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MERSE, LA PRIMA RICERCA SCIENTIFICA
by IL CITTADINO OGGI, Monday, Jul. 12, 2004 at 10:47 AM mail:

IL CITTADINO OGGI, venerdì 9 luglio 2004, pag. 16 MERSE, LA PRIMA RICERCA SCIENTIFICA Risale ai primi mesi del 2002 lo studio condotto dal Dipartimento di Scienze Ambientali dell’ateneo di Siena

IL CITTADINO OGGI, venerdì 9 luglio 2004, pag. 16

MERSE, LA PRIMA RICERCA SCIENTIFICA
Risale ai primi mesi del 2002 lo studio condotto dal Dipartimento di Scienze Ambientali dell’ateneo di Siena


VALDIMERSE – Il primo studio che testimoniava gli effetti incorsi dopo lo sversamento di Campiano, fu quello effettuato dal laureando Gianni Guidarini, su coordinamento del professor Claudio Leonzio
del Dipartimento di Scienze Ambientali del nostro Ateneo. Lo studio era partito per analizzare gli effetti nella sauna ittica del Merse dopo l’inquinamento della primavera precedente e prendeva in esame due
specie di pesci in particolare: il barbo e il cavedano. I punti di prelievo degli esemplari di pesce da sottoporre agli esami scientifici furono in senso discendente: Le Vene di Ciciano, Pozzo Malera, Brenna.
Le analisi dettagliate furono mirate soprattutto su branchie, reni e muscoli. I risultati confermarono la presenza di piombo, cadmio, arsenico e mercurio in convergenza con situazioni similari di fiumi che
avevano dovuto subire infiltrazioni da discariche minerarie.
Su tutto venne notato nei reni dei pesci tassi molto elevati di cadmio pari a 14 microgrammi/grammo, “risultati che non trovano riscontro con dati disponibili sulle stesse speci provenienti da fiumi nel
comprensorio delle Colline Metallifere né da altri corsi d’acqua riportati in letteratura come fortemente inquinati” (fonti Anpa riportano la tossicità del cadmio a quota 200 microgrammi/grammo facilmente
raggiungibili se si considera il fattore della concentrazione nel rene). Inoltre si dovette osservare che a Brenna, in maniera maggiore che nei punti precedenti di analisi, l’arsenico era ormai biodisponibile, ossia
reso in forma organica; il mercurio invece, era presente in maniera minore di quanto si dicesse, ma ciò non doveva preoccupare meno, visto le caratteristiche di concentrazione negli organi specifiche anche di
questo metallo pesante. Infine il numero fortemente superiore di individui di sesso femminile nel riscontyro della fauna ittica, fece inoltre pensare a degli effetti estrogenici di alcuni contaminanti. Ragion per
cui all’epoca si gridò al pericolo della fantomatica ‘femminilizzazione’ dei pesci. Lo scorso 30 aprile, alla riunione del collegio di vigilanza svoltasi a Montieri, una mozione del Coordinamento Merse in
riferimento allo studio Leonzio-Guidarini recitava: “I risultati di questo studio sono molto preoccupanti per la presenza nei pesci di metalli pesanti in quantità pericolose per la salute umana. Le analisi
risalgono al periodo susseguente allo sversamento di Campiano (aprile 2001), non sono quindi attuali, ma sono emblematiche e significative di una situazione di pericolo per la vita del fiume e la salute dei
cittadini che esercitano attività di pesca nei tratti del fiume in questione, fino ad ora sottovalutata. Si deve inoltre tenere presente che nei medesimi luoghi l’acqua viene utilizzata per diverse produzioni
agricole.

(continua – 4)

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