XIX udienza del processo ai 25 per devastazione e saccheggio. In questa udienza si e' fatta la seconda parte dell'interrogatorio a Pasquale Zazzaro, dirigente ai tempi del g8 della sala operativa, e a Marco Preve, giornalista di Repubblica. Importante sviluppo dell'udienza un'ordinanza del Tribunale rispetto all'uso dei video durante l'esame testimoniale.
Nell'udienza di oggi si riprendevano le fila degli interrogatori a Pasquale Zazzaro (dirigente della Centrale Operativa ai tempi del g8) e a Marco Preve (giornalista di La Repubblica che ha seguito il percorso di una parte dei manifestanti che partono da piazza Paolo da Novi venerdi' 20 luglio).
Zazzaro porta in aula gli ordini di servizio del 20 e del 21, nonche' la lista delle persone presenti nella Sala Operativa nei due giorni, che vengono acquisiti come prove dal Tribunale. Inoltre porta la registrazione di tutte le comunicazioni da giovedi' 19 sera fino al 22 mattino. Nonostante la procura chieda di acquisire questi materiali in blocco il Tribunale delibera che gli audio siano messi a disposizione delle parti e solo le porzioni che le parti indicheranno verrannno trascritte e acquisite come prove documentali. Nelle ulteriori domande postegli, Zazzaro continua a fare lo gnorri, lasciando un po' stupiti del fatto che il soggetto responsabile delle comunicazioni di coordinamento tra plotoni non si ricordi dove si svolgevano i cortei, quali fossero autorizzate e quali no, e via dicendo.
L'esame di Preve riprende con i video, ma l'odissea che si protrae dall'inizio del processo non e' ancora conclusa. La difesa sottolinea come l'uso della procura dei video infici l'attendibilita' del teste, dato che i video influenza la memoria del teste anche in ambiti non strettamente pertinenti alla sua testimonianza. Il Tribunale delibera che si faccia esame e controesame con il solo uso dei materiali GIA' acquisiti, procedendo poi all'uso dei video indicati dall'accusa in una seconda fase di esame testimoniale.
Marco Preve racconta a questo punto durante esame e controesame tutto il suo percorso da Piazza Paolo da Novi fino a Piazza Manin, un itinerario di due ore circa in cui passa da Corso Torino, piazza Tommaseo, via Montevideo, via Tolemaide, Corso Sardegna, Piazza Giusti, via Canevari, Marassi, via Montaldo, piazza Manin. In questo itinerario assiste a vari danneggiamenti da parte di alcuni manifestanti, sottolineando la composizione prevalentemente estera del gruppo che segue, la natura non organizzata del percorso e delle azioni, la variabilita' della composizione del gruppo, le medesime modalita' ma la apparente casualita' nelle azioni, l'assenza sostanziale di presenza o di intervento da parte delle forze dell'ordine, e la tranquillita' di passanti e cittadini (che fa presupporre che non ci fosse poi questo clima di assoluta crisi dell'ordine pubblico che e' cruciale nella fattispecie del reato contestato agli imputati), con cui ci sono al massimo degli alterchi verbali (se si esclude un metronotte in via Montesuello che esplode colpi di arma da fuoco per dissuadere dei manifestanti dal danneggiare la sua auto di servizio).
Concluso esame e controesame, i pm obbligano tribunale, teste, difesa, imputati e conslenti a rivedere praticamente per intero il primo dvd del vigile Corda, sottoponendo il teste a una visione altamente suggestiva e imbeccandolo costantemente con suggerimenti rispetto a cosa rappresentassero le immagini e cercando di fargli dire di aver visto cose che fino a quel momento lui non aveva testimoniato.
Dopo questo stillicidio durato quasi 5 ore, il Tribunale sentite le ulteriori proteste della difesa, e la richiesta dell'accusa di procedere con ulteriori video, si ritira per deliberare. La delibera del Tribunale e' molto importante, perche' colpisce ulteriormente l'atteggiamento dell'accusa, che fin dall'inizio del processo ha voluto utilizzare i video e le foto non come elemento probatorio ma per una ricostruzione spettacolare del complesso dei due giorni del 20 e del 21 di luglio a genova. La delibera del Tribunale prende atto di come si sono svolti questi primi interrogatori e critica aspramente le modalita' con cui i pm hanno condotto l'interrogatorio, dichiarando inammissibile i video fatti vedere al teste e i commenti apportativi dal teste stesso, in quanto non pertinenti strettamente e altamente strumentali al suggerire ipotesi e fatti al teste, inficiando quinsi l'esame testimoniale. A questo fine il Tribunale dispone che dai prossimi teste, l'esame e il controesame possano essere svolti con l'ausilio video e fotografico solo se pertinenti al teste e all'identificazione di luoghi e/o persone che il teste ha gia' dichiarato di avere visto, o di eventi a cui ha dichiarato di aver partecipato direttamente, riducendo di molto la possibilita' da parte dei pm di mostrare un contesto altamente suggestivo a tutti i partecipanti al processo per le ennesime volte durante l'esame dei 160 teste.
L'appuntamento e' per settimana prossima, martedi' 28 e mercoledi' 29 settembre, con la conclusione del teste Preve e con il teste Amadori Giacomo (giornalista di Panorama gia' protagonista di crociate contro indymedia e contro chi nei giorni di luglio del 2001 ha manifestato contro il g8.
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