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Spunta il teorema contro i senza-casa
by ALESSANDRO MANTOVANI ANGELO MASTRANDREA Wednesday, Oct. 08, 2003 at 2:49 PM mail:

Perquisizione in un palazzo occupato da Action, cinque disobbedienti romani indagati per associazione a delinquere. Tra loro il consigliere D'Erme. Dopo Venezia tocca a Roma, dove le occupazioni si moltiplicano e anche i palazzinari trattano con Action. Protestano Prc e Verdi


ROMA
Action ha portato un'aria nuova nella lotta per la casa a Roma. E dopo un anno di occupazioni a raffica, di proteste eclatanti e di trattative finora impensabili, si è attirata una risposta repressiva inaudita. Ieri la polizia, su ordine del pm Pier Luigi Cipolla, ha perquisito la sede dell'Agenzia comunitaria diritti in un palazzo occupato da un centinaio di famiglie nel quartiere Tuscolano, in via Masurio Sabino, senza conseguenze particolari anche perché la Digos ha usato le buone maniere. Altre perquisizioni sono state eseguite nelle abitazioni dei principali esponenti romani del movimento dei Disobbedienti, che nell'estate scorsa diede vita a Action: sono tutti sotto inchiesta per associazione a delinquere finalizzata all'invasione e occupazione di edifici, un capo d'accusa mai sentito a Roma (dove le occupazioni abitative sono diverse decine, i centri sociali una trentina e le case popolari in regime di occupazione si contano a migliaia) ma già ipotizzato a Venezia e sempre contro i Disobbedienti per le case occupate. Cinque gli indagati: il consigliere comunale Nunzio D'Erme, il portavoce Guido Lutrario, Andrea Alzetta detto Tarzan, Fabrizio Nizi e Francesco Raparelli dei collettivi universitari della Sapienza, l'unico che non fa parte del centro sociale Corto circuito di Cinecittà. Il pm Cipolla ha ordinato anche la perquisizione della sede di Amisnet, l'agenzia di comunicazione che lavora con Action e ne ha gestito la comunicazione via internet (anche se non esiste un vero e proprio sito, come invece si legge nel decreto). L'avvocato Marco Lucentini ha dovuto faticare per convincere il magistrato a non sequestrare tutti i computer - bloccando così l'intera attività di Amisnet - e ad accontentarsi della duplicazione di alcuni documenti e hard disk. L'agenzia aveva subito, giorni fa, l'assai singolare furto di tutte le registrazioni del G8 di Genova, quando Amisnet lavorava con il network di movimento Radio Gap.

«Continueremo con le nostre occupazioni. Se stare dalla parte della povera gente vuol dire essere delinquenti, allora il dottor Cipolla ha ragione: siamo colpevoli», hanno risposto i cinque indagati in una conferenza stampa nel palazzo occupato di via De Lollis, nel quartiere San Lorenzo. Ricordano di aver «messo al coperto 500 persone, italiani e stranieri, giovani coppie e single» in dodici mesi; di aver occupato una decina di immobili (non solo i sette sotto inchiesta) e di aver costretto a trattare persino le associazioni di proprietari e costruttori: a Roma si discute oggi di canoni agevolati per l'accesso agli appartamenti privati di recente costruzione, riservati alle famiglie iscritte nelle liste dell'emergenza abitativa, e certo non sarebbe stato possibile senza le battaglie di Action, spesso condotte con il Comitato di lotta per la casa che si è staccato dal vecchio Coordinamento. Alla conferenza stampa hanno parlato Patrizia Sentinelli, Giovanni Russo Spena, Nicola Fratoianni (Prc) e Paolo Cento (Verdi), tutti per denunciare l'atto «intimidatorio» contro «un'esperienza di cittadinanza attiva» e «riconosciuta anche dall'amministrazione capitolina - ha ribadito Sentinelli - e da realtà imprenditoriali di Roma». Nelle case e nella sede di Action la Digos cercava prove documentali della struttura associativa ritenuta illecita dal pm. Hanno sequestrato computer e una gran quantità di carte, compresi 800 fascicoli personali di iscritti alle liste dei senza casa, alcuni dei quali sono immigrati irregolari. Chiaro l'intento di allontanarli da Action.

Solidarietà a D'Erme contro Veltroni

Combattivo come al solito, il consigliere disobbediente D'Erme ha risposto ai giornalisti anche sulla decisione, annunciata dal sindaco Walter Veltroni, di ritirargli la delega al «bilancio partecipato», una sorta di ritorsione - chiesta dalle destre - per la sua partecipazione al blitz davanti alla residenza di Berlusconi in via del Plebiscito, dove i Disobbedienti hanno scaricato letame di vacca venerdì scorso. «Mi sorprende, non ho ancora parlato con il sindaco», ha detto D'Erme. Per lui attestati di solidarietà da Daniele Farina del Leoncavallo, consigliere comunale a Milano, e dai «colleghi» genovesi Patrizia Poselli, Laura Tartarini, Arcadio Nacini, Cristina Morelli e Dante Taccani.

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