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"Liberazione" sul Riesame per Milo, Marta ed Orlando
by da liberazione (3 aprile) Sunday, Apr. 04, 2004 at 11:20 AM mail:

Ieri l'udienza del riesame per gli antifascisti milanesi. La sentenza nelle prossime ore. Genova, oggi il corteo per i tre arrestati. Don Gallo: «Temo infiltrazioni».

Si saprà entro cinque giorni, forse oggi stesso, se saranno scarcerati i tre antifascisti milanesi detenuti dal 24 marzo a Genova con l'accusa di rapina e violenza.
Erano le 11 e 30, ieri, quando Orlando, Marta e Danilo, legati al centro sociale Orso del quartiere Ticinese, sono usciti, per tornare a Marassi e Pontedecimo, dall'aula del Riesame dove i loro legali, Mirko Mazzali di Milano e Fabio Taddei di Genova, hanno chiesto la loro scarcerazione o, in subordine, i domiciliari. In aula i loro compagni, gli stessi che oggi pomeriggio sfileranno a Genova partendo da De Ferrari. Il collegio giudicante ha 5 giorni per decidere ma non è da escludere che già oggi possa uscire la sentenza.

I tre ragazzi sono stati arrestati per l'aggressione presunta ad alcuni estremisti di destra su treno Torino-Livorno. Secondo i pm Anna Canepa e Andrea Canciani si sarebbero impossessati di un giubotto che avrebbero gettato dal finestrino, dei cellulari e di 15 euro. Gli imputati hanno negato e, congiuntamente, hanno dichiarato di non essere dei rapinatori. Per i promotori del corteo nazionale pomeridiano il loro arresto si inquadra in una più vasta campagna repressiva.

In città (dove stamattina ci sarà una grande manifestazione contro la ministra Moratti che terminerà vicino al luogo in cui sarà in visita il vicepremier Fini) l'aria è stata resa incandescente prima dalle due bombe "anarco-insurrezionaliste" esplose nella notte di lunedì vicino al commissariato di Sturla, poi dalle dichiarazioni del questore che ha notato la «consequenzialità» tra i tre arresti e l'attentato. A rincarare la dose, ieri, don Gianni Baget Bozzo, consulente spirituale di Berlusconi, che ha candidamente dichiarato di non stupirsi dell'attentato: «Genova è una città di estrema sinistra e gli attentati nascono in questo ambiente», ha detto sicuro il ministro del culto del culto berlusconiano, convintissimo che l'azione alla caserma Ilardi confermi «l'esistenza di una colonna genovese delle Br». C'è, probabilmente, un senso comune (marginale, almeno a Genova) che si rammarica che non ci siano stati morti e non si possa ripetere l'exploit patriottico effettuato sulle vittime italiane di Nassiriya. Al contrario, i centri sociali della città leggono le bombe a partire dall'effetto che fanno. In primo luogo dalle speculazioni che innescano e che inquinano il clima in cui si muovono le vertenze sociali. Un prete di tutt'altra pasta da quella di Baget Bozzo, sente puzza di «vecchi depistatori anni '70» i quali «utilizzano, strumentalizzano, si infiltrano, fanno credere...». E' don Gallo, prete-partigiano, animatore della Comunità di S. Benedetto, che teme infiltrazioni nel corteo di oggi dopo una gestione tutta "romana" delle bombe di Sturla. Infatti, polizia e procura di Genova sarebbero stati costretti a negare per ore il sequestro della rivendicazione spedita dalla Fai a un quotidiano. «Tutto serve per creare un clima di tensione», ha detto ancora don Gallo

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