Indymedia Italia


L'articolo originale e' all'indirizzo http://italy.indymedia.org/news/2004/10/661090.php Stampa i commenti.

MIGLIAIA DI MIGRANTI IN CORTEO IERI A ROMA
by KEOMA Monday, Oct. 11, 2004 at 3:28 PM mail:

DA "IL MESSAGGERO" DI OGGI

Sfilano in tremila, cercano rispetto «Senza il permesso siamo finiti»
di DIANA LETIZIA


Da piazza della Repubblica fino a piazza Venezia. Un percorso entrato nella storia delle grandi manifestazioni che hanno cambiato l'Italia. La memoria di ognuno può facilmente rivolgersi al passato più lontano o ai nostri giorni per ricordare quanti cortei hanno attraversato via Cavour nel corso degli anni, portando in strada i problemi della società italiana, le lotte dei lavoratori, le battaglie politiche e sociali.Eppure ieri, a distanza di due settimane dal primo corteo organizzato dal Comitato Immigrati della Capitale, rivedere per le vie di Roma oltre tremila extracomunitari in regola manifestare per le difficoltà legate al rinnovo del permesso di soggiorno fa tornare alla mente immagini che riguardano la storia di altri paesi, dalla Francia all'Inghilterra, in cui il percorso di integrazione multiculturale è partito molto prima rispetto all'Italia. Hafan Mumimul è bengalese. Urla a squarciagola nel picchetto organizzato dalla sua comunità lo slogan che tutti i migranti scandiscono: «Noi vogliamo il permesso di soggiorno». Hafan vive a Roma dal 1990 con la moglie, ha due figli nati in Italia e lavora come cuoco in un ristorante in via Tiburtina. A giugno è scaduto il suo permesso e l'appuntamento per andare a ritirare il rinnovo è per l'11 novembre: «Non mi è nemmeno andata male. Cinque mesi non è niente rispetto a chi aspetta da più di un anno». In ogni caso la sua situazione non è delle migliori: «Lavorare in un ristorante vuol dire anche avere le carte in regola dal punto di vista igienico e senza permesso non posso nemmeno ottenere il libretto sanitario che va rinnovato ogni anno. Il problema coinvolge anche i miei figli: se hanno la febbre non ho più diritto alla mutua e i soldi per comprare le medicine a prezzo pieno non li ho».
I numeri che riguardano la sola Capitale, del resto, dicono che nella situazione del cuoco bangladese ci sono 45mila persone che da oltre un anno attendono il rinnovo e su 300mila regolari presenti nel territorio romano almeno la metà risulta in attesa. Sono molte le comunità scese in piazza per dimostrare contro la Legge Bossi Fini: romeni, albanesi, cingalesi, africani di vari paesi, indiani, cinesi e molte altre nazionalità. Non ci sono solo romani d'adozione tra i manifestanti come è successo in occasione del primo corteo. Questa volta la base si è allargata: «Lavoro a Napoli da sei anni in un mercato rionale - racconta Mozer, senegalese di trentuno anni - ho dovuto soffrire a lungo per passare dalla condizione di clandestino a quella di regolare. Ma ora sono praticamente nelle stesse condizioni di prima: attendo il rinnovo e se non lo ottengo in meno di un mese, come sarebbe nel mio diritto secondo la legge, il mio capo mi licenzierà». «Sono qui per mia cugina che non riesce a rientrare in Italia con i suoi figli - racconta Sushanta, cingalese da nove anni a Roma - E' dovuta ritornare a Colombo per la morte del padre portando con sé i due bambini nati in Italia. Essendo in possesso solo del cedolino che rilascia la questura per il rinnovo, lei può rientrare ma i bambini no perché non riconoscibili in mancanza di foto sulla ricevuta».
La mobilitazione dei migranti continua, come spiega Bachcu, uno dei quattro rappresentati del Comitato che si è sottoposto allo sciopero della fame per dieci giorni: «Ogni giorno, dalle diciassette alle ventidue, ci sarà un presidio a piazza Vittorio per chiedere l'apertura di un tavolo tecnico che coinvolga le Istituzioni. L'appuntamento è anche per domenica prossima, ancora in piazza della Repubblica, per un'altra assemblea cittadina».

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum

©opyright :: Independent Media Center .
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.