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Fermezza o saggezza?
by Gen. Bonaparte Tuesday, Apr. 27, 2004 at 5:10 PM mail: silfecla@tele2.it

Chi salva una vita salva un mondo intero.

«Agli amici amanti della pace del popolo italiano e a tutti gli uomini liberi del mondo. Ci rivolgiamo a voi per la seconda volta, per farvi partecipi di una grande responsabilità nei confronti dei vostri concittadini. Chi vi sta guidando è un servo agli ordini del suo padrone. Egli non ha preso alcuna iniziativa per cercare di liberare gli ostaggi... La nostra è una causa giusta, stiamo difendendo la nostra terra... In segno di buona volontà, provvederemo a liberare gli ostaggi e a farli partire fuori dal nostro paese se dimostrerete di essere favorevoli alla nostra causa collaborando con noi e se direte no alla politica del vostro primo ministro con una manifestazione attraverso le vie della vostra capitale, e se inviterete il vostro governo a ritirare le proprie truppe dal nostro paese. Vi concediamo cinque giorni di tempo, in caso contrario li uccideremo senza esitazioni e senza ulteriori avvertimenti».

(Falangi Verdi di Maometto, 25 aprile 2004)

Le formazioni politiche di tutto l'arco parlamentare, da Alleanza Nazionale a Rifondazione Comunista, hanno prontamente risposto all'ultimatum dei rapitori ribadendo il principio che con i terroristi non si tratta e che nessuna manifestazione potrà essere organizzata sotto ricatto. Il governo ha fatto sapere, attraverso i portavoce del Banana (come sempre impegnato altrove), che le trattative proseguiranno e che verrà fatto tutto il possibile per ottenere la liberazione degli ostaggi. Persino i leader dei new global, da Agnoletto a Caruso, e diverse organizzazioni pacifiste hanno dichiarato che è inaccettabile manifestare alle condizioni dettate dai rapitori iracheni. Bene. Tutto questo produrrà un unico risultato: la morte degli ostaggi. Perchè se è certo che questa vicenda è stata gestita malissimo fin dall'inizio, a colpi di fanfaronate da parte del premier e di squallidi teatrini nelle più ignobili trasmissioni televisive, è altrettanto certo che gli uomini di queste fantomatiche Falangi Verdi di Maometto uccideranno ancora, perchè non hanno dubbi sul fatto che la loro sia una causa giusta (d'altra parte lo dicono esplicitamente, difendono la loro terra) e sono disposti a compiere anche le azioni più disumane pur di portare a termine la loro lotta. Quindi io credo che si debba tener conto di questo prima di decidere, a qualunque costo, di sposare la linea dura del "nessuna trattativa con i terroristi". Forse l'atteggiamento dei partiti non deve nemmeno sorprendere: le posizioni ufficiali delle formazioni politiche sono sempre il risultato di un freddo calcolo e di un briciolo di opportunismo. Io però ritengo che la gente possa fare spontaneamente ciò che non possono (o non vogliono) accettare di fare i partiti di entrambi gli schieramenti. Non dimentichiamo che la stragrande maggioranza della popolazione italiana è contro la guerra in Iraq e a favore del ritiro immediato delle nostre truppe. Dunque si tratta di esprimere pubblicamente la propria contrarietà sulla base della propria coscienza individuale, senza alcuna considerazione per chi, come ha fatto ieri sera il ripugnante La Russa, arriva ad affermare che vi sono delle sinergie fra i terroristi islamici e una certa sinistra italiana. Essere critici verso coloro che, a qualunque titolo, accettano con un mix di cinismo e spregiudicatezza di operare all'interno del conflitto iracheno non significa certo non essere disposti a compiere ogni tentativo pur di ottenerne la salvezza. Per questa ragione credo che l'iniziativa del sindaco di Sammichele di Bari, molto vicino alla famiglia Cupertino, e dei padri comboniani che hanno subito accolto l'invito del sindaco a partecipare, vada decisamente sostenuta e affiancata da azioni analoghe di centinaia di comitati promotori. I giovani delle scuole e delle università, le forze sindacali, le associazioni pacifiste e tutte le confessioni religiose dovrebbero, a mio avviso, mobilitarsi e organizzare a Roma, entro venerdì, un'imponente manifestazione. Mai come in questa occasione si è avuta la netta sensazione di una grande, incolmabile distanza fra forze politiche e cittadini. E' arrivato il momento di far sentire tutto il peso delle proprie idee contro una guerra assurda e illegittima, nel tentativo di ottenere ciò che avrebbe dovuto fare il nostro governo e non ha finora fatto: salvare tre vite umane. Come afferma il Talmud, chi salva una vita salva un mondo intero.

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