Questa mattina mentre il rettore, ed i vari baroni festeggiavano il
600enario dell’Università degli Studi di Torino, un gruppo di studenti
occupava a scopo abitativo alcuni appartamenti situati nelle case di
proprietà dell’Italgas in via Farini.
COMUNICATO STAMPA
Torino, 24 novembre ’03
Questa mattina mentre il rettore, ed i vari baroni festeggiavano il 600enario dell’Università degli Studi di Torino, un gruppo di studenti occupava a scopo abitativo alcuni appartamenti situati nelle case di proprietà dell’Italgas in via Farini. Queste palazzine presentano molti appartamenti sfitti, in quanto tutta l’area è in via di smantellamento ed ospiterà il villaggio olimpico nel 2006. L’occupazione di case ad uso abitativo fa parte della campagna contro il caroaffitti, carolibri, ed in generale il carovita che gli studenti subiscono. Considerando che a Torino gli studenti fuori sede iscritti alle 3 Università (Università degli Studi, Politecnico e Accademia delle belle arti), superano di gran lunga i residenti a Torino e che i posti letto messi a disposizione dall’Edisu non riescono a soddisfare le loro richieste, gli Universitari/e in lotta hanno intrapreso una compagna di azione diretta di riappropriazione dei servizi che non esistono o sono carenti. La risposta del rettore e del suo seguito alle richieste degli studenti continua ad essere sempre la stessa: tanta polizia! Polizia che stamattina ha impedito che il presidio che contestava i festeggiamenti del seicentenario si avvicinasse in alcun modo al teatro Regio, che i volantini e la voce di chi non accetta le loro farse potessero giungere a lor signori in festa. Stessa polizia che, appena giunta la notizia dell’occupazione delle case, si è mossa in forze verso via Farini per sgomberare gli studenti occupanti. Questo è la chiara dimostrazione delle intenzioni di chi, come il rettore Bertolino, in vista della sua futura carriera politica dimostra di non poter accettare alcun dissenso, di non voler parlare delle reali esigenze degli studenti, dei lavoratori e dei precari dell’università, ma di voler continuare a nascondere, sotto una maschera di falsità, le carenze e le problematiche di un’università-azienda ormai allo sfascio. Ma questa repressione non può fermare questo tipo di mobilitazioni, queste rivendicazioni che partono da reali esigenze e da bisogni primari che l’università di Bertolino non è in grado di garantire. Per questo la nostra battaglia di riappropriazione, mediante l’azione diretta, dei diritti che ci vengono quotidianamente negati continuerà indipendentemente dalle risposte, a base di divieti e manganellate, che l’università ci offre.
UNIVERSITARI/E IN LOTTA - TORINO
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