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Grazie, America, per averci invaso
Cari Americani, grazie di tutto. Per averci dato una mano nella Prima Guerra Mondiale, inviando un grande esercito sul fronte francese, ma soprattutto per averci invaso nella Seconda. In entrambi i casi in modo disinteressato, andando con l’istinto e la ragione contro i dittatori di turno. Adesso lo potete dire: non cercavate "armi di distruzione di massa", come avremmo detto oggi credendo alle fandonie del regime fascista. Voi non lo sapevate, ma in fondo volevate "esportare il liberalismo e la democrazia". Perché non l’avete detto subito, anche per l’Iraq?. E avete vinto, per fortuna vostra e nostra. Ma avete speso un sacco di soldi, e avete subìto migliaia di morti. Nella Seconda Guerra, pur contro un esercito tedesco in fuga, avete lasciato sul terreno per colpa nostra 38 mila morti. Chi ve l’ha fatto fare? chiederà qualche cretino di destra e di sinistra. Rispondetegli che la libertà conviene a tutti, perché ognuno possa dire la sua, o comprare ciò che vuole, allargarsi e chiarirsi le idee, crescere nella competizione, nel pluralismo, nella scienza libera e nella modernità. Noi lo capimmo al volo. Ma oggi in Iraq e in Europa c’è gente che non lo capisce.
Erano altri tempi, le donne e gli uomini erano un po’ più bassi, ma più forti ovunque, tanto più negli States. Ma, diteci, che cosa avete raccontato alle madri dei tanti ragazzi morti e feriti? Niente, è vero? Gli avete solo comunicato che erano morti valorosamente, facendo il loro dovere. Bene. Sapeste, invece, che razza di scuse oblique si devono dire oggi alle madri e fidanzate italiane, se succede qualcosa ai loro ragazzi, che in Iraq, oltretutto, vanno volontariamente, spesso per far soldi.
Allora, però, cari amici americani, non faceste la sciocchezza di preannunciare un anno prima la ricerca di "armi di distruzione di massa". In compenso, Mussolini non riusciste a prenderlo. Ve lo faceste scippare dai partigiani comunisti. Ma un errore lo faceste lo stesso: sbarcare un po’ fuori mano, in Sicilia, anziché a Genova. Comunque abbiamo apprezzato: cercavate il nostro Saddam Hussein. E invece ci avete cambiato la vita. Ve lo ricordate? Dopo un mese che eravate qui, già i giovani ascoltavano sui giradischi a manovella i vostri dischi di ebanite a 78 giri (i "V Discs", "dischi della vittoria"), fatti stampare apposta per l’esercito Usa, e spesso regalati alla popolazione. E che musica c’era in quei dischi fuori commercio? Jazz, tanto jazz. Oggi questa musica la suona anche il figlio di Mussolini. Grazie molte, davvero, anche per questo, America.
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