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su alemanno a roma 3
by me Wednesday, Dec. 15, 2004 at 1:04 AM mail:

articolo non male de l'Unità

An arriva all'università: ministri e pestaggi
di Eduardo Di Blasi

Picchiati mentre un ministro della Repubblica (Gianni Alemanno, Politiche Agricole) sta per tenere un convegno sugli Ogm assieme a gruppi che con gli Ogm hanno poco a che fare. Picchiati, da "studenti di destra". Durante "tafferugli", dicono le prime cronache, riprese dai tg. Non è stato così.

Quando tre ragazzi finiscono all'ospedale uno con un braccio rotto e 30 giorni di prognosi (il referto dice: «Ferita alla testa omerale destra»), uno con un un taglio sotto l'occhio che richiede diversi punti di sutura («Ferita lacero contusa al volto») e un altro, "fortunato", che se la caverà in sette giorni perché lo hanno colpito in faccia, non si è trattato di uno scontro tra ragazzi. Quando una ragazza che scappa, cade e viene presa a calci da signori sui quaranta (così testimoniano i ragazzi ancora scossi), quelli armati di spranghe e uno (il signore che ha rotto la faccia al giovane fuorisede) con un "pugno di ferro", oggetto da picchiatori, non si può parlare di tafferugli tra studenti.


Sono 9 ragazzi. Universitari. Alle nove di lunedì mattina percorrono la strada che dalla stazione della metro B di San Paolo arriva su viale Marconi, sede della Facoltà di Scienze Politiche di Roma Tre.


Lunedì mattina, alle 9,30 nell'aula 1 VM dell'ateneo era stato convocato un dibattito sugli Ogm con il ministro dell'Agricoltura Gianni Alemanno. E loro andavano lì sotto, a protestare contro quell'iniziativa che, affermavano (a ragione) fosse stata programmata da ragazzi che non pareva si occupassero propriamente di agricoltura non modificata.


I nove ragazzi, 6 uomini e tre donne, in buona parte ventenni fuorisede, percorrono viale Baldelli. Poi ancora dritti, proseguono su via Calzecchi e girano sulla grande arteria di viale Marconi. Le forze dell'ordine sono schierate a difesa del presidio. Loro li vedono. Il filo giallo della municipale e la scritta che annunciava per la giornata di ieri la potatura dei platani, ha anche sgomberato delle auto lo spazio antistante il marciapiede.
L'appuntamento con gli amici che sono nel presidio è fissato per le 8,30. Sono già le nove, e gli altri sono distanti un centinaio di metri. Lontani. Muoversi compatti: è questa l'indicazione che è bene tener presenti in situazioni del genere.


Un ragazzo dei collettivi studenteschi, passato lì intorno alle 8, ha visto davanti alla Facoltà una cinquantina di facce poco rassicuranti. Ha tirato dritto. Incontro ai suoi amici. Ma i 9 erano arrivati tardi. Dal racconto di uno di loro apprendiamo che, arrivati quasi davanti alla sede universitaria, adocchiano cinque signori. «Pensiamo siano della Digos, perché hanno un occhio a noi e uno al corteo». Non è così. In un batter d'occhio gli sono sopra. Li picchiano. Qualcuno riesce a scappare. Una ragazza inciampa. La prendono a calci. La polizia, dall'altra parte della strada non riesce ad attivarsi. Si sente un urlo, enorme. È quello del ragazzo cui hanno appena rotto il braccio. Più tardi la Digos dirà a loro di aver ripreso la scena. Ma i colpevoli non hanno volto. Si dileguano.


Qui la storia si sdoppia. Da una parte raccogliamo la testimonianza della fruttivendola di viale Marconi che ha il negozio proprio all'angolo con via Segre, dove si teneva il presidio antifascista. «È arrivato un ragazzo, aveva un occhio sanguinante. Ha chiesto un pezzo di carta e dell'acqua. Mi ha ringraziato, tanto. Lo scriva che mi ha ringraziato. Era proprio un bravo ragazzo». Dentro la facoltà parla una delle addette alla portineria. «È stato terribile. Abbiamo dovuto chiamare al cellulare uno dei ragazzi feriti. Aveva male a un braccio, e tanta di quella paura da essersi rifugiato in un portone qui di fronte. Abbiamo telefonato da qui, poi i ragazzi sono andati a riprenderlo dove si trovava. Abbiamo chiamato anche l'ambulanza».


La seconda parte della storia parla di quello che è successo dentro l'ateneo. La riunione che il ministro delle politiche Agricole Alemanno, ha avuto il coraggio di definire "democratica". Vi partecipavano, oltre al ministro, Giovanni Monastra, coordinatore scientifico dell'Inran (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione), il professor Mariano Bizzarri, ordinario di biochimica a "La Sapienza", il dottor Veloccia, della Fondazione Nuova Italia (vicina alla destra sociale, tanto che nel cda compare la figlia di Pino Rauti, Isabella), il giornalista Luciano Lanna, autore del libro "Fascisti immaginari - Tutto quello che c'è da sapere sulla destra" e Luca Cirimbilla della lista "Azione Universitaria" (An) a RomaTre. Il dibattito, poi, era "in collaborazione" con Azione Sociale (associazione vicina alla galassia suddetta), l'ong Concordia, l'Ugl, l'Asi Roma, e, soprattutto "l'associazione culturale Foro753" e l'altra "associazione culturale" dal nome "2punto11" (enigma che tradotto dalla matematica segna le iniziali di Benito Mussolini, B.M). La prima occupa abusivamente a Roma uno stabile di proprietà della Regione (retta da Francesco Storace) che, nelle intenzioni, doveva essere dedicato ad ospitare il Museo della Shoah. La seconda, che ha sede a Fiumicino, vende gadget da stadio. Cosa c'entrino con gli Ogm è un mistero. Fatto sta, che, nonostante la preghiera del preside di Scienze Politiche di far partecipare alla "democratica" assise un gruppo di studenti lasciati fuori dal cordone che ormai la polizia aveva stretto intorno alla sede universitaria (la Questura non autorizzerà), l'aula con i suoi sessanta uditori di destra è rimasta blindata. E blindata, per 4 ore, è rimasta anche la Facoltà, con gli studenti che non hanno avuto accesso alle lezioni e con gruppi di fascisti che inneggiavano al duce con il braccio teso. Il ministro Alemanno: «Mi dispiace per gli incidenti, ma sono colpa di chi pretendeva di negare il diritto di espressione a un ministro e a una parte importante degli studenti di questa università». I suoi si sono espressi.

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