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Diritto alla casa, a Roma se ne occupa la Digos
by da liberazione Wednesday, Oct. 08, 2003 at 3:17 PM mail:

Perquisite le case di cinque disobbedienti e le sedi di Action e Amisnet. Incredibile l'accusa: associazione a delinquere.


Con un'accusa incredibile - associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro il patrimonio immobiliare - la Digos di Roma ha bussato alla porta di cinque disobbedienti (tra cui il consigliere capitolino con delega al Bilancio partecipativo, Nunzio D'Erme) e alla sede di Action, Agenzia comunitaria diritti, in uno stabile occupato da 105 famiglie al Tuscolano. "Invasioni al fine di occupazione", specifica tra parentesi il decreto di perquisizione firmato dal sostituto procuratore Pierluigi Cipolla e datato 18 settembre, escludendo implicitamente collegamenti diretti con le indagini sulle azioni del 3 e del 4 ottobre (a Palazzo Grazioli, residenza romana del premier, e a Palazzo Chigi) e che hanno visto protagonisti sia D'Erme, sia Guido Lutrario, portavoce romano dei disobbedienti, perquisito anche lui con Andrea Alzetta, Francesco Raparelli e Fabrizio Nizi.
L'operazione (che si s'è svolta «in modo civile») è iniziata poco prima delle 7 per terminare più di sette ore dopo quando gli uomini della polizia politica e di quella postale sono usciti dalla sede di Amisnet (vedi scheda), agenzia multimediale, nel quartiere Africano, dove - pochi giorni fa - sono scomparse misteriosamente le registrazioni integrali del luglio 2001 genovese. Lì, il sostituto procuratore di Roma cercava l'autore dell'eventuale sito internet dell'"associazione a delinquere". Ai cinque viene imputata la partecipazione all'occupazione di edifici pubblici (Roma è piena di stabili sfitti e di homeless, e Action è presente in 6 stabili occupati da oltre 200 nuclei) in almeno otto occasioni tra il 7 aprile e l'11 luglio 2003. La digos ha cercato invano l'atto costitutivo dell'associazione, l'elenco dei fondatori e la prova di "programmi illeciti". Tra gli oggetti sequestrati ci sono invece la banca dati, circa duemila le persone censite, sul disagio abitativo di precari, migranti, studenti fuorisede e pubblicazioni sui temi più disparati rinvenute negli appartamenti dei cinque.

«Un atto gravissimo, allarmante - commenta Patrizia Sentinelli, capogruppo al Comune per Rifondazione - perché attacca un'associazione riconosciuta dal Campidoglio e che opera alla luce del sole mentre Berlusconi si appresta a condonare gli abusi e la cartolarizzazione impedisce ai comuni di rispondere al dramma abitativo. Le istituzioni hanno un bisogno estremo delle iniziative di conflitto». Immediata la conferenza stampa (in uno degli stabili occupati nel quartiere S. Lorenzo da 85 famiglie native e migranti) con la partecipazione di parlamentari, assessori e consiglieri comunali e municipali, tutti solidali con l'associazione che, «con altri comitati per la casa, partecipa a due tavoli istituzionali con comune, enti locali, regione, sindacati di inquilini e proprietari», ha spiegato Nizi mentre Alzetta svelava le cifre dell'emergenza casa: «40mila famiglie più 70mila toccate dalla cartolarizzazione». «Action, esempio efficace di pratica della disobbedienza, dovrebbe essere esportato in tutte le città», esorta Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale dei giovani comunisti. Per Giovanni Russo Spena è un film già visto con le 32 recenti incriminazioni di Venezia e con l'accusa di associazione mafiosa mossa a Napoli ai disoccupati organizzati: «Qualsiasi lotta che condizioni il potere è considerata sovversione. Siamo di fronte all'ennesima torsione emergenzialista, a un laboratorio comunitario della repressione».

Interminabile la lista delle dichiarazioni di solidarietà dall'assessore alle periferie del Campidoglio, Luigi Nieri; al capogruppo Prc in Regione, Bonadonna; al presidente dell'XI municipio Smeriglio, all'Unione Inquilini, agli amministratori del Prc, verdi e disobbedienti di Genova e Milano. «Il problema abitativo non può essere ridotto a questione di ordine pubblico», spiega Elettra Deiana, deputata Prc che ha seguito le vicende di alcune occupazioni. Per Nunzio D'Erme è un «attacco frontale al movimento e alle sue sponde nelle istituzioni». D'Erme s'è anche detto «sorpreso» dalla notizia del ritiro della delega da parte del sindaco Veltroni: «L'ho saputa dai giornali». Il sindaco ora è all'estero e avrebbe ritirato la delega in seguito a certe dichiarazioni stampa di D'Erme sul senso delle azioni a Palazzo Grazioli. Frasi che il consigliere disobbediente, ieri, ha voluto smentire.


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