Fronte Unico Antisistema
In molti casi si è verificato il cosiddetto “incontro degli estremi” che si è manifestato attraverso una presunta alleanza strategica tra nazionalrivoluzionari e comunisti, oppure con una fusione tra soggetti politici delle due aree, coniugando fondamenti teorici di entrambe le scuole ideologiche (Es: Socialismo e Nazione). Per quanto riguarda la prima, ovvero l’alleanza strategica, l’esempio di “Costruiamo l’Azione” è il più famoso, ma i tentativi di “sfondare a sinistra” sono stati molteplici (Primula ed altre formazioni minori) anche se la maggior parte di queste manovre sono state soffocate sia dalla repressione borghese, che dal grande limite che coinvolge (purtroppo) anche le organizzazioni di estrema sinistra (Aut.Op. Lc etc.), cioè il considerare l’intera area neofascista come funzionale al sistema. Partendo dalla constatazione che l’unico avversario comune è lo Stato, Costruiamo l’Azione tenta di costruire un fronte unico di lotta contro il sistema: “ Noi, da parte nostra, abbiamo capito i nostri errori e diciamo agli autonomi: sveglia ragazzi non fatevi inculare un’altra volta, vasta di gare le scimmie ammaestrate dell’antifascismo per elemosinare il plauso e la simpatia dei merdaiuoli. I nemici sono comuni e stanno tutti ammucchiati insieme, diamo addosso senza quartiere all’immondo merdaio.” E ancora:”Crediamo che l’azione rivoluzionaria si debba necessariamente costruire con la lotta delle masse, masse che solo con la lotta saranno capaci di diventare popolo”. Un progetto ambizioso e un po’ utopico, anche se l’unità dei rivoluzionari (di estrema destra e di estrema sinistra) in un unico fronte di lotta al sistema capitalista è il risultato (politico) più logico proveniente da una contrapposizione che ha diviso generazioni, distrutto validi militanti e che ha giovato esclusivamente alla borghesia in quanto detentrice del potere politico e della gestione dei mezzi di produzione. In quegli anni erano molte le persone che erano impegnate politicamente e che credevano in uno sbocco rivoluzionario alla crisi del capitalismo. La proposta della rivista CLA è sicuramente la più avanzata, perché tenta di fare un’autocritica (cosa che hanno sempre fatto i comunisti) ammettendo i propri errori, comprende la natura reazionaria dell’antifascismo trasmesso dai partiti della democrazia borghese e crede in una alleanza tra comunisti e fascisti contro il nemico comune (capitalismo) che si concretizzerebbe nella costituzione di un Fronte Unico Antisistema. Inoltre sostenendo che l’azione rivoluzionaria si debba costruire con la lotta delle masse, si allontana definitivamente dal sozzume piccolo-borghese che ha invaso sia l’area della sinistra rivoluzionaria che quella della Terza Posizione. La lotta delle masse popolari è necessaria, senza d’essa sarebbe impossibile per un organismo che si definisce “avanguardia”, sopravvivere politicamente e continuare la propria attività di propaganda e di sovversione dell’ordine costituito. Ogni rivoluzione è uscita vittoriosa dal conflitto armato con la reazione, grazie al coordinamento di un’avanguardia che lavora tra le masse popolari per educarle e guidarle verso la costruzione di una nuova società. Senza il fondamentale apporto quantitativo degli iscritti e dei simpatizzanti, oppure con il supporto proveniente dal popolo in armi durante la rivoluzione, la distruzione del sistema diventerebbe solo una utopia irrealizzabile. L’esperienza (breve) di Costruiamo l’Azione, le sue proposte, le sue analisi devono essere rivalutate e attualizzate, per diventare comprensibili e utili alla nostra analisi e quindi al processo di alleanza strategica che si traduce concretamente nella costituzione di un Fronte Rivoluzionario di Liberazione Nazionale e Sociale. Sulla fusione di soggetti comunisti (stalinisti) con ambienti nazionalrivoluzionari non si può non citare Jeune Europe (Giovane Europa), l’organizzazione europea transnazionale fondata nel 1960 da Jean Thiriart. Jeune Europe è una Organizzazione per la formazione di un quadro politico, partito rivoluzionario d’avanguardia, con una struttura interna basata sul centralismo democratico (di origine leninista); La formazione fisica e paramilitare gioca un ruolo considerevole nei corsi delle Scuole quadri dell’organizzazione dove si preparano i militanti alla creazione dei futuri partigiani e guerriglieri antiamericani, infatti le direttive della Jeune Europe sono molto chiare: Nell’ipotesi di un conflitto, noi saremo impegnati in azioni paramilitari e militari. La liberazione dell’Europa dall’invasore yankee è uno degli obiettivi fondamentali dell’organizzazione/ partito. Come sostiene Thiriart “Quando si vuole l’Europa si vogliono tutti i mezzi per farla. Bisogna fin da ora inserire nella lista delle possibilità un’azione stile Vietnam in Europa…Colui a cui fa paura questa ipotesi non è né un rivoluzionario né un nazionalista europeo”. La soluzione armata di un possibile conflitto tra forze rivoluzionarie antimperialiste europee e forze reazionarie statunitensi è privilegiata rispetto ad altre forme di lotta legali ritenute (evidentemente) impotenti rispetto alla lotta armata. Una guerra rivoluzionaria condotta con la collaborazione di forze antimperialiste tricontinentali (Asia, Africa, Sud America), ma concentrata nella colonia più ricca degli Stati Uniti, l’Europa. La lotta antiamericana deve iscriversi nel quadro di una coalizione mondiale del tipo “Fronte dei nazionalismi”. Nazionalismi arabo, cubano, cinese ed europeo. Sono frequenti i contatti intrattenuti da Thiriart con la Cina maoista, con il FLN algerino oppure con OLP palestinese, anche se non hanno prodotto alcuna alleanza strategica, ciò non vuol dire che il progetto politico-militare thiriartiano sia fallito, anzi, con la fine dell’URSS, l’inizio dell’egemonia politica/economica mondiale degli USA, l’alleanza antimperialista con i popoli oppressi dell’Europa e degli altri continenti diventa sempre più necessaria per sconfiggere l’imperialismo statunitense e la convergenza politico/strategica tra opposti estremi è funzionale allo sviluppo di un processo rivoluzionario europeo e tricontinentale. La proposta politica di Jeune Europe non era limitata ad una semplice alleanza antiamericana. Eliminati gli elementi destrosi dell’organizzazione (la corrente anticomunista che faceva capo a Teichman), Thiriart la orienta progressivamente verso posizioni nazionalcomuniste. Teorizza il Comunitarismo come un superamento del comunismo e non come un suo avversario. Nel 1965 definiva il comunitarismo come un socialismo nazional-europeo, nel 1984 come un comunismo europeo de-marxistizzato. In un articolo intitolato “Scacchiere mondiale e nazionalcomunismo”, afferma che il concetto rivoluzionario sarà negli anni a venire la creazione di un’Europa Socialista di stile rivoluzionario, la nostra Europea comunitarista e in questa costruzione i quadri e i militanti comunisti dell’Europa dell’Est hanno da giocare un ruolo immenso. Si ipotizza in definitiva, la creazione di una Europa unita, libera e indipendente, comunitarista e nazionalista che si contrappone insieme ai popoli oppressi e le nazioni liberate, all’imperialismo degli USA. L’esperienza di JN come quella di CLA deve essere valutata e analizzata attentamente per riuscire a separare gli elementi negativi (errori e limiti) da quelli positivi e utilizzare quest’ultimi per avanzare (in termini di qualità e quantità) nel processo di costruzione di un’avanguardia rivoluzionaria di popolo.
Se nella storia passata del nostro paese sono stati innumerevoli i tentativi di collaborazione e di unificazione tra sinistra comunista e destra fascista, se esistono ancora oggi compagni e camerati pronti a dialogare, a costruire un Fronte unito compatto contro il sistema, vuol dire che lo Stato borghese, i partiti del regime partitocratico e i vari filistei piccolo-borghesi, non sono riusciti a separare completamente le due maggiori correnti rivoluzionarie antimperialiste. Fin quando si è persa la battaglia non si è persa la guerra, bisogna continuare a lavorare per concentrare i nostri sforzi in un’unica organizzazione che diventi un’inesorabile tenaglia contro la falsa contrapposizione Antifascismo/Anticomunismo, che se annientata, eliminerebbe automaticamente dalla nostra generazione i mille pregiudizi che affollano le giovani menti, liberando la creatività, l’iniziativa e l’arditismo rivoluzionario.
- Alcune delle condizioni “politiche” per aderire Fronte Unico Antisistema: 1) Lotta per la liberazione nazionale dal colonialismo politico, economico e culturale degli Stati Uniti e per la liberazione sociale dall’oppressione della borghesia imperialista.
2) Superamento della dicotomia destra/sinistra che implica quella dell’antifascismo/anticomunismo.
3) Extraparlamentarismo. Il movimento si svilupperà al di fuori dei palazzi del potere, non avrà nessun contatto con le organizzazioni che operano legalmente nelle istituzioni dello Stato borghese.
4) Rifiuto del riformismo. Sia liberale che socialdemocratico, perché liquida l’abbattimento violento dello Stato borghese e lo sostituisce con una serie di riforme che non cambiano in positivo le condizioni delle classi oppresse e del popolo in generale, anzi, ogni governo (di centro-destra o di centro-sinistra) pone nelle sue politiche prima di tutto gli interessi della borghesia e poi (quasi mai) quelli delle masse popolari. Il riformismo è il nemico numero uno di ogni rivoluzionario, perché inganna e illude i proletari che siano possibili passi avanti con il solo e semplice ausilio dello strumento delle riforme, quando sono ormai passati 60 anni e tutto ciò che è stato conquistato nelle lotte degli anni passati viene cancellato dalla prepotenza della classe dominante 5) Separazione tra politica e religione. Anche se la nostra cultura nazionale è influenzata dal cristianesimo, ciò non vuol dire che la politica debba occuparsi della religione e la religione della politica. Sono due sfere diverse ma non contrapposte. La religione appartiene alla nostra intimità, è parte della Tradizione, ma non è un spada da sfoderare contro fantomatici nemici musulmani… 6) Lotta all’immigrazione, perché è il prodotto dell'imperialismo (colonialismo antico e nuovo colonialismo delle multinazionali), sottrae capacità lavorativa ai paesi d'origine distruggendo economie locali e disgregando culture millenarie. Distruggere l'imperialismo nell'Area mediterranea attraverso la cooperazione di forze rivoluzionarie nazionali, eliminerebbe di conseguenza l'immigrazione di massa. 7) Lotta contro il sionismo. Per abbattere il colonialismo statunitense nell’Area mediterranea – mediorientale, è necessaria l’eliminazione di Israele (avamposto yankee tra i paesi arabi) e dei suoi collaboratori presenti in Europa.
8) Sostegno politico e materiale alle lotte dei popoli oppressi dell’Europa [Baschi,Corsi,Sardi,Irlandesi,Bretoni etc.] e del resto del mondo (Palestinesi, iracheni, cubani, venezuelani etc.) e alle organizzazioni rivoluzionarie antimperialiste (IRA, ETA, FNLC, FPLP, FARC …).
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