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Rassegna stampa occupazione palazzo nuovo torino
by un@ Wednesday, Mar. 09, 2005 at 9:09 AM mail:

Rassegna stampa occupazione palazzo nuovo torino

LA STAMPA - 3 marzo 2005

Dopo il corteo occupato Palazzo Nuovo

I docenti e i ricercatori universitari sono scesi in piazza ieri sfilando in corteo con gli studenti, i precari, i lettori e le Rsu del Politecnico e dell’ateneo di via Po per chiedere il ritiro del Ddl Moratti. Erano 1500 secondo la questura, 5 mila per gli organizzatori. La manifestazione è stata organizzata nella giornata di sicopero nazionale cui ha aderito la gran parte dei cattedratici: le aule ieri erano quasi deserte. Dopo un’assemblea, gli «Universitari in lotta» hanno deciso con alcuni collettivi di occupare Palazzo Nuovo dove sono spuntati tavoli, piatti di plastica, una cucina e i sacchi a pelo. I ragazzi hanno intenzione di occupare la sede delle facoltà umanistiche fino a martedì. G. Favro A PAGINA 42


LA STAMPA - 3 marzo 2005


GIORNATA DI SCIOPERO, OCCUPATE AULE E UFFICI DEL RETTORATO. SECONDO LA CGIL IN 5 MILA HANNO SFILATO
L’Università in piazza contro Moratti
In corteo cattedratici, precari, ricercatori e studenti



Striscioni retti da volti noti dell’accademia, ricercatori con il carrello della spesa e il codice a barre sulla maglietta «perché l’università è in vendita», precari con le parrucche colorate «perché ne abbiamo fin sopra i capelli», lettori con cartelli in tutte le lingue per spiegare la loro rabbia, studenti con i fumogeni e le bandiere del «Che» a danzare al ritmo degli altoparlanti. Dopo le lezioni per strada e i docenti-lavavetri a novembre, ha assunto la massima forma possibile la protesta degli universitari contro il Ddl Moratti in discussione alla Camera: ieri il grido degli atenei è diventato sciopero, cortei, occupazioni. I ricercatori e i cattedratici dell’Università e del Politecnico (ma erano presenti anche alcuni dell’ateneo Avogadro) sono scesi in piazza con i precari, i lettori, gli studenti, le Rsu. Altissima l’adesione allo sciopero (proclamato a livello nazionale), con quasi tutte le aule deserte. Circa 500 giovani si sono poi riuniti in assemblea a Palazzo Nuovo, che da ieri sera è occupato. Erano in 1500 secondo la questura, 5 mila secondo Flc-Cgil e l’«assemblea no-Moratti»: volti noti come Alberto Conte, Carlo Olmo, l’ordinario di fisica teorica Stefano Sciuto, il presidente della laurea in farmacia Luigi Cattel, il più volte senatore del Politecnico Donato Firrao, il geografo Franco Adamo e decine di loro colleghi si sono dati appuntamento in piazza Arbarello con il Coordinamento dei ricercatori - c’erano ad esempio Martina Tarantola, Alessandra Algostino, Annamaria Deagostino -, i precari della ricerca, i lettori (che insegnano le lingue straniere, ma non hanno contratti da docenti) e gli studenti: c’erano tutte le sigle degli universitari, da quelle dei professori ai molti collettivi studenteschi, tra cui autonomi, Universitari in lotta, Mafalda e Rebeldìa, la Sinistra Unito e Polito, Sinistrattiva, i collettivi di Scienze. Circa 400 gli studenti delle superiori, con rappresentanze ad esempio del D’Azeglio, Gioberti, Giolitti, Colombatto, Avogadro, Boselli, Giulio, Volta. Il corteo s’è snodato lungo via Cernaia e via Pietro Micca, con un lancio di uova colorate davanti alla sede del Miur. Di qui ha raggiunto piazza Castello, dove una delegazione è stata ricevuta dal prefetto, cui ha ribadito la richiesta di ritiro del Ddl. I motivi? «Il ministro aveva promesso modifiche che non sono arrivate». Contestavano la soppressione del ruolo dei ricercatori, o della distinzione tra docenti a tempo pieno e a tempo parziale: «Hanno deciso di far diventare i ricercatori docenti, allungando i tempi di precariato e senza dar soldi per assumerli - spiegano i professori -. In più, è tornato il tempo pieno, ma con un obbligo di lavorare solo 350 ore l’anno. Una presa in giro. Un modo per spingerci a intendere gli atenei come una sine cura. Si premia non chi fa ricerca, ma chi si fa gli affari propri». «Il precariato diventa infinito: chi vorrebbe dedicarsi alla scienza dovrà migrare all’estero» dice la studentessa Valentina Barrera. «Ai giovani non possiamo consigliare altro», conferma la docente Laura Sacerdote. I ricercatori precari spiegano che già oggi, a 10 o 15 anni dalla laurea, non c’è un contratto definitivo: tra Corrado Bertani, Viviana Patti, Giorgio Monestarolo, Mario Bertelli, è un ripetere che «Dobbiamo elemosinare assegni di ricerca, cambiando continuamente ateneo». Al corteo la Fgci aveva invitato anche il papà di Giuliana Sgrena, che ha inviato un testo (letto durante la manifestazione) per ribadire la richiesta di liberazione. La sfilata continua pacifica lungo via Po, dove si lascia dietro più d’una scritta con gli spray. Qualche minuto di tensione tra la polizia e chi voleva attaccare volantini sulle vetrine dell’Info-point, mentre una delegazione di precari sale dal rettore Ezio Pelizzetti. A questo punto parte del corteo si scioglie, parte arriva a Palazzo Nuovo. I collettivi guidano un’assemblea. Interviene anche il segretario piemontese Flc-Cgil, Alberto Artioli. «Protestiamo in prima persona, se qualcosa non ci piace, senza delegare ad altri di rappresentarci» esortano al microfono gli «Universitari in lotta» e la ricercatrice Alessandra Algostino. La decisione è presa: «Stanotte si dorme qui!» Nel pomeriggio gli studenti seguono il seminario di Angelo D’Orsi organizzato dal Cua, mentre arrivano i sacchi a pelo, e una cucina per preparare la cena. Pasta, patate, frittata e musica. «Resteremo qui fino a martedì, quando il Ddl arriverà al voto».


LA STAMPA - 5 marzo 2005


«ALMENO FINO A MARTEDÌ»
Università ancora occupata


A Palazzo Nuovo oggi si entra nel quarto giorno d'occupazione che andrà avanti almeno fino a martedì. All’inizio della prossima settimana,il decreto Moratti arriva alla Camera. Lunedì è anche previsto un incontro con il pro rettore e i presidi di facoltà: «Vorremmo che rettore, pro rettore e presidi - spiegano gli occupanti - prendessero provvedimenti come quelli che avevano annunciato mesi fa, cioè arrivare all'esercizio provvisorio, dimettersi e sospendere la didattica: un totale blocco delle lezioni per far arrivare in Parlamento la voce dell'intera Università, non solo quella degli studenti». «La partecipazione all’occupazione è sempre maggiore - dicono gli universitari dell'Assemblea No Moratti - sia tra gli studenti che tra i ricercatori e i lettori». L'atmosfera, dunque, si riscalda: «Il clima che si respira - aggiungono gli studenti - è di totale adesione alla lotta». Intanto prosegue il presidio nell'atrio e nel cortile e l'attività didattica continua indisturbata, mentre gli occupanti organizzano seminari, riunioni e cineforum e si ritrovano per la cena sociale. Giovedì sera una folla di studenti ha seguito il concerto sul palco allestito di fronte alla sala lauree di Giurisprudenza e quasi cinquecento studenti hanno partecipato alla cena sociale e all'incontro con i volontari palestinesi di un centro medico di Nablus; ieri sera stessa affluenza al concerto e agli incontri. Oggi cineforum (dalle 17 in aula 1 e 35) e workshop con i ragazzi di Li.sa - Liberi saperi, la radio che trasmette in diretta internet musica e aggiornamenti sull'occupazione (http://stream.indivia.net:8000/lisa), la serata si concluderà con una dance hall reggae. Domani pomeriggio tocca al torneo di calcetto «Diamo un calcio alla Moratti», aperto a studenti, ricercatori e docenti, nello spiazzo di fronte alla facoltà.

m.per.


LA STAMPA - 8 marzo 2005


UNIVERSITA’ CONTRO IL DDL MORATTI
La protesta si allarga



Si allargano da Palazzo Nuovo all’Istituto di Fisica, a Palazzo Campana al palazzetto Aldo Moro gli spazi occupati per protesta contro il Ddl Moratti, di cui si chiede il ritiro. Ieri una delegazione di occupanti (riuniti nella sigla «Assemblea No-Moratti») ha chiesto al rettore Ezio Pelizzetti «un gesto forte che esprima il dissenso dell’ateneo: dimissioni (anche provvisorie e simboliche) delle autorità accademiche e sospensione dell’attività didattica». Pelizzetti ha fatto presente d’aver già espresso «contrarietà al Ddl in tutte le sedi» e d’esser pronto a ribadirla «ponendo la questione all’ordine del giorno del prossimo Senato accademico». Il rettore s’è impegnato a riunire, domani, tutti i presidi, per valutare la sospensione delle lezioni.


LA STAMPA - 8 marzo 2005


UNIVERSITA’ CONTRO IL DDL MORATTI
La protesta si allarga



Si allargano da Palazzo Nuovo all’Istituto di Fisica, a Palazzo Campana al palazzetto Aldo Moro gli spazi occupati per protesta contro il Ddl Moratti, di cui si chiede il ritiro. Ieri una delegazione di occupanti (riuniti nella sigla «Assemblea No-Moratti») ha chiesto al rettore Ezio Pelizzetti «un gesto forte che esprima il dissenso dell’ateneo: dimissioni (anche provvisorie e simboliche) delle autorità accademiche e sospensione dell’attività didattica». Pelizzetti ha fatto presente d’aver già espresso «contrarietà al Ddl in tutte le sedi» e d’esser pronto a ribadirla «ponendo la questione all’ordine del giorno del prossimo Senato accademico». Il rettore s’è impegnato a riunire, domani, tutti i presidi, per valutare la sospensione delle lezioni.

REPUBBLICA - 7 marzo 2005

Torino, altre facoltà occupate
ma il rettore non si dimette

TORINO - Dalle facoltà umanistiche a quelle scientifiche: gli studenti dell'Università di Torino continuano a protestare contro il ddl Moratti sul riordino giuridico della docenza e allargano le occupazioni. Una delegazione di manifestanti ha chiesto le "provocatorie" dimissioni del rettore Ezio Pelizzetti. Che non ha accolto l'invito, pur ritenendosi d'accordo con le motivazioni della protesta.

Gli studenti hanno in programma di proseguire il presidio giorno e notte di Palazzo Nuovo, che raccoglie le facoltà umanistiche, di Scienze e di Matematica, a Palazzo Campana, una delle sedi "storiche" della contestazione. L' obiettivo - dicono - è di continuare ad oltranza fino alla discussione alla Camera del ddl.


IL MANIFESTO - 3 marzo 2005

TORINO
Cinquemila tra docenti, ricercatori, precari e studenti, sono scesi in piazza oggi a Torino per protestare contro il ddl Moratti sulla riforma dello stato giuridico della docenza universitaria. Una delegazione di manifestanti, che in corteo hanno raggiunto piazza Castello, è stata ricevuta dal prefetto di Torino, Goffredo Sottile.

IL MANIFESTO - 3 marzo 2005

Ricercati
«Nuoce gravemente alla salute della ricerca pubblica». In tutta Italia l'Università scende in piazza contro la riforma Moratti. «Il governo ritiri il provvedimento, serve solo ad aumentare i precari». Da Roma a Milano, da Bologna a Torino migliaia in corteo e nelle occupazioni. Anche i rettori solidarizzano: oggi incontrano la ministra e chiederanno di ascoltare la protesta delle facoltà. Ma la legge va avanti in parlamento A PAGINA 8

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