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Falluja 4°giorno del grande rastrellamento
by controguerra Thursday, Nov. 11, 2004 at 6:01 PM mail:

La macchina feroce del grande rastrellamento americano, la carica delle giubbe blu del Primo Cavalleria contro il grande accampamento indiano di Falluja (tribù degli iraquis) sull'Eufrate procede con metodo. Il solito: massacrano tutto.Siamo al quarto giorno del massacro dell'Efrate River.

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Adesso gli americani cominciano a dare dei numeri e se ne gloriano: 600 iracheni sono stati già fatti fuori! Almeno. La tattica è precisa. Le forze corazzate, le artiglierie da terra e dal cielo spingono gli avversari da nord est verso sud dove li attende una linea di fuoco americana inesorabile. A Ovest l'Eufrate. Dunque nessuna via di scampo. Eppure Falluja resiste ancora. A piccoli gruppi contrattaccano. Le stesse macerie si trasformano in fortini.

La resistenza dei combattenti di Falluja rinfocola la resistenza negli altri territri. Per ogni uomo che cade un'altro prende il suo posto.

Un funerale di un combattente caduto a Falluja si è trasformato a Ramadi in una rivolta. Combattimenti sono scoppiati in diversi paesi e città particolarmente duri nella città del Nord Mossul dove centinaia di uomini armati hanno assaltato i posti di polizia.

Onore a chi si batte contro l'aggressione imperialista. La vera unica via d'uscita è la sconfitta di questa aggressione. Non si danno ponti di pace tra chi aggredisce e chi si difende.

Oggi è il giorno della morte di Arafat ed è uno dei giorni tragici del grande rastrellamento di Falluja. Sembra sconfitto e tramontato per sempre il tempo dei Nasser, Arafat, il tempo del nazionalismo panarabo. L'impero combatte le sue crociate e sollecita gli integralismi religiosi. Niente di meglio per il suo dominio che le bande fanatiche dei preti del nuovo medioevo tecnologico. Sa bene come comprarsi il grande ayatollah o rabbino o papa di turno.

Eppure nonostante che Saddam sia prigioniero e Tareq Aziz sia morto, nonostante che si siano comprati il grande ayatollah Al Sistani, nonostante che il papa benedica Allawi, la lotta popolare infuria più che mai. Perché? Che succede? Che succederà?

Forse la storia non è affatto finita. Chi vivrà vedrà.

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