Articolo di Manlio Dinucci, dal Manifesto.
Italia-Israele, in senato il «memorandum» per la guerra All'improvviso al voto il disegno di legge n. 3181 per l'interscambio di armi, la ricerca bellica e l'addestramento delle forze armate
MANLIO DINUCCI Va in aula oggi al senato il disegno di legge n. 3181 per la ratifica del memorandum d'intesa stipulato, il 16 giugno 2003, dai governi italiano e israeliano in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa. E' un accordo generale quadro che regola la cooperazione tra le parti nel settore della difesa, comprendente l'interscambio di materiale di armamento, l'organizzazione delle forze armate, la formazione e l'addestramento del personale militare, la ricerca e sviluppo in campo militare. Sono previsti, a tale scopo, scambi di esperienze tra gli esperti delle due parti, partecipazione di osservatori ad esercitazioni militari, programmi congiunti di ricerca e sviluppo in campo militare. Per mettere a punto l'accordo quadro, il ministro della difesa israeliano Mofaz ha incontrato, il 18 novembre 2004 a Roma, Berlusconi e Martino. Secondo fonti militari israeliane, citate da Voice of America (22-11-04), egli ha concordato tra l'altro col governo italiano lo sviluppo congiunto di un nuovo sistema di guerra elettronica altamente segreto, cui è stato destinato un primo finanziamento comune di 181 milioni di dollari. E' questo un campo in cui Israele ha finora cooperato solo con gli Stati uniti. Ciò significa che l'accordo italo-israeliano è stato preventivamente approvato dalla Casa bianca, che punta su Berlusconi, oltre che su Blair, per spingere l'Europa a partecipare, con gli Usa e Israele, alla «guerra globale al terrorismo». Il fatto che il disegno di legge sia stato presentato di concerto col ministro dell'università e della ricerca, Moratti, indica che il governo intende coinvolgere nella realizzazione di questo e altri sistemi d'arma anche centri di ricerca universitari.
Se (come appare certo) il memorandum d'intesa sarà ratificato dal parlamento italiano, l'industria militare e le forze armate del nostro paese saranno coinvolte in attività di cui nessuno, neppure in parlamento, sarà messo a conoscenza. Tali attività saranno infatti soggette all'accordo sulla sicurezza, che prevede la massima segretezza. Poiché Israele possiede armi nucleari, alte tecnologie italiane potranno essere segretamente utilizzate per potenziare le capacità di attacco dei vettori nucleari israeliani puntati contro gli altri paesi della regione. Potranno essere utilizzate allo stesso tempo per rendere ancora più letali le armi usate dalla forze armate israeliane nei territori palestinesi. Da parte loro, le forze armate italiane hanno molto da imparare da quelle israeliane in materia di armamento, organizzazione e addestramento, sia per le attuali che per le future missioni di «peacekeeping» in Iraq, Afghanistan e altri paesi sulla scia delle conquiste statunitensi.
Quello che il senato è chiamato a ratificare è dunque un accordo a tutto campo, che travalica l'ambito tecnico. Come sottolinearono al momento della presentazione i ministri Frattini e Martino, si tratta di «un preciso impegno politico assunto dal governo italiano in materia di cooperazione con lo stato d'Israele nel campo della difesa». Un impegno politico, corrsipondente a «interessi strategici nazionali», che il governo Berlusconi assume nel quadro della strategia statunitense, scavalcando ancora una volta l'Unione europea. Un impegno politico che vincola non solo l'attuale ma anche i futuri governi: una volta ratificato il memorandum d'intesa, nel cui ambito saranno stipulati «accordi tecnici specifici», si metterà in moto una macchina da guerra che, anche se vi fosse la volontà politica di fermarla, sarebbe estremamente difficile, se non impossibile, arrestare.
Di fronte a un progetto di tale portata e gravità, come si comporterà al senato il centro-sinistra? Prima di essere portato in aula, il disegno di legge per la ratifica del memorandum d'intesa è stato discusso il 19 e 27 gennaio alla commissione esteri. Discusso per così dire. Sui dieci membri del centro-sinistra che fanno parte della commissione, solo uno - il verde Francesco Martone - si è dichiarato contrario alla ratifica dell'accordo. Tutti gli altri (compreso Cesare Salvi) non si sono fatti sentire. La commissione ha quindi espresso parere positivo. Lo stesso hanno fatto le commissioni affari costituzionali, giustizia, bilancio, istruzione pubblica, igiene e sanità. Così, con il silenzio-assenso di gran parte del centro-sinistra, il senato sta per firmare un'altra cambiale in bianco per la guerra
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