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A tutta Arabia
by mazzetta Wednesday, Jul. 14, 2004 at 8:34 PM mail:

Una partita a scacchi.

Khaled al Harbi si č presentato all'ambasciata saudita in Iran chiedendo di usufruire del perdono regale.

L'amnistia che il re aveva dichiarato, sperando di indebolire gli avversari ormai in aperta rivolta, diventa strumento di al-Quaeda, che č bene ricordarlo, significa prima di tutto opposizione violenta al governo saudita.

Si affaccia cosi' l'ipotesi di un buon amico di Osama, un vecchio inoffensivo e religioso che non potrą essere accusato di violenze, un eroe del primo afghanistan antisovietico, altri momenti nei quali era incensato pubblicamente, colpevole solo di aver seguito Osama.
Un uomo importante, che non potrą essere imprigionato o torturato, o interrogato senza infrangere la parola regale sull'amnistia, e senza attirarsi le ire ed il disprezzo delle tribł.
Un uomo destinato a divenire il feticcio dell'opposizione alla casa reale, il possibile fulcro di una rivolta, o di un complotto che porti al trono un membro osservante della sterminata famiglia degli al-Saud.

Vedremo se il re infrangerą la parola o lo lascerą libero ed intoccabile persino dagli americani.
Per ora l'amnistia non pare aver dato dei gran risultati, le adesioni non arrivano alla decina e molto sembrano motivate pił dalla tattica che dal pentimento.

Da notare che il buon al Harbi, che sedeva accanto a Osama nel video nel quale rivendicava il 9/11, proviene sicuramente dalle zone nelle quali gli americani lo stanno cercando, e che in teoria hanno occupato.


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