La Diebold e' una corporation statunitense che produce apparecchiature per il voto elettronico, ed e' nota per finanziare il partito repubblicano di Bush.
Nei mesi scorsi, da un server dell'azienda sono stati prelevati documenti riservati che dimostrano la possibilita' di alterare i risultati del voto.
I documenti sono stati pubblicati anche sul newswire di alcuni Indymedia e la Diebold si è lanciata all'attacco perche' siano censurati, in nome del DMCA (Digital Millennium Copyright Act, la restrittiva legge statunitense sulla difesa della proprieta' intellettuale).
I documenti riservati della Diebold sono stati pubblicati su diversi siti web, e sui newswire di molti Indymedia in tutto il mondo. La corporation ha sistematicamente minacciato i relativi provider, per indurli a far rimuovere queste informazioni.
L'impero del voto elettronico attacca
indymedia
La Diebold e' una corporation statunitense che produce
apparecchiature per il voto elettronico, ed e' nota per finanziare il partito repubblicano di Bush.
Nei mesi scorsi, da un server dell'azienda sono stati prelevati documenti
riservati che dimostrano la possibilita' di alterare i risultati del voto. I
documenti sono stati pubblicati anche sul newswire di alcuni Indymedia e la
Diebold si è lanciata all'attacco perche' siano censurati, in nome del DMCA
(Digital Millennium Copyright Act, la restrittiva legge statunitense sulla
difesa della proprieta' intellettuale). I documenti riservati della Diebold
sono stati pubblicati su diversi siti web, e sui newswire di molti Indymedia in
tutto il mondo. La corporation ha sistematicamente minacciato i relativi
provider, per indurli a far rimuovere queste informazioni. Nel caso di
S.Francisco, il provider (Online Policy Group, un'organizzazione no-profit che
si batte per il diritto all'informazione) ha dato il proprio sostegno a
Indymedia S.Francisco, ricevendo anche il supporto dei legali della Electronic
Frontier Foundation. Assieme hanno respinto l'ultimatum della Diebold, e stanno
continuando a pubblicare i documenti, cosi' come stanno facendo molti studenti nelle
loro universita' statunitensi, sostenuti anche dal Center for Internet and
Society, la scuola di legge di Stanford. In altri casi, invece, come in
quello di Indymedia Italia, i provider hanno riversato le pressioni della
Diebold sugli IMC, che hanno scelto di rimuovere -almeno temporaneamente- i
contenuti contestati, per evitare lo spegnimento dei server. Pochi minuti di
navigazione sono comunque piu' che sufficienti per reperire molti dei documenti
della Diebold. Liberamente accessibili in rete per intere settimane direttamente
dai computer della ditta, sono ormai diffusi su centinaia di altri server.
Questa e' gia' una sufficiente dimostrazione di quanta attenzione la Diebold
abbia dedicato alla sicurezza. Mentre i documenti divengono di pubblico
dominio, la Diebold cerca di utilizzare il DMCA per impedirne la diffusione,
ostacolando il dibattito pubblico sulla legittimita' dei sistemi con cui i
cittadini eleggono i propri rappresentanti.
.:: da copyDOWN Cronologia aggiornata e approfondimenti .:: da
indymedia.org Feature completa (in inglese) .:: dal Manifesto: Macchine contavoti troppo amiche di Bush | Inarrestabile «touch screen» .:: da quintostato.it:
La
disobbedienza elettronica contro le magagne dell'e-vote
tratto da www.italy.indymedia.org
Liberta' di informazione - liberta' di
link!
Un provider no-profit e la EFF si
oppongono ai reclami sul copyright, basati sul DMCA, mossi da
una corporation contro Indymedia
La Electronic Frontier Foundation
difende il diritto a pubblicare i link agli Electronic Voting
Memos
Comunicato stampa della Electronic Frontier
Foundation, traduzione non ufficiale Comunicato
originale
San Francisco
Difendendo
il diritto a linkare informazioni controverse -relative a
difetti dei sistemi di voto elettronico- la EFF (Electronic
Frountier Foundation) ha annunciato oggi che sosterra' la
difesa di un provider e di un sito web di informazione dalle
accuse di infrazione indiretta di copyright, mosse dal
costruttore dei sistemi di voto.
Il 10 ottobre 2003 la
Diebold, azienda di sistemi elettronici di voto, ha mandato
una lettera di "cease-and-desist" ("smetti e non rifarlo") al
provider no-profit OPG (Online Policy Group), esigendo la
rimozione di una pagina contenente link, pubblicata in un sito
di Indymedia che si trova su un server del provider.
La Diebold ha spedito decine di simili comunicazioni
ad altri provider che ospitano Indymedia, e ad altri siti che
linkavano o pubblicavano copie dei memo ad uso interno della
Diebold. Al momento, OPG e' l'unico provider che si e' opposto
alla richiesta di oscuramento fatta dalla Diebold.
"Quali argomenti sono piu' importanti per la nostra
democrazia delle discussioni sui meccanismi e la legittimita'
dei sistemi di voto elettronico, che in questo momento vengono
introdotti in tutto il paese?", ha detto Wendy Seltzer della
EFF. "La EFF non se ne stara' a guardare mentre corporation
come la Diebold bloccano il dibattito in rete, sventolando
avvisi legali in faccia ai provider -i quali, normalmente,
eliminano anche informazioni legittime, piuttosto che
affrontare rischi legali".
Il DMCA (Digital Millennium
Copyright Act), approvato dal Congresso degli USA nel 1998,
fornisce una "scappatoia" per i provider, per spingerli a
oscurare le informazioni pubblicate dagli utenti nel caso in
cui ricevano lettere di "cease-and-desiste", come quelle
spedite dalla Diebold. Rimuovendo le informazioni per almeno
10 giorni, o costringendo l'utente a farlo, il provider si
sgrava infatti di qualsiasi responsabilita' relativa al
copyright. Di conseguenza, pochi provider hanno verificato se
sarebbero realmente perseguibili per questo tipo di azioni dei
loro utenti. La EFF, attraverso Chilling Effects Clearinghouse
[*], sta dimostrando alcuni dei modi in cui questa
"scappatoia" limita la liberta' di parola.
"Difendiamo
con forza il diritto alla liberta' di parola per il nostro
cliente Indymedia; il diritto a pubblicare i link ai memo
della Diebold, che sono importanti per il pubblico dibattito
sulla sicurezza delle apparecchiature per il voto", ha
spiegato Will Doherty, del provider OPG. "I reclami della
Diabold, per infrazioni di copyright, che consisterebbero nel
linkare informazioni presenti altrove nel Web, sono ridicoli;
ancor piu' sciocco e' reclamare che un provider sia
responsabile per i link pubblicati dai suoi clienti".
Lettera
di "cease-and-desist" spedita al provider OPG Pagina
di Indymedia oggetto del reclamo della Diebold Ricercatori
di sicurezza scoprono grosse falle nel voto elettronico
La
scappatoia per i provider fornita dal DMCA - da Chilling
Effect[*]
[*] Chilling Effects Clearinghouse
e' un sito che archivia e da' consigli gratuiti a tutte quelle
situazioni in cui redattori di siti web sono stati censurati
dalle corporation e dai loro avvocati da
http://www.neural.it/nnews/databasecensurewebeff.htm
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your
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(...) One of the things I find most
exciting about the Internet is that the sense of Jeffersonian
revolution is very much alive online. If you don't like what
someone's saying, go to a bulletin board, website, or weblog
and say something else; criticize their arguments and respond
with your own. If you don't like the software available, patch
it (if it's open source) or write your own.
Of course
there are some who don't like all that speech, and many of
them try to use intellectual property law to silence it. Since
we started <!-- @@a href="http://www.chillingeffects.org/"-->Chilling
Effects<!-- @@/a-->, we've seen numerous abuses of
trademark or copyright to pull down critics and parodists.
Particularly bad are uses of the <!-- @@a href="http://www.eff.org/IP/P2P/20030926_unsafe_harbors.php"-->DMCA
takedown provision<!-- @@/a--> -- demands to ISPs to
remove their users' content.
That's why EFF <!--
@@a href="http://www.eff.org/Legal/ISP_liability/OPG_v_Diebold/"-->recently
filed suit<!-- @@/a--> against Diebold, one of the worst
abusers of DMCA takedown, on behalf of Online Policy Group and
two Swarthmore students. Diebold didn't want people talking
about the insecurity of its electronic voting machines with
the best evidence available -- internal emails among Diebold
employees noting security flaws and efforts to hide them -- so
it sent <!-- @@a href="http://www.chillingeffects.org/notice.cgi?NoticeID=911"-->demands
to the ISPs<!-- @@/a--> to disable their users' hosting
or linking. Because we feel that copyright should not be
misused to stifle key political debate, we've asked the court
to stop Diebold from sending these threats. We all deserve the
right to talk about how democratic elections work.
_______________________________________________
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http://lists.ibiblio.org/mailman/listinfo/cc-eyebeam
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