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Il fuoco amico degli americani
by Le Monde, Sunday, Mar. 06, 2005 at 1:01 PM mail:

Il fuoco amico degli americani Patrice Claude Le Monde, 5 febbraio 2005

( ...) Come è d’uso in questi incidenti, il Pentagono ha annunciate l’apertura di una inchiesta. Spesso molto giovani, senza esperienza, e nel caso attuale, appena arrivati – o ritornati – sul terreno iracheno, i soldati americani hanno la reputazione, qui come in Afghanistan, dove le vittime civili accidentali delle loro operazioni si contano a centinaia, di avere il grilletto facile.

A loro discarico, va detto che tra le procedure ufficiali scritte di apertura del fuoco e gli ordini ricevuti dai comandanti sul campo, c'e spesso un margine. D’altra parte, l’Iraq conosce tuttora, due anni dopo l’invasione, una vera situazione di guerra, e la strada dell’aeroporto, che non ha mai potuto essere resa sicura, è il teatro quasi quotidiano di attacchi della guerriglia. Civili o militari, i visitatori americani, britannici, o di altre nazionalità appartenenti alla coalizione, hanno la proibizione di percorrere i 16 chilometri che separano Baghdad città dall’aeroporto se non con un elicottero militare.

In un paese dove i morti, essenzialmente iracheni si contano a decine ogni giorno in attentati terroristici, in regolamenti di conti o in operazioni militari, le “sbavature” di questo tipo, che gli anglosassoni chiamano “fuoco amico”, sono così frequenti che sono ormai raramente riportate nei media stranieri.

“Noi abbiamo almeno una mezza dozzina di vittime ogni settimana nel paese”, confida il redattore capo di una giornale di Baghdad. “Tranne quando è una famiglia intera che è uccisa perché il conducente non ha capito il segnale di stop che i soldati gli fanno, o che non ha, molto più semplicemente, visto perché, di notte soprattutto, gli Americani sono molto nervosi e non fanno tutto quello che devono fare per essere visti, noi non le riportiamo se non in forma di notizie brevi”.

Diverse unità dell’esercito Americano hanno quindi stabilito nelle loro basi degli “uffici di risarcimento” più o meno ufficiali, nei quali le famiglie degli iracheni possono venire a reclamare per la morte o la mutilazione accidentale di questo o quel parente a causa di pallottole americane, e ricevere un “ risarcimento finanziario”.

Nella primavera del 2004, il New York Times aveva stabilito che la “bustarella” concessa alle famiglie in cambio dell’impegno a non perseguire attraverso la giustizia i militari incriminati ammontava ad un massimo di 1000 dollari ( 750 euro) per una ferita, e a 2500 dollari ( 1900 euro) per una morte.



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