Lo scorso 21 giugno, durante le manifestazioni contro il vertice europeo dei
Capi di Stato, realizzato a Salonicco (Grecia), piú di 100 persone furono
arrestate, 29 di loro furono messe a disposizione giudiziale e di queste 8
furono poste
in carcere preventivo (una di queste 8 persone si trova giá in libertá
condizionata)
Lo scorso 21 giugno, durante le manifestazioni contro il vertice europeo dei Capi di Stato, realizzato a Salonicco (Grecia), piú di 100 persone furono arrestate, 29 di loro furono messe a disposizione giudiziale e di queste 8 furono poste in carcere preventivo (una di queste 8 persone si trova giá in libertá condizionata)
Dopo 3 mesi di carcere, uno dei compagni arrestati inizió uno sciopero della fame per evitare la sua deportazione. Dopo pochi giorni altri 4 detenuti antiglobalizzazione si unirono a questo atto di protesta. Queste 7 persone si trovano giá da più di 4 mesi in carcere, accusati di possessione e uso di esplosivo, danni, resistenza a pubblico ufficiale, disordine pubblico, possesione e uso di armi ed incendio. Tanto il loro arresto come la successiva imputazione da parte della giustizia greca si sono viste caratterizzate da una campagna mediatica allarmistica, segnata da false informazioni dirette a indicare alcuni degli arrestati como presunti lider anarchici, se non dei terroristi. Le uniche prove che ci sono contro di loro sono le dichiarazioni della polizia che afferma che portavano zaini contenenti fionde,bulloni e/o cocktel molotov (c'e un video in http://www.wombles.org.uk, nel quale si mostra perfettamente come la polizia cambia lo zaino blu di uno degli accusati, con un altro pieno di artefatti incendiari.
Durante i giorni 19, 20 e 21 giugno del 2003 si susseguirono diverse azioni, manifestazioni e atti di protesta contro il vertice. Sabato 21, una manifestazione partí dalla universitá verso il centro di Salonicco e prima che questa terminasse, la polizia ( con l'uso di una grande quantità di gas lacrimogeni e con cariche totalmente sproporzionate) divise in due la manifestazione; una parte della stessa riuscí a ritornare all'universitá, mentre l'altra rimase dispersa per le strade della cittá; fu proprio lí che avvennero gli arresti:
120 persone furono arrestate, 23 furono messe a disposizione giudiziale con l'accusa di: reati per danni aggravati, resistenza a pubblico ufficiale, disturbo della quiete pubblica, incendio, posseso e uso di armi. 8 di loro furono posti in carcere preventivo e inoltre accusati di reato continuato di posseso e uso di espolosivo (cocktel molotov) Queste persone sono:
Soleiman (Castro) Dakduk, proveniente dalla Siria, in situazione irregolare (senza documenti) e che viveva in Grecia da 18 anni. Al momento del suo arresto si trovava lontano dalla zona di scontro, distribuendo volantini sul problema degli immigrati. Si é aperto contro di lui un processo di estradizione, che se portato a conclusione gli comporterebbe una pena all' ergastolo che ha pendente in Siria per motivi politici. Giá da tempo chiese l'asilo politico che per il momento non gli é stato concesso.
Simon Chapman, di nazionalitá inglese quando lo arrestarono fu selvaggemente picchiato dalla polizia per almeno due ore, con manganelli, pugni e un martello, gli cambiarono lo zaino con un altro pieno di cocktel molotov, lo usarono come scudo umano, con la schiena "carica" di materiale infiammabile, di fronte ai manifestanti che si scontravano con la polizia. Nel momento del suo arresto, si trovava solo ai margini della manifestazione, cercando i suoi compagni.
Carlos Martin, di nazionalitá spagnola, ha sofferto maltrattamenti durante il suo arresto ( gli strapparono ciocche di capelli e presentava gravi ematomi sulle braccia; ad Atene il consule spagnolo ,che lo visitó diverse volte, ha confermato questa informazione). Portava un marsupio con documenti e qualche vestito, che fu scambiato con uno zaino contenente fionde e bulloni. Nonostante si tenga in conto questa accusa, questo sarebbe un delito minore. Era previsto chedichiarasse il 25 giugno assieme ad altri detenuti, imputati di analoghi reati, invece (attravesrso un'accesa campagna mediatica di criminalizzazione che lo associava al terrorismo internazionale) fu ascoltato con un altro gruppo di arrestati, con accuse piú gravi delle sue, con la scusa che nel medesimo gruppo si trovava un altro spagnolo ,in modo da convocare solo una volta l'interpetre ; cosí fu incarcerato provvisionalmente e a partire da questo momento e in forma totalmente aleatoria gli aggiunsero nuove imputazioni. Tutti i detenuti che avevano dichiarato il giorno prima, imputati di reati simili a quelli di Carlos furono messi in libertà con o senza cauzione
Fernando Perez, anch' egli di nazionalità spagnola (Burgos) portava una borsa con una maschera a gas; lo accusano di tirare cocktel molotov e gli cambiarono lo zaino con un altro pieno di fionde. Durante il suo arresto lo picchiarono, arrivando a rompergli un dente e provocandogli problemi di respirazione e dolori al petto.
Spyros Tsisías, greco,ha soffero durante il suo arresto maltrattamenti e minacce da parte della polizia.
Jonathan...... americano, dopo quasi un mese in un centro di internamento, fu posto in libertá condizionale a seguito delle pressioni dell'ambasciatore americano e con l'appoggio del foro sociale internazionale, con l'obbligo di presentarsi il giorno del processo.
Michalis Trikapis, greco, non avendo compiuto ancora, 20 anni, si trova dal giorno del suo arresto nel carcere minorile di Avlona.
Dimitris Friouras, anche lui greco, si trova nella stessa situazione del suo connazionale Michalis.
La richiesta del pubblico ministero per ognuno di loro é dai 5 ai 20 anni di carcere e mentre si svolge il processo possono rimanere in prigione preventiva fino a 18 mesi
Tutti gli accusati hanno denunciato di aver sofferto maltrattamenti e irregolaritá durante il loro arresto, in questura e successivamente in carcere.
Durante i giorni in cui si celebró il vertice, cosí come nelle successive settimane, i mezzi di comunicazione, portarono avanti una fortissima campagna di criminalizzazione contro i manifestanti antiglobalizzazione che parteciparono al controvertice. Capi di tutta la polizia europea erano presenti a Salonicco, seguendo attraverso un grande monitor le manifestazioni (ritrasmesse in diretto por decine di camere posizionate in tutta la cittá); i mass media greci hanno diffuso molte informazioni confuse, allarmistiche e senza alcun fondamento, la cui unica fonte possibile sembra essere quella poliziale. Fino al giorno in cui furono messi a disposizione giudiziale, mercoledì 25 giugno, almeno due televisioni statali e il principale giornale greco, Eleftherotipia, diffusero la notizia che uno degli arrestati spagnoli fosse un “basco, lider anarchico ricercato internazionalmente in tre Paesi dell' Unione Europea” o anche "lider di una cospirazione anarchica internazionale". Del compagno siriano Soleiman(sindacalista nella isola di Creta) hanno detto che fosse "un maestro attivista per la cospirazione anarchica".
La impressione degli avvocati del gruppo legale é che la polizia cerca di creare una falsa immagine di pericolosi anarchici e questo per aggravare la situazione degli accusati spagnoli, senza però nessuna prova a fondamento delle accuse. Per renderci conto di quale fosse l' attitudine della polizia basta pensare che, durante la sua dichiarazione davanti al giudice un membro delle forze d 'ordine, in borghese, si sedette nella sala, alegando "motivos de seguridad". Questa pratica vulnera senza dubbio il diritto alla difesa, per il suo effetto intimidatorio, completamente inusuale e di fatto non era stato realizzato con nessun altro detenuto.
Le uniche prove a supporto delle tesi della polizia sono le borse che affermano aver incontrato e le testimonianze poliziali; queste prove presentano varie irregolarità e le dichiarazioni (rese solo dai poliziotti) si contraddicono.
La loro attuale situazione va peggiorando,sono utilizzati come caprio espiatorio davanti alla nuova legge antiterrorista greca, e alcune accusazioni vengono sovrapposte ad altre in maniera tale da essere suscettibili di essere cambiate in qualsiasi momento.
Questa situazione é totalmente assurda e sproporzionata. Ci troviamo di fronte a uno stato desolante di non tutela del diritto di difesa dal momento che il processo giudiziale si sta sviluppando senza nessuna garanzia giuridica e processuale.
I due compagni minorenni (Michalis e Dimitri) si trovano nel centro penitenziario minorile di Avlona-Atene (klistes fylakes anilikon avlona-19011 avlona_grecia) Gli altri si trovano in una prigione di Salonicco (diskastikes fylakes diavaton salonicco-54012 Salonicco-Grecia) Durante il primo mese di arresto tutti si trovavano separati e solo potevano comunicare tra loro nel cortile (luogo in lui si recavano di rado a causa del caldo asfissiante che ci fu quest'estate) e attraverso gli avvocati. Successivamente Fernando e Carlos furono messi nella stessa cella. Durante tutto questo periodo hanno potuto avere contatto diretto solamente con i rappresentanti dell'ambasciata; le rimanenti comunicazioni sono consentite solo attraverso un vetro e con un telefono. Nonostante lo sciopero della fame sia previsio nel codice penale greco come un diritto, da quando cominció, li fu impedito di uscire in cortile e tutte le visite (ad eccezione di quelle degu avvocati) sono statesopresse. Quando Fernando e Carlos iniziarono lo sciopero della fame furono portati in una cella di 4 metri, al lato della cucina, senza acqua e con luce permanente; da poco lo hanno portato in un 'altra simile,ma con acqua e una telecamera che li controlla tutto il giorno.
L'assistenza legale dei detenuti é portata avanti da un gruppo di avvocati penalisti senza alcuna pretesa di lucro, che si organizzó in principio per difendere i manifestanti antiglobalizzazione del controvertice.
Il 30 giugno venne presentato ricorso chiedendo la immediata liberazione e questo per le irregolaritá svoltesi nell' arresto, nella presentazione delle prove e nelle stesse dichiarazioni poliziali (contraddittorie e confuse); la richiesta venne respinta in settembre. Successivamente ne fu proposto un altro, anch'esso respinto, che chiedeva la libertá con cauzione dal momento che le prove erano solo quelle della polizia e per il fatto che essi potrebbero rimanere in carcere preventivo fino a 18 mesi. Ci si appelló inutilmente a un tribunale superiore e questa settimana(dal 3 al 9 novembre) si presenterá altro ricorso al tribunale superiore di giustizia. La situazione di Soleiman Dackdouck é quella piú critica, non possiede documenti in regola e nel suo paese tiene pendente una condanna all' ergastolo. Lo misero in un centro greco per stranieri, il processo tarderá, ma la sentenza sará sempre la stessa. Per questo e data la sua condizione di sindacalista e oppositore nella sua nazione d'origine, ha sollecitato asilo politico in Grecia che peró fino ad ora non ha ottenuto risultati soddisfacenti. La decisione di Soleiman (Castro) di iniziare uno sciopero della fame fu presa a causa dell'attitudine delle autoritá giudiziarie greche che giá hanno considerato l'accusato colpevole, violando in questo modo la presunzione di innocenza .Di fatto la sua carcerazione é fondata esclusivamente sulla opinione diffusa della sua presunta pericolositá e della possibilitá (ipotetica) che commetta reati se si trovasse in stato di libertá. È ovvio che con queste carcerazioni sipretende dare un castigo esemplare a membri del movimento antiglobalizzazione (movimento del movimenti)
Il compagno Castro inizió il 21 settembre uno sciopero della fame indefinito per impedire la sua deportazione in Siria. Carlos Martín, Fernando Perez y Simon Chapman, appoggiando le rivendicazioni di Soleiman (Castro) e per denunciare i maltrattamenti sofferti e la loro situazione di non tutela legale, si unirono allo sciopero della fame il giorno 5 ottobre. Il giorno 8 ottobre prese parte alla protesta anche Spyros Tsistas. Sono quindi per ora 5 i compagni detenuti che hanno deciso queso estremo mezzo di pressione.
In generale la loro situazione fisica va peggiorando giorno dopo giorno; a causa della mancanza di alimentazione soffrono abitualmente di dolori alla testa, hanno svenimenti, disordini alla pressione arteriale (il compagno Spyros fu trasportato giá per alcune ore all'ospedale il 27 Ottobre, e Carlos il 3 Novembre) e soprattutto perdita di peso e danni a organi che potrebbero essere irriversibili.
Siamo di fronte a un momento critico, le cui consequenze potrebbero essere tragiche.
L' appoggio mostrato ai detenuti antiglobalizzazione del controvertice greco é stato ampio e vario. Sono state organizzate manifestazioni in diverse cittá europee (Berlino, Copenhagen, Milano, Amsterdam, Salonicco, Atene, Graz, Londra, Herakleion...) cosí come in varie cittá e paesi dello stato spagnolo (Barcellona, Valenzia, Madrid, Aranzjuez...). Inoltre ci sono state azioni di protesta, dibattiti, proiezioni, concerti, giornate tematiche... per diffondere la situazione di questi compagni. Il giorno 7 ottobre inizió davanti alla sede del Ministro degli assunti esteriori spagnolo (Plaza de las Provincias) uno sciopero della fame a rotazione in solidarietá con gli scioperanti. Ad Aranjuez (dove viveva Carlos Martín) un' assemblea comunale approvó una mozione che chiede lo scarceramento del detenuti. I genitori di Carlos hanno scritto una lettera al segretario contro la tortura del "Alto Comisionado" per i diritti umani, denunciando la sua situazione. Amnisty Internacional ha accettato di investigare sulle denunce di tortura. Il Social Forum di Salamanca ha chiesto all'unanimitá la scarcerazione dei detenutti. Gaspar Llamazares (coordinatore generale di Izquierda Unida) ha scritto a diversi diplomatici (tra questi il console spagnolo ad Atene) e politici (Ana de Palacio, ministra degli assunti esteriori) chiedendo la libertá immediata dei compagni detenuti. A Londra le azioni si susseguono giorno dopo giorno, l'ultima fu l'affisione di uno striscione di 14 metri dal Tower Bridge.
Questo é una chiara montatura poliziale per reprimere il movimento antiglobalizzazione. Per questo motivo consideriamo questa protesta come una lotta congiunta di tutti coloro che partecipano ai controvertici e/o che appoggiano i suoi postulati . QUESTI DETENUTI SONO NOSTRI! DI TUTTO IL MOVIMENTO! Pertanto la responsabilitá che ci investe per la loro liberazione deve essere compartita e congiunta.
Ci appelliamo a tutti gli operatori sociali, culturali e politici, che partecipano alla lotta antiglobalizzazione, affinché si muovano il piú possibile per ottenere la loro libertá: azioni, manifestazioni, incontri pubblici, diffusione mediatica,... qualsiasi tipo di pressione é necessaria.
É URGENTE, LA SITUAZIONE É CRITICA E IL TEMPO NON STA A NOSTRO FAVORE.
NON LASCIAMOLI SOLI!!!!!!
Come dice il compagno Soleiman (Castro) Dackdouck in una lettera inviata dall carcere:
“...e per quelli que non hanno dichiarato solidarieta verso i manifestanti incarcerati, dando diverse scuse: come se questi appartenessero ad un altro blocco della protesta con diverse forme di azione o come:- " Abbiamo detto loro di venire nel nostro blocco, peró non lo hanno fatto" etc... io dico ad essi stessi: "io stavo in un solo blocco, che costituiva l'intera manifestazione e i detenuti furono arrestati durante la protesta". In questo momento ci troviamo di fronte a una forma di intimidazione verso tutti coloro che combattono e vogliono resistere. La solidarietá, quando si realizza esclusivamente verso il nostro gruppo di compagni o solo verso quello che fa quello vogliamo, perde qualsiasi ragion d'essere.”
Grupo apoyo presos Tesalonica Madrid
1 Novembre 2003
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