A proposito di giornalismo d’inchiesta
Il giornalista investigativo Seymour Hersh ha scritto sul settimanale The New Yorker (24-31/1/2005) che il Pentagono (sede del comando militare USA) ha gia` inviato in segreto un certo numero di militari in Iran per identificare possibili obiettivi militari. L`autore dell`articolo, dal titolo "The coming wars : what the pentagon can now do in secret" (La guerra che verra’: cosa sta preparando segretamente il Pentagono) scrive che diverse fonti dello spionaggio e militari hanno affermato, a patto di restare anonime, che "il prossimo obiettivo strategico degli USA e` l`Iran".
Le missioni segrete in Iran sono cominciate almeno nell`estate 2004, con il contributo del Pakistan ma anche di Israele. Sempre secondo le notizie di Hersh, il presidente USA ha autorizzato l`invio di pattuglie militari in segreto in dieci stati del Medio Oriente e del Sud-est asiatico. I militari inviati potrebbero sia compiere missioni di combattimento sia preparare attentati terroristici. Anche in passato il presidente degli USA Bush ha utilizzato militari invece di agenti della CIA (Central Intelligence Agency, il principale servizio di informazioni USA) per non dovere riferire al Congresso (il Parlamento USA diviso nei due rami House e Senate).
Una nota del Pentagono di Lunedi 17 gennaio critica l`impianto dell`articolo, definendolo "cosi` pieno di errori riguardo a fatti fondamentali da essere sostanzialmente non credibile". Tuttavia, ad una domanda di David Gregory (giornalista del network televisivo NBC) sull`opzione militare nella gestione dei rapporti con l`Iran, Bush ha risposto : "Spero che risolveremo la questione (l`opposizione USA al programma nucleare civile e militare dell`Iran) con la diplomazia, ma io non rinuncero` a nessuna opzione".
Amy Goodman : Qual e` la sua risposta alle parole del presidente Bush?
Seymour Hersh : "Se Bush davvero sperava di intraprendere un`azione politica contro l`Iran, avrebbe potuto partecipare ai colloqui negoziali con l`Iran che l`Unione Europea, in particolare Gran Bretagna, Francia e Germania hanno avviato dal 2003. Mi sembra evidente che l`Iran vuole diventare una potenza nucleare, anche se non lo e` ancora. Lo scopo di questi colloqui, e` offrire un aumento dei commerci e dei crediti stranieri, oltre a quelle apparecchiature utili sia per il nucleare civile che per quello militare (finora negate a causa delle sanzioni) in cambio di un loro impegno a fermare il programma nucleare militare.
Gli USA non hanno partecipato mai a questi colloqui. Come mi ha detto un esperto diplomatico europeo, "siamo in una situazione molto delicata, finche` gli USA non parteciperanno ai colloqui in corso, non avremo una reale possibilita` di convincere l`Iran. Come possiamo promettere la sicurezza dell`Iran, se gli USA rimangono fuori dagli accordi? Se la situazione rimarra` la stessa, dovremo chiedere sanzioni per l`Iran presso l`ONU, nell`impossibilita` di una soluzione diplomatica. A questo punto e` probabile che Cina e Russia opporranno il veto in Consiglio di Sicurezza, e l`amministrazione Bush potra` mostrare agli elettori USA che l`ONU non e` un organismo credibile, come gia` accadde nel 2003 con l`Iraq. Se gli USA sono davvero interessati ad una soluzione diplomatica, la soluzione consiste nel partecipare ai colloqui in corso".
Mi puo` spiegare il ruolo della CIA e del Pentagono in questa situazione?
Il Pentagono avrebbe potuto semplicement rispondere che in Iran sono in corso operazioni di sorveglianza, invece la vicenda ha assunto una grande importanza nel giro di due giorni. Il fatto piu` importante e` il ridimensionamento del ruolo della CIA. Il presidente Bush ha cosi` controllato e ridimensionato la CIA, per mezzo del vice presidente Cheney e del segretario alla difesa Rumsfeld, che oggi non ci sono piu` risorse e capacita` di spionaggio e di investigazione non solo per le operazioni sul campo ma anche per le analisi.
Il livello di centralizzazione di queste attivita` presso la Casa Bianca e il Pentagono e` anche maggiore rispetto a quanto visto dalla nascita della CIA dopo la seconda guerra mondiale o durante la guerra fredda.
Tutte le notizie sul nuovo direttore della CIA, Porter Goss, che sta ridimensionando gli agenti operativi, la cosiddetta "sezione dei metodi sporchi", hanno nascosto cosa sta davvero accadendo. Il compito di Goss, dettato dalla Casa Bianca e` di liberarsi di un certo numero di analisti, giovani e meno giovani, che sono spesso stati scettici nei confronti delle direttive di Casa Bianca e Pentagono. L`amministrazione Bush vuole nella CIA solamente uomini di provata fedelta`.
Il motivo e` che quando si tratta di operazioni segrete all`estero svolte dalla CIA, gli agenti devono riferire al presidente. Egli deve approvare l`operazione e le due commissioni del parlamento (House e Senate) che si occupano di servizi segreti devono esserne informate.
Se i militari svolgono un`operazione segreta, la loro interpretazione della legge e` che il presidente, come comandante in capo delle forze armate, non deve riferire a nessuno. Poiche` i militari intraprendono un`operazione segreta per sondare il campo di battaglia la cosa e` gestita completamente dai militari, senza il coinvolgimento dei servizi di informazione e senza la necessita` di dover riferire ad altri che il presidente.
In questo modo Rumsfeld ha vinto un`importante battaglia sulle regole. L`esercito sta al momento conducendo operazioni segrete in dieci stati, per mezzo di soldati "puliti" (wiped clean) cioe’ con identita` e documenti non-USA. Questi militari prenderanno contatto con diversi gruppi in questi stati, svolgeranno operazioni armate e anche attentati terroristici. Si dice che per cercare i terroristi bisogna frequentarli e comportarsi come loro, cioe` attirare la loro attenzione per scoprire la loro identita’.
Il problema e` che stiamo facendo questo con i soli militari, senza comunicare nulla agli ambasciatori USA nei paesi teatro delle operazioni, senza informare il comando della CIA. Si tratta di un modo di agire completamente nuovo, un importante cambiamento rispetto agli ultimi sessant`anni.
Ci puo`dire qualcosa riguardo al ruolo di Israele e Pakistan nella vicenda?
Israele e` pronto ad agire contro l`Iran se gli USA non lo faranno; ovviamente nessuno vuole che cio` accada. I governanti israeliani sanno che molti statunitensi, sia pro che contro Israele, sono stati sconcertati dall`effetto che i legami tra Israele e gli USA hanno avuto nella guerra contro l`Iraq. Si discute molto se in questo caso Israele sia stato uno dei principali attori o uno dei principali fattori dell`invasione dell`Iraq. Per questo motivo Israele non vuole che la cosa si ripeta e sta cercando di tenere un basso profilo, anche se in realta’ esercita forti pressioni. Se Israele agisse da solo contro l`Iran, si creerebbe una situazione di caos in Medio Oriente.
Il ruolo del Pakistan e` piu` complesso, per via del fatto che il presidente Musharraf e` stato alleato degli USA nella caccia a Bin Laden. Mentre il Pakistan continua a produrre armi nucleari, ha consentito agli USA di interrogare scienziati pakistani che lavorano in Iran.
Come noto l`AIEA (Agenzia Internazionale per l`Energia Atomica) vigila sul rispetto del trattato di non proliferazione delle armi nucleari (l`Iran ha aderito al trattato, diversamente dal Pakistan). Da verie informazioni, incluse quelle dell`AIEA si e` potuto capire che l`Iran in passato non ha rispettato il trattato, continuando a collaborare con scienziati pakistani. Ora questa collaborazione e` stata interrotta, ma i servizi di Musharraf hanno fornito agli USA informazioni sul lavoro svolto in Iran e sulla localizzazione di alcuni siti. In cambio gli USA hanno lasciato libero A.Q.Khan, il presunto padre della bomba nucleare pakistana (un altro scienziato di nome Khan ha in realta` contribuito maggiormente al programma). A.Q.Khan e` la persona che negli anni `70 e `80 ha ottenuto le apparecchiature e i materiali utilizzabili sia per il nucleare civile che per quello militare. E` una persona molto famosa, ed e` stata catturata in Libia un paio di anni fa. E`stato rimandato in Pakistan, dove si e` scusato pubblicamente con il presidente Musharraf ed e` ora agli arresti domiciliari. Musharraf non ha mai permesso ne` agli USA ne` all`AIEA di Vienna di interrogare quest`uomo, quindi non sappiamo cosa stia preparando. I miei contatti nella CIA mi dicono che gli USA hanno fatto un patto con il diavolo, ottenendo informazioni sui siti nucleari iraniani da Musharraf in cambio della rinuncia ad interrogare, anche in sede AIEA, A.Q.Khan. Allo stesso tempo il Pakistan continua a costruire bombe nucleari.
Parliamo dei piani del Pentagono per l`Iran, descritti nell`articolo di cui abbiamo parlato nell`introduzione. Si puo` dire che questi piani consistano in un attacco all`Iran?
Penso che sia cosi`. I vari Paul Wolfowitz e Douglas Feith che costituiscono il comando civile del pentagono hanno imparato in Iraq che il rovesciamento di un regime per mezzo della sola azione militare non e` un metodo efficiente. Se non avessimo gia` invaso l`Iraq, ci sarebbe una forte opposizione alla guerra contro l`Iran nella dirigenza USA, visto che l`Iran e` un paese tre volte piu` vasto e con una popolazione coesa. Ciononostante ritengo che i neocons pensino ad un attacco mirato a trenta-quaranta siti iraniani in tarda primavera o all`inizio dell`estate, in concomitanza con l`inizio del ritiro da Gaza annunciato dal primo ministro Sharon. La teoria del Pentagono e` che in questo modo gli stati arabi si opporrebbero di meno, una volta cominciato l`attacco.
Un attacco mirato a pochi siti iraniani per la produzione di armi nucleari mostrerebbe all`opinione pubblica iraniana e mondiale che il governo iraniano ha mentito sulle armi nucleari. Unitamente alla presunta stabilizzazione dell`Iraq dopo le elezioni, questo fatto potrebbe portare l`opposizione iraniana e i gli strati piu` giovani della popolazione, da anni insofferenti alla dirigenza religiosa, a rovesciare le autorita` religiose, o almeno a organizzare forti proteste.
Il problema di questa visione del futuro e` che essa e` chiara solo alla dirigenza civile del Pentagono. Quasi tutti quelli che ho contattato, dentro e al di fuori del governo, ritengono che si tratti di una visione delle cose parziale e distorta, perche` non si considera il nazionalismo iraniano e la coesione della popolazione.
Alcuni senatori e deputati parlano di questi argomenti, perche` con l`attuale dirigenza politica il dissenso interno si e` notevolmente ridotto. Se non sei d`accordo, rimani fuori.
I membri dell`amministrazione Bush credono che questa vicenda si possa risolvere senza troppi problemi e dispendio di truppe e aerei, magari qualche squadra speciale, un po` di guerriglia, i SEALS (unita` d`elite della marina USA) o qualche altra unita` che compie azione con le unita` israeliane, gli stessi israeliani che si occupano di obiettivi per i quali non abbiamo sufficienti informazioni. E` una descrizione un po` approssimativa, ma penso che sia questo il ragionamento della dirigenza USA.
Ci puo` dire in quali altri stati il Pentagono sta svolgendo operazioni segrete?
So che stanno compiendo delle operazioni in Algeria, inviando dei gruppi sotto la falsa identita` di terroristi. Anche in questo caso per la CIA esistono regole ben precise, come il divieto di avere i propri finanziamenti, di reclutare altre persone, di fingersi giornalisti o religiosi. Queste regole non valgono per il Pentagono, quindi i militari possono agire sotto qualunque copertura. Il Nord Africa (Egitto, Algeria, Marocco, Tunisia) e` una regione molto importante per gli USA; l`amministrazione Bush crede che in questa regione si nascondano molti membri di Al-Qaeda o di analoghe organizzazioni terroristiche. Altri stati interessanti sono le Filippine e l`Indonesia, ma ci sono anche altre nazioni che rivestono grande importanza per gli USA.
Il governo ha risposto con una nota al suo articolo, definendolo "cosi` pieno di errori riguardo a fatti fondamentali da essere sostanzialmente non credibile". Cosa puo` rispondere?
La risposta e` piu` o meno la stessa che ho gia` dato ai maggiori quotidiani. Anche se sono stato attaccato dal punto di vista personale, in nessun caso si e` risposto a quanto avevo chiesto.
Gli USA stanno operando in Iran? I compiti e le responsabilita` del Pentagono sono cambiati?
Di conseguenza non sono turbato dalle dichiarazioni dei portavoce del Pentagono. Quando ho suggerito cosa stava accadendo ad Abu Ghraib ho detto che cio` era riconducibile a fatti analoghi, alla base cubana di Guantanamo, in Afghanistan e anche in altre parti dell`Iraq. Tutti questi fatti indicavano la dirigenza politica USA e delle precise direttive.
Anche in queste circostanze sono stato accusato di gettare accuse a caso, quindi non mi preoccupo delle dichiarazioni degli addetti stampa.
Parliamo della condanna di Charles Graner, dieci anni per le torture di Abu Ghraib.
Giusto un paio di osservazioni. La settimana scorsa, un uomo e` stato condannato ad un anno di carcere per aver ucciso un uomo a sangue freddo. Chi si confessa colpevole si prende otto anni per un omicidio, chi spara ad un prigioniero ne prende tre o poco piu`. La disparita` di trattamento e` evidente. La difesa di Graner e` stata poco efficace, tuttavia il suo avvocato ha tentato di chiamare degli ufficiali a testimoniare. Tutti si sono appellati all`equivalente militare del quinto emendamento (la legge costituzionale che consente di negare in giudizio una testimonianza contro se`stessi) e si sono salvati. Il racconto del processo fatto dal Washington Post e` molto ben fatto, poiche` si insiste sulle responsabilita` nella catena di comando. Graner ha sempre detto che molte altre persone sono state coinvolte negli abusi. Finche` non si indaghera` su di loro e non si giungera` a qualche condanna, avremo preso solamente un capro espiatorio. E` difficile provare simpatia per Graner, ma indagando sul massacro di My Lai in Vietnam (episodio di cui Seymour Hersh forni` una precisa ricostruzione) ho pensato inizialmente che quei ragazzi della compagnia del luogotenente Calley fossero delle persone orribili. Alla fine, ho capito come essi fossero vittime quasi allo stesso modo di quelli che avevano ucciso, persone trovatesi li` in una guerra sbagliata, al momento sbagliato, con l`addestramento sbagliato. E nel loro caso le responsabilita` erano ben piu` pesanti di quelle di Graner.
Dopo aver scritto il libro Catene di Comando, da che livello pensa partissero gli ordini?
Non penso si possa dire che nessuno alla Casa Bianca o al Pentagono sapesse. La dirigenza civile del Pentagono sapeva cosa stava succedendo ad Abu Ghraib ma ognuno, dal Presidente in giu`, pensava fosse ora di usare il pugno di ferro. Nello stesso tempo Rumsfeld continuava a dire che i militari stavano interrogando duramente i prgigionieri. Le notizie erano sicuramente diffuse all`interno dell`amministrazione Bush, a partire dall`incontro con Condoleezza Rice (all`epoca consigliere per la sicurezza nazionale e oggi segretario di stato) con cui apro il mio libro.
Il presidente Bush e` difficile da raggiungere per noi, non si sa mai dove sia, ne` quando. Ma sono sempre piu` convinto (sto raccogliendo documentazione in proposito) che ,quando si tratta degli interrogatori dei prigionieri e delle informazioni che da essi si possono ricavare, il presidente sia piu` attivamente coinvolto di quanto immaginiamo. Noi vediamo sempre Bush come se non fosse mai parte degli avvenimenti, ma sono convinto che in casi come questi, egli lo sia. Devo solo dimostrarlo.
Amy Goodman, Democracy now! (Democrazia ora!). Pubblicato sul sito : http://www.altrnet,org/story/21021/
Traduzione di Enrico Marsili
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