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[Milano] Rassegna stampa sulle tre occupazioni dell'ultima settimana (18/10)
by Milano si è ri-svegliata! Saturday, Oct. 18, 2003 at 12:46 PM mail:

Rassegna stampa sulel tre occupazioni dell'ultima settimana.

Da Repubblica:

Occupata una casa sfitta da 20 anni.

Cinquanta ragazzi dell'area antagonista milanese, studenti e non, ieri pomeriggio hanno occupato e bardato lo stabile al numero 183 di viale Sarca, a ridosso dell'università Bicocca.
L'edificio, due piani di ex-uffici tra via San Glicerio e via La Farina, è di proprietà dell'ISU, l'Istituto per il diritto allo studio universitario, ed era vuoto ed inutilizzato da una ventina d'anni (!!!).
Adesso, spiegano i nuovi inquilini abusivi, è diventato la sede della "Casa Loca", dove l'acronimo sta per Laboratorio per l'autogestione di case.
"L'ISU - sostengono gli occupanti, annunciando iniziative per farsi conoscere nel quartiere - è l'ente che si dovrebbe dare da fare per permettere a 200mila studenti universitaru presenti di portare avanti gli studi, asseganndo borse di studio, alloggi, pasti e libri. Non è per niente così. L'Istituto, che dispone di 1.700 posti letto, ignora 31.300 dei 33.000 fuori-sede".


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Dal Giorno:

Reload e Casa Loca. I centri sociali occupano uno stabile.

E' iniziata la stagione delle occupazioni «pacifiche».
Domenica scorsa giovane aderenti ai centri sociali avevano preso possesso di un vecchio negozio abbandonato di proprietà demaniale in via Confalonieri, ieri pomeriggio invece medesima scena. A finire nel mirino degli «squatter» milanesi è stato un fatiscente edificio disabitato in fondo a viale Sarca al civico 185.
Sul posto è intervenuta subito la Digos e alcune pattuglie dei carabinieri per scongiurare che l'invasione dell'edificio potesse degenerare invece tutto si è svolto pacificamente.
Anche domenica i simpatizzanti dei centri sociali avevano mostrato di non volere creare tensione informando subito che in quello spazio era in programma la creazione di un Internet caffè.


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Dal Corriere della Sera:

Tre occupazioni.

E tre. Nel giro di pochi giorni è salito a tre il numero delle occupazioni abusive: gli «hacker buoni» nel negozio di via Confalonieri, all’Isola; i nomadi rumeni di via Barzaghi nella ex fabbrica abbandonata di via Polidoro da Caravaggio e, ieri sera, i ragazzi dell’associazione Ya Basta, e non solo quelli, nella palazzina di viale Sarca 183 di proprietà dell’Isu (Istituto per il diritto allo studio universitario). «È una occupazione mirata - spiega Francesco dello Ya Basta - nella casa di chi dovrebbe permettere ai 200 mila universitari presenti in città di studiare assegnando loro borse di studio, alloggi, pasti e libri. E invece non lo fanno». Così, alle 18, i nuovi inquilini della Casa Loca (Laboratorio per l’autogestione di case occupate) avevano già affisso slogan e striscioni. Studenti, creativi, nomadi, senzatetto. «Siamo pendolari della vita - continua Francesco - in una Milano senza spazi pubblici. Ci trattano come cittadini senza diritto, quindi abbiamo deciso di vivere la città, aprendo questo spazio a tutti, con laboratori artistici, con l’arte di strada. Ma sarà anche una sorta di free-shop, aperto per liberare la comunicazione dai vincoli del potere imposti dal mercato».
In serata, molti dei giovani hanno volantinato nel quartiere per farsi conoscere, per vedere la reazione delle persone. Con un programma che prevede, tra le altre cose, un dibattito nel pomeriggio sulla «licenza di copiare e sulla libera circolazione dei saperi», con interventi di studenti della Bicocca. Ma anche una festa improvvisata con aperitivo e concerto jazz degli Outsider. Si replica domani.
Sul fronte cronaca, invece, gli abitanti della zona di via Espinasse stanno preparando volantini di protesta che invitano la cittadinanza a ribloccare viale Certosa lunedì pomeriggio. Parola d’ordine: non vogliamo i nomadi a casa nostra.
Mentre gli hacker di via Confalonieri, in odore di sgombero, sono in pieno «due giorni no-stop» nei quali si presentano ufficialmente ai cittadini, aprendo gratuitamente la loro radio via internet, la televisione di strada e un call-center al quale accedere per esporre le problematiche sugli spazi del Comune.
«Noi vogliamo trattare con l’amministrazione comunale - spiega Lavinia, tra le atttiviste del gruppo -. Siamo anche disposti a lasciare se l’assessore Giancarlo Pagliarini ci riceve in un incontro pubblico. Siamo anche disposti a pagare l’affitto».

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