Di Salvatore Cuffaro i giornali scrivono che" si vanta di avere distribuito a Raffadali (AG), suo paese di nascita, 3000 baci nel corso della recente campagna elettorale
"Zì vasa vasa" di Forza Italia
("Zio bacia bacia")
Cuffaro
gia' pupillo di Calogero Mannino(L'ex ministro mafioso Dc, assolto
dall'accusa di mafia con la stessa formula della sentenza Andreotti:
insufficienza di prove) ai tempi del potere incontrastato della Dc
siciliana... Per l'occasione Rocco Buttiglione al cospetto di
oltre cinquemila ex dc alla Fiera del Mediterraneo fra gli
applausi e l'inno del Biancofiore , ha affermato: «Mannino non
è un mafioso, è un democratico cristiano che ha molto
sofferto e ha diritto a un pieno risarcimento morale e politico. La
democrazia cristiana non era il partito della mafia. E' il partito che
ha fatto il bene dell'Italia»
Di Salvatore Cuffaro i giornali scrivono che" si vanta di avere
distribuito a Raffadali (AG), suo paese di nascita, 3000 baci nel corso
della recente campagna elettorale. E' il perfetto esempio del politico
maghrebino: grasso ma non troppo, molle quanto basta, assessore alla
sanita' di *ogni* governo regionale, di destra o di sinistra,
protagonista di curiose citazioni da intercettazioni telefoniche di
alcune dozzine di boss. Dopo lunga militanza DC, dopo essere stato
assessore nel governo regionale di centro-destra con il CDU, di
centro-sinistra con l'UDEUR, di nuovo di centro-destra con il CDU
(sembra divertente, ma non lo e'), Cuffaro capisce che il suo cuore
batte a destra, e si candida, con la benedizione di Formigoni, alla
presidenza della regione sotto il simbolo della Casa delle
liberta'."Infatti Cuffaro nel corso del 2000 si trova ad
essere l'uomo
del momento della politica siciliana potendo vantare il passaggio
di una ventina di collegi elettorali dal centrosinistra al
centrodestra.Persino Berlusconi aveva voluto conoscerlo :Lo
ricevette nella sua villa di Arcore e gli disse/sabato 22 luglio/2000):
«Caro Totò, se lei riesce a portarmi Mastella e tutto
l'Udeur e a far cadere il governo, io sono pronto ad immolare il
vitello più grasso...»
Dall'articolo " PALERMO, SOLDI PUBBLICI AI GOVERNATI... E AL
"GOVERNATORE" di Sergio Rizzo, "CorrierEconomia"( allegato al
"Corriere della Sera" del 10 Febbrajo) si puo' apprendere che:(...)
unitamente ai suoi fratelli, è diventato socio dei proprietari
terrieri produttori di Marsala, quando era soltanto assessore
all'agricoltura. Gli Hopps e i Cuffaro possiedono due società,
costituite lo stesso giorno: il 27 gennaio del 1999. Sono la H & C
and Sons (acronimo che sta evidentemente per Hopps & Cuffaro e
figli), che gestisce l'hotel Capo Rossello a Realmonte, in provincia di
Agrigento, e la Raphael Srl, che al pari della H & C and Sons ha
come oggetto sociale l'attività turistica ed è titolare
di un albergo, stavolta però a Palermo. In base all'ultimo
elenco soci di questa impresa, i due fratelli Hopps detengono il 26,6%
delle azioni. I tre fratelli Cuffaro il 27,6%, diviso in parti uguali:
ossia, il 9,2% ciascuno. E il resto? E' nelle mani di Sviluppo Italia,
la società del Tesoro che ha come scopo sociale, fra l'altro,
quello di finanziare le attività imprenditoriali meridionali.
Anche nel turismo, settore che sta particolarmente a cuore al
governatore della Sicilia, per ragioni istituzionali oltre che
personali. Non più tardi del 23 settembre scorso Totò
Cuffaro, in questo caso nelle vesti di presidente della Regione, ha
siglato proprio con Sviluppo Italia un accordo per la valorizzazione
dei porti turistici dell'isola.(...)C'è da dire che Totò
"vasa vasa" Cuffaro, di professione medico, non è mai comparso
attivamente nell'operazione. Alla stipula dell'accordo con Sviluppo
Italia ha delegato per proprio conto il fratello Silvio. Ed è
l'altro fratello Giuseppe, presidente del consiglio di amministrazione
della Raphael, che in assemblea rappresenta sia il presidente della
Regione che Silvio. Del resto Giuseppe, classe 1960, presidente della
società Raphael, è la vera mente imprenditoriale dei
Cuffaro e ha in mano il piccolo impero dell'autonoleggio fondato dalla
sua famiglia. Innanzitutto la Cuffaro Tours, agenzia di noleggio
pullman che ha prestato recentemente servizio (al prezzo di 80 euro a
persona per andata e ritorno da Palermo) per gli ospiti dell'annuale
riunione del Forex che stavolta si è tenuta ad Agrigento, il
regno di Totò. E poi Mediterranea Touring, Cefalù
Autoservizi, Gamma Bus, Erana Autostrasporti Carburanti. Fra le
società che fanno capo a Giuseppe Cuffaro ci sono la Eco
Protection, di cui è azionista anche Silvio, e la O. M. Ag.,
Officine Meccaniche Agrigentine, impresa che un anno fa il ministero
delle Attività produttive ha considerato idonea alla concessione
di un contributo della legge 488 di 1.453.000 euro. Nel piccolo impero
dei Cuffaro non poteva poi mancare una finanziaria. Ha sede a Brescia
ed è stata battezzata Fin. Co. (Financial consulting). Silvio ne
è azionista al cinquanta per cento."
Appena diventato Presidente della regione Sicilia Cuffaro rilascia
queste dichiarazioni:«La Giunta della città ci ha
consegnato la Valle dei Templi in modo perfetto»
scordando gli scandali e la condanna, nell'aprile 2001, del
sindacoCalogero Sodano, a un anno e mezzo di reclusione per aver
permesso l'abusivismo edilizio in cambio di vantaggi elettorali. Ora il
sindaco, del Ccd, è diventato senatore della Repubblica e le
demolizioni (...) hanno avuto due anni di proroga dalla passata
Giunta (...). «L'abusivismo nel Mezzogiorno è
gestito dalla criminalità organizzata», ha replicato al
presidente Cuffaro il presidente di Legambiente Ermete Realacci:
«Sanare le case fuorilegge non vuol dire"riordinare" le coste, ma
offrire su un piatto d'argento a chi ha devastato quel territorio la
possibilità di lucrare col mattone illegale». L'edilizia
è ridiventata uno degli affari importanti della mafia.
L'abusivismo è la sua riserva indiana. Dal 1996 al 2000 sono
state costruite
in Sicilia 29.737 case abusive.(Lungo le coste siciliane vi sono circa
480.000 costruzioni abusive)
(QUEI VANDALI PREMIATI IN ONORE DEL PROGRESSO Corrado Stajano,
"Corriere della Sera" del 3 Luglio 2001 )
Nell'anno 2002 Cuffaro(nominato commissario straordinario ) assicura
che per superare la crisi idrica siciliana che le navi con
dissalatori(promesse dal governo-v-ministro affari regionali La Loggia)
sono già operative, con una produzione teorica di circa cento
litri d'acqua al secondo. Purtroppo per i siciliani un servizio del Tg5
ci fa sapere che " i dissalatori promessi dal Governo e garantiti da
Cuffaro in Italia non esistono. Si possono costruire, ma ci vogliono
almeno 12-13 settimane, a partire dal primo ordinativo, per riuscire ad
averne una." Cuffaro inteverra pubblicamente per dire che: "non
e' colpa mia se in Sicilia piove poco"
Il DER SPIEGEL nel 2002 scrive(BOCCONI GHIOTTI PER LA MAFIA)
Dal 1993 sono arrivati in Sicilia 80 mila miliardi di lire e i
risultati sono grandi dighe costruite dove l'acqua non può
arrivare, svincoli autostradali giganti come quello di nicosia presso
Messina dove ci sono più cornacchie sul guardarail che
automobili . Anni di malgoverno,
di rapina, di investimenti "spalmati" sulle
clientele anzichè mirati a obiettivi di sviluppo, anni
durante i quali a palazzo dei Normanni si sono alternate giunte di
centro, di sinistra, di destra ma totò Cuffaro NON S ALTERNA
MAI: sempre inchiodato all'Assessorato all'Agricoltura, quello dei
fondi europei e delle dighe senz'acqua, assessorato dove in pochi anni
le spese
correnti salgono da 18a 21 mila miliardi di lire e gli investimenti
scendono da 11.500 a 7.500 miliardi di lire".
Nel
maggio 2003 al signor Cuffaro viene notificato un' avviso di
garanzia:" Cuffaro è accusato di aver ricevuto input politici
dal boss di Brancaccio Giuseppe Guttadauro attraverso Domenico Miceli,
che si era dimesso cinque mesi fa dall'incarico di assessore alla
Salute del Comune di Palermo quando erano affiorate le prime
indiscrezioni sull'inchiesta.L'ex assessore viene indicato dagli
inquirenti come il canale per veicolare fino ai vertici della Regione
le richieste di Guttadauro. Nelle intercettazioni ambientali effettuate
nell'abitazione di Guttadauro il nome di Cuffaro viene ripetuto
più volte come
la persona cui rivolgersi per ottenere finanziamenti, favori nel
mondo della Sanità,
e per inserire nelle liste elettorali alcuni candidati decisi dalla
mafia.I magistrati, nella seconda pagina dell'ordinanza, dove si
trovano i capi di imputazione a carico di Miceli , scrivono: «Il
Miceli assecondando specifiche richieste di Guttadauro Giuseppe e
Aragona Salvatore (entrambi medici arrestati per mafia, ) si proponeva
come intermediario tra il Guttadauro e l'onorevole Cuffaro al fine del
soddisfacimento di interessi e richieste, comprese quelle volte ad
influenzare concorsi pubblici per assegnazione di incarichi nella
sanità»
Dalla prima pagina della "Sicilia" del 06/28/2003 si poteva leggere
:Mafia: indagato il presidente della regione Sicilia Cuffaro Bufera
nella regione: il presidente Totò Cuffaro è indagato
dalla Procura di
Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa.I carabinieri del
Ros hanno arrestato l'ex assessore del Comune di Palermo Domenico
Miceli, non eletto per pochi voti all'Ars, i medici Vincenzo Greco e
Salvatore Aragona di Altofonte e Francesco Buscami, già
segretario
dell'ex sindaco Vito Ciancimino. Nelle intercettazioni a casa del boss
Guttadauro il nome di Cuffaro è citato come persona a cui
rivolgersi
per ottenere favori nella sanità e per inserire nelle liste
delle
elezioni regionali del 2001 alcuni candidati che avrebbero avuto lo
'sta bene' della mafia. Nelle conversazioni captate il boss Guttadauro
parlando con Vincenzo Cascino diceva: "Berlusconi non può
pensare solo
ai suoi processi, deve pensare anche a noi".
Nel luglio 2003 il supplemento locale de "La Repubblica" rivela
che esiste un video girato dai Ros dei Carabinieri che
riprende Cuffaro mentre incontra l'ex assessore comunale Mimmo Miceli,
arrestato per mafia e il medico Vincenzo Greco, condannato nel '96 per
avere curato Salvatore Grigoli, killer di padre Puglisi e cognato del
boss Giuseppe Guttadauro."L'Unita' e la Repubblica rilanciano
polemiche, fumi e veleni sulla gestione della procura da parte di Piero
Grasso accusato da una lettera a firma di dodici magistrati : "di
frenare le inchieste-su Cuffaro- che scottano, assegnando i fascicoli
delicati solo a pm a lui graditi - sempre gli stessi - e ottenendo
risultati risibili dalla collaborazione con la giustizia di gente come
Nino Giuffrè, detto Manuzza, e dalle dichiarazioni di un
personaggio ambiguo come Pino Lipari, cacciato dal programma di
protezione proprio da Grasso e da uno dei suoi pupilli, Michele
Prestipino.Cuffaro il 1° luglio del 2003 viene ascoltato dal
gruppo di magistrati che si occupano dell’inchiesta: il procuratore
Piero Grasso, l’aggiunto Guido Lo Forte e i due sostituti Gaetano Paci
e Nino Di Matteo.Per una pura coincidenza una settimana dopo arriva la
decisione del Csm di estromettere dalla Direzione distrettuale
antimafia Roberto Scarpinato e Guido Lo Forte, che hanno superato gli
otto anni di permanenza nell'ufficio. assessore al territorio Bartolo
Pellegrino.
La 'Gazzetta del Sud', quotidiano di Messina titola: "CUFFARO NON SI
DIMETTE INVOCANDO LA MADONNA".- Non è una novità. Non
bisogna andare tanto lontano per ricordare che pregare la Madonna in
circostanze assai simili, è di uso tra coloro che sono accusati
di essere dei mafiosi. Il caso più famoso è quello del
boss sanguinario di Cosa Nostra, Pietro Aglieri. Con questo non
vogliamo certo dare del mafioso al Governatore di Sicilia Totò
Cuffaro.(MAFIA E POLITICA: CUFFARO PREGA LA MADONNA PER SALVARSI
L'ANIMA 10/07/2003)
Naturalmente Cuffaro(fervente cattolico) si schiera a sostegno
della "famiglia": ma solo se fondata sul matrimonio: Aiuti ai nuclei
per l'acquisto della prima casa e contributi a quelle che
ospitano anziani o disabili Fondi ai consultori per le ragazze madri e
1.000 euro per neonato.Nel luglio del 2003 il consiglio regionale
ha boccia l'emendamento che avrebbe voluto estendere il
sostegno economico previsto per le coppie sposate anche a
quelle di fatto.Insomma non e' un caso se il primo incontro
"istituzionale" il presidente appena eletto lo ha avuto con il
cardinale di Palermo Salvatore De Giorgi.Alla fine dell'incontro
Cuffaro si impegnava ad assumere "l'impegno a istituire un
organismo di collegamento
tra la Chiesa cattolica e il mondo politico, che possono e debbono
collaborare, dal momento che entrambe mirano alla promozione della
persona e della famiglia".
"È un'inchiesta che viene da lontano, quella che oggi sfocia nel
provvedimento a carico di questo nome illustre della politica
siciliana.Uno dei grandi protagonisti del cosiddetto «61 a
zero». Quel bagno bulgaro di consensi - lo ricorderete - che ha
portato il Polo, in un sol boccone, a detenere: con Diego Cammarata, la
leadership del Comune di Palermo; con Ciccio Musotto, quella della
Provincia, e con Cuffaro, appunto, quella di Palazzo d'Orleans.
Tutto nasce a Brancaccio. Tutto ruota attorno alla figura di Giuseppe
Guttadauro, un medico, attualmente in galera (dalla quale è
entrato e uscito), diventato da tempo capo mafia del quartiere essendo
subentrato ai fratelli Graviano ormai «bruciati» dai
processi e dalle condanne per strage. Guttadauro è fedelissimo
del numero uno di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano. Un medico, dunque
un professionista; ma anche, e soprattutto, un efficiente canale di
intermediazione proprio fra Cosa Nostra e la politica.(...)Guttadauro,
incontrando mediatori e ambasciatori, chiede, in cambio di cospicui
sostegni elettorali, che uomini di sua fiducia vengano candidati nello
schieramento politico capeggiato da Cuffaro per le elezioni regionali.
Non solo. Manifesta anche interesse che altri suoi uomini siano
inseriti in posti di vertice di enti pubblici (enti ospedalieri) e di
società a partecipazione regionale. Ora non ci vuole molto a
capire che essendo uomo di fiducia di Bernardo Provenzano, le sue
parole finivano con l'avere un peso specifico non indifferente. Le sue
richieste, in altre parole, sarebbero andate a buon fine."
(Sicilia, Cuffaro indagato per mafia -di Saverio Lodato-06/2003)
Guttadauro, come scrivono i carabinieri del Ros(: " rapporto dei Ros le
intercettazioni telefoniche e ambientali disposte nei confronti di
Giuseppe Guttadauro, medico sospettato di essere capomafia di
Brancaccio per conto di Bernardo Provenzano) sottolineava nuovamente(
la sua vicinanza ideologica a Buttiglione, leader politico che sentiva
massimamente di appoggiare, al contrario di Berlusconi, apostrofato
come una persona che voleva egoisticamente passare alla storia. Il suo
partito, Forza Italia, era considerato da Guttadauro una coalizione
vuota che, una volta caduto Berlusconi, si sarebbe sciolta. Il boss
Guttadauro ha privilegiato il rapporto con il Cdu che in Sicilia
esprime il presidente della Regione."
"L'INDAGINE - Secondo quanto accertato dai magistrati, Borzacchelli
avrebbe incassato ingenti somme da Michele Aiello (imprenditore di
Bagheria arrestato lo scorso 5 novembre per mafia sempre nell'ambito
dell'inchiesta sulle presunte «talpe» nella Procura
palermitana) in cambio di informazioni riservate su indagini che lo
riguardavano. Aiello, secondo l'accusa, avrebbe creato all'interno
della Procura una propria rete di informatori, e attraverso
Borzacchelli avrebbe avuto accesso a indagini riservate. Con Aiello, a
novembre, furono arrestati il maresciallo della Guardia di Finanza
Giuseppe Ciuro, in servizio alla Direzione investigativa antimafia di
Palermo, e il maresciallo dei Carabinieri Giorgio Riolo, in servizio
alla sezione anticrimine del Ros. Nel corso delle indagini che hanno
portato all'arresto della notte scorsa, i magistrati hanno controllato
gli estratti conti bancari di Borzacchelli dal 1992 ad oggi, da cui
risulterebbero versamenti e spostamenti di denaro a favore del deputato
da parte di società dell'imprenditore. L'estate scorsa
Borzacchelli aveva ricevuto un avviso di garanzia nell'ambito di
un'altra inchiesta -- denominata "Ghiaccio 2" o "Mafia e politica" che
aveva portato all'arresto del boss di Brancaccio Giuseppe Guttadauro,
dell'ex assessore comunale di Palermo Domenico Miceli e del medico
Salvatore Aragona. Nell'ambito della stessa indagine, a giugno aveva
ricevuto un precedente avviso di garanzia anche Cuffaro, il cui nome
compariva in una serie di intercettazioni che avevano interessato
Guttadauro.
(7 febbraio 2004 - Corriere.it )
07.02.2004
Talpe a Palermo, arrestato deputato dell’Udc
di Marzio Tristano
[b]PALERMO. [b] Finisce in carcere per concussione un maresciallo dei
carabinieri candidato ed eletto tre anni fa nel parlamento più
antico del mondo, e trema, a New York, l'uomo che, insieme agli alti
dirigenti dell'Udc, lo volle in lista: il governatore della Sicilia
Totò Cuffaro, già indagato per concorso in associazione
mafiosa, e destinatario ieri di un nuovo avviso di garanzia per
rivelazione di segreto di ufficio e favoreggiamento. I due, ipotizza la
procura, sarebbero le «talpe» che informarono la mafia
delle indagini nei confronti del boss Guttadauro, ex primario
dell'ospedale Civico, capo del mandamento mafioso di Brancaccio e
«regista» non tanto occulto di candidature dentro il
partito del Presidente della Regione.
Ville & minacce Il barometro giudiziario torna a segnare tempesta
sul quadrante «mafia-politica-talpe» con l'arresto
eccellente di Antonio Borzacchelli, 43 anni, inflessibile investigatore
del reparto operativo dei carabinieri fino al 2001 quando si candida
nell'Udc, diventa deputato all'assemblea regionale siciliana ed entra
nelle indagini della procura sugli amici di Guttadauro che lo
descrivono come un ricattatore senza scrupoli pronto ad utilizzare la
divisa per ottenere ville e denaro, tra minacce di arresto e
concessione di favori all'imprenditore Michele Aiello, ritenuto uno dei
prestanome di Bernardo Provenzano. Un maresciallo, ha rivelato un
testimone - il dottor Salvatore Aragona - , «appoggiato in modo
aperto e incondizionato da Mannino e da Cuffaro».
La cena Nell'intreccio tra affari miliardari di una sanità
malata nelle strutture pubbliche ed efficiente e costosa nel privato,
politici e professionisti impegnati a discutere di candidature nel
salotto di un boss mafioso, l'inchiesta della procura viaggia infatti
verso i livelli più alti lanciando verso il governatore della
Sicilia un'accusa pesante: sarebbe lui, con Borzacchelli, la
«talpa» che informò Cosa Nostra delle indagini sul
boss Guttadauro. A chiamare in causa Cuffaro è un verbale
redatto il 1° dicembre scorso da Aragona, 42 anni, medico anch'egli
con l'hobby della politica, condannato per favoreggiamento di Giovanni
Brusca, il killer della collinetta di Capaci, che senza reticenze ha
raccontato la sua verità su una cena di festeggiamenti
elettorali, la sera del 24 giugno 2001, dopo la vittoria elettorale in
Sicilia, al ristorante Riccardo Terzo di Monreale: «Al dottor
Miceli - ha rivelato Aragona - quella sera questa verità (le
microspie a casa Guttadauro, n.d.r.) è stata detta dall'on.
Borzacchelli e dall'on. Cuffaro. Mentre loro parlavano ero presente al
convivio, non ho assistito al dialogo, ero presente ad una decina di
metri di distanza, ma ho subìto la reazione sia del Miceli che
del Cuffaro. Miceli mi trattò in malo modo, come se la
responsabilità di tutto questo evento fosse attribuibile a me,
forse perchè nella loro valutazione io ero molto più
vicino al dottor Guttadauro». Nel salotto di quest'ultimo,
secondo le intercettazioni, venne discussa la candidatura di Mimmo
Miceli nelle liste dell'Udc.
Il silenzio degli «amici» Cuffaro ha sempre negato ogni
circostanza, promettendo di dimettersi «se venisse provato un
rapporto di affari con Aragona», offrirà la sua
verità ai giudici domani, quando salirà le scale del
palazzo di giustizia accompagnato dal suo legale, l'avvocato Nino
Caleca. Altri difensori nei palazzi della politica, per ora, il
governatore non ne raccoglie. L'arresto di Borzacchelli scatena il
silenzio imbarazzato della maggioranza; nella Sicilia orientale fa
sentire la sua voce solitaria il leader dell'Udc Raffaele Lombardo: si
dice «sorpreso» dell'arresto di Borzacchelli ma sicuro che
«la magistratura, cui va confermata assoluta fiducia
potrà, anche alla luce degli odierni provvedimenti giudiziari,
definire il quadro delle effettive responsabilità e restituire
autorevolezza alle istituzioni regionali». Che, evidentemente per
Lombardo, l'hanno persa.
Bufera La pensano allo stesso modo, ma con toni diversi, gli esponenti
dell'opposizione. Dice Claudio Fava: «L'inchiesta ha sommerso
Cuffaro. L'arresto dell'ex maresciallo dell'Arma che Cuffaro aveva
voluto nell'Udc e imposto come deputato regionale, chiude un semestre
di indagini che ha visto finire in galera o sotto inchiesta tutti gli
uomini di fiducia del presidente della Regione a Palermo. Cuffaro
è l'unico a rimanere seraficamente al proprio posto: alla faccia
di ogni questione morale».
Gli fa eco Beppe Lumia: «Gli ultimi sviluppi dell'inchiesta su
Aiello confermano che in Sicilia la questione morale raggiunge i
livelli più alti e drammatici». Aggiungono Francesco
Forgione e Giusto Catania di Rifondazione Comunista: «È
sempre più inquietante l'intreccio che emerge tra l'imprenditore
Aiello, la mafia di Bernardo Provenzano e precisi settori della
maggioranza di governo riconducibili al partito e all'area politica del
presidente della Regione». Anche perchè, come dice nel
verbale del 1° dicembre Aragona, «non è da tutti i
giorni che un ex maresciallo si vada a candidare da Cuffaro».
da l'unita'
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