione laica, sanitaria e psicologica, individuale e collettiva, su sessualità e contraccezione per una procreazione libera e responsabile, non si sa più dove è finita. E c’è chi fa addirittura obiezione per la pillola del giorno dopo (Norlevo) che è anticoncezionale e non abortiva. Figuriamoci se si arriverà mai alla RU486, usata in tutto il mondo!
Invece, in perfetta ottica imprenditoriale e produttivistica, saranno finanziati consultori privati, avremo consulenti privati (preti?) nel pubblico e l’obbligo di compilare un questionario per motivare la richiesta di IVG.
L’autodeterminazione e la libertà delle donne sono scomparse letteralmente dal testo di riforma. Al suo posto entra il “diritto alla vita del concepito”. Ed entra alla grande, attraverso migliaia di opuscoli del Movimento per la Vita, intitolati “La Vita umana prima meraviglia”, finanziati con emendamento al bilancio regionale, assessorato alla Famiglia (20/11/02), e distribuiti in consultori, scuole e studi medici della regione.
In questi opuscoli si vedono immagini ingrandite di embrione e feto nei primi mesi di gestazione, con didascalie farneticanti (piccino, cellula-uomo, feto di due mesi con le impronte digitali) proprio per scoraggiare e creare disagio alla donna che voglia interrompere la gravidanza.
Quanto è costata questa operazione? Quanti contraccettivi gratuiti a giovani utenti si potevano fornire? Quanto materiale informativo decente, sanitario e scientifico, si poteva fornire alle operatrici dei consultori e alle donne?

Non vogliamo questa riforma, non vogliamo questi opuscoli nei consultori. Buttiamoli via tutti o riportiamoli al mittente.
Riattiviamo l’assemblea delle donne in tutti i consultori e diamo del filo da torcere a questi signori.
Difendiamo la nostra libertà di decidere autonomamente, senza preti, padri e padroni.
LA NOSTRA AUTODETERMINAZIONE NON SI TOCCA

14/04/03
Assemblea delle donne dei consultori di Roma e Castelli

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