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Lo tsunami che ha colpito Sri Lanka, India, Indonesia, Malesia e Thailandia, mi ha lasciato sgomento. Non tanto per il fatto in sè, che, essendo un evento naturale, colpisce ma rientra nell'ordine delle cose prevedibili, quanto per quello che accade intorno. Stufo del martellante riferimento dei media italici sull'inconveniente dell'interruzione delle vacanze e le proposte alternative dei tour operator, provo ad approfondire un po'.
Le notizie che arrivano sono frammentarie e non sempre così interessanti. Scopro pero' dalle solite fonti indipendenti alcuni particolari a caldo, riguardanti soprattutto la situazione alle Maldive. Non pago, continuo la ricerca e scopro come i movimenti di solidarietà stanno affrontando la crisi. [ 1 ][ 2 ]
Scopro anche che, nonostante ciò che sta succedendo in Sri Lanka, il Governo australiano a quello srilankese stanno organizzando il rimpatrio [ 1 ] di molti emigranti srilankesi dall'Australia alla terra d'origine. Peccato che molti abitassero nei luoghi devastati.
Si, è davvero un peccato che le informazioni che ci arrivino siano senpre le stesse e che a lato rimangano le notizie 'altre' e un po' fastidiose, come i falliti tentativi di allarme per la situazione che precipitava o il mancato accenno alla mancanza di tecnologie [ 1 ] per prevenire le onde anomale, come , guarda caso nel paradiso fiscale e non di Honolulu, ci sono.
Resta solo davvero un senso di vuoto di fronte all'enorme tragedia. E' strano dover considerare che a poter essere morte siano 100.000 persone in un solo botto. Quasi il triplo degli abitanti della cittadina dove abito...
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