24 ago 2003 - fonte: lemonde.fr - trad. gap

Reagiscono le ONG accusate da George Bush di finanziare Hamas

Le associazioni umanitarie i cui beni sono stati bloccati da Washington in rappresaglia ad un presunto sostegno finanziario al movimento radicale palestinese Hamas, hanno unanimemente rigettato queste accuse lo scorso 23 agosto.

Il presidente americano George W. Bush aveva annunciato, venerdi 22 agosto, un rafforzamento delle sanzioni finanziarie americane contro il movimento palestinese Hamas, dopo che questi aveva rivendicato l'attentato dello scorso 19 agosto, che ha fatto 20 morti (21 ndt), oltre all'attentatore suicida e più di 100 feriti in un autobus a Gerusalemme. Ha chiesto al Tesoro di "bloccare e congelare i beni di sei alti dirigenti di Hamas e di cinque Organizzazioni Non Governative (ONG)" che "forniscono un sostegno finanziario a Hamas", e chiesto ai paesi europei e al Libano, dove queste si basano, di prendere simili misure.

Le ONG 'incriminate' sono il Comitato di beneficienza e di soccorso ai Palestinesi (CBSP) che ha sede in Francia, l'Associazione di soccorso palestinese (ASP) collocata in Svizzera e legata al CBSP, il Palestinian Relief and Development Fund (o Interpal) basato in Gran Bretagna, la Palestinian Association in Austria e la Sanbil Association for relief and development, con base in Libano.

Sabato a Parigi, il CBSP, nato nel 1990, ha giudicato le accuse americane "ridicole", assicurando che non ha mai avuto alcun rapporto con Hamas". "Ci conoscono tutti. Se avessimo mai rappresentato un qualunuque pericolo già da tempo le autorità francesi avrebbero potuto costringerci a mettere la chiave sotto la porta", ha dichiarato Youcef Benderbal, responsabile della comunicazione del comitato che si propone di "attenuare la povertà e le sofferenze dei Palestinesi".

In Svizzera l'Associazione di soccorso palestinese (ASP) ha affermato che "non tratta con partiti politici sul posto" qualificando questo principio "linea rossa". Basato a Bâle e Ginevra, l'ASP ha sottolineato che la sua azione, trasparente, non aveva che un carattere umanitario, e consisteva come è noto a creare dei centri medici o di sostenere gli orfani. "Le donazioni sono destinate alla popolazione palestinese in Cisgiordania, nella Striscia di Gaza o nei campi profughi in Libano e Giordania" secondo il responsabile dell'ASP, fondata nel 1993 e iscritta al registro di commercio in Svizzera. Nel 2002, l'associazione ha raccolto nel suo paese circa un milione di franchi svizzeri grazie a qualche centinaio di donatori fissi.

A Londra, Interpal ha denunciato "una decisione politica volta a screditare le associazioni umanitarie" che aiutano le famiglie palestinesi. "Noi non abbiamo alcuna attività illegale di alcun tipo. I brittanici sono piuttosto contenti di quello che facciamo. Sono solo gli americani che sembrano voler seguire continuamente la linea degli israeliani", ha dichiarato Ibrahim Hewitt, presidente dell'Interpal.

A Vienna, il governo austriaco ha negato che la Palestinian Association in Austria, registrata da 1993, sia coinvolta in queste accuse. L'ONG è stata già oggetto di un'inchiesta delle autorità anti-terrorismo austriache, secondo il portavoce del ministero degli interni Rudolf Gollia. "L'inchiesta non ha scoperto alcun indizio che permetta di concludere che questa associazione sostenga delle organizzazioni terroristiche", a dichiarato Gollia. L'ONG austriaca non è stata raggiungibile per commentare le accuse americane.

Infine, la Sanabil Association for relief and develpment non opera più in Libano da un mese e mezzo, in seguito ad una decisione della giustizia libanese presa dopo che l'associazione fu citata nella lista di organizzazioni che gli Stati Uniti qualificano di terroristi, ha precisato sabato un responsabile dell'organizzazione.

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