I giacimenti di Nassirya ci servono per i prossimi vent'anni.
Il nostro governo è perfettamente consapevole che ci stiamo avvicinando a grandi passi al picco della produzione di petrolio (se non ci siamo già). Mai inquadrato da nessun telegiornale, mai citato neppure dalla stampa più di sinistra, a poche centinaia di metri dalla caserma dove i nostri soldati sono asserragliati si trova il grande giacimento petrolifero di Nassirya. Che a tutt'oggi, e fin dai tempi di Saddam, è alacremente sfruttato dall'ENI. E' una "nostra" concessione, gentilmente fornita da Saddam, in grado di sostenere il fabbisogno petrolifero italiano per i prossimi VENT'ANNI.
Onde mantenere la concessione per lo sfruttamento di questa indispensabile fonte di energia anche nell'Iraq americano, il governo ha appoggiato la guerra e inviato soldati, che oltre a servire da propaganda a Bush stanno lì a controllare che nelle infrastrutture ENI tutto fili liscio. Senza bombe, intendo.
Di questa situazione sono perfettamente consapevoli, oltre al governo, anche i parlamentari di sinistra, che per questo non chiedono se non flebilmente il ritiro delle nostre truppe. Le truppe non si possono ritirare perché SERVONO A NOI, non a Bush. E' una questione di INTERESSE NAZIONALE diretto.
Non aspettiamoci che ritirino i soldati: non accadrà mai, perché non stanno lì né per fare la guerra né per fare contento Bush, se non di striscio. Le truppe stanno lì perché dobbiamo fregarci il petrolio altrui onde mantenere lo status quo. I nostri "leaders" non si sognano, in alternativa, di andare in TV e annunciare a reti unificate "da domani occorre conservare, il petrolio va a 100 dollari al barile e staremo al buio, al freddo e andremo a piedi". Nessun politico va a raccontare una cosa del genere ai propri elettori (come se fossimo deficienti e non potessimo capire una situazione di emergenza).
Se vogliamo veramente portar via il nostro culo dall'Iraq, il messaggio che dobbiamo mandare è anzitutto quello della nostra consapevolezza sui veri motivi. E secondariamente, del nostro rifiuto a depredare gli altri perché i nostri politici non sanno prendere decisioni serie seppur impopolari.
Arduo compito, compagni.
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