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Un mondo più giusto, sì
by Child Friday, May. 09, 2003 at 5:50 PM mail:

Senza colori di parte, un mondo dove tutte le tradizioni dei popoli siano rispettate, compresa quella tibetana.

Senza colori di parte, un mondo dove tutte le tradizioni dei popoli siano rispettate, compresa quella tibetana.
Un mondo però dove non si faccia neanche menzione di altre tragedie passate per far scomparire e sminuire quelle del presente. Il Dalai Lama non è quel sant'uomo che tutti credono e la cultura tibetana era in profonda crisi già prima dell'intervento cinese. Non a caso certe confraternite ocidentali di tipo satanico, come l'Oto, avevano degli agganci con scuole tantriche deviate del Buddhismo tibetano. Se il ricordo del'invasione cinese vale per sminuire il Maoismo, è lecito; se è tirato fuori proditoriamente, al fine di riportare alla normalità quanto successo a Baghdad e dintorni, è un atto profondamente vile.
La madre di Filkenstein, l'ebreo autore della 'Industria dell'Olocausto', asseriva ( secondo quanto racconta il figlio ) che era tempo di pensare alle altre tragedie contemporanee, non di rivangare continuamente il passato onde impiegarlo per fini impropri.

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