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Rimini 19 marzo: contro tutti gli eserciti - foto 2
by FAI - Torino Monday, Mar. 21, 2005 at 9:52 PM mail: fat@inrete.it

Il 19 marzo, giornata antimilitarista internazionale e secondo anniversario della guerra in Iraq, la Federazione Anarchica Italiana si è data appuntamento a Rimini per dire no a tutte le guerre, no a tutti gli eserciti. -------- Per dire no agli assassini in divisa che dal nostro territorio partono per le loro “missioni” di morte. La lotta antimilitarista, l’opposizione alla guerra, potrà essere vincente solo se saprà estirpare le radici del militarismo là dove sono saldamente piantate: tra le nostre case, nelle nostre città, coste, montagne. -------------------Altre immagini della manifestazione: http://italy.indymedia.org/news/2005/03/756514.php

Rimini 19 marzo:  co...
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Di seguiti il testo del volantino distribuito a Rimini

CONTRO TUTTE LE GUERRE
CONTRO TUTTI GLI ESERCITI

Non è finita e sembra destinata a durare ancora a lungo.
La distruzione, la devastazione e il terrore sono l’unico vero risultato della guerra in Iraq.
Lo sapevamo bene, ancor prima che venisse sferrato il primo attacco, e sin da allora avevamo gridato la nostra ferma opposizione a questo massacro collettivo, perché da una guerra – da qualsiasi guerra – non può mai nascere nulla di buono.
In Iraq, da quando è scoppiata la guerra, ci sono state circa 100.000 vittime tra i civili e – come sempre accade – a subire più di tutti sono stati donne e bambini.
Le truppe americane hanno usato (e continuano a usare) quelle che in gergo si chiamano armi “non convenzionali”, come le bombe al fosforo che scoppiano nell’aria e ti bruciano la pelle o il vecchio e collaudato napalm, già utilizzato in Vietnam.
Le truppe americane sparano su tutto e tutti, con una gestione del territorio degna del peggior sceriffo.
Quella che Bush battezzò come la «guerra al terrorismo» è invece un vero terrorismo di guerra.
Bombardamenti aerei sulle città, ospedali attaccati e distrutti, retate e rastrellamenti, esecuzioni sommarie, torture ai prigionieri: in una parola, terrorismo.
In un clima avvelenato dal patriottismo, dalla retorica, dal militarismo, dall’ipocrisia è necessario chiamare le cose col loro nome: lo Stato è il soggetto che meglio di chiunque altro ricorre all’uso sistematico della violenza e del terrore per raggiungere i propri obiettivi. Lo Stato è terrorista.
Tutte le guerre, non solo quella all’Iraq, sono espressione del terrorismo del Potere. E le guerre di oggi hanno due fronti: uno esterno (quello in cui si combatte e ci si ammazza), e quello interno (quello che viviamo quotidianamente nell’apparente tranquillità della nostra vita).
Che siamo in guerra ce ne accorgiamo perché il salario non basta più, perché il sistema sanitario è a pezzi, perché la scuola pubblica viene demolita a poco a poco, perché le pensioni e tutti i servizi sociali sono ridotti ai minimi termini. Tanto per fare un esempio, i soldi del contribuente sono serviti alla costruzione dell’ultima portaerei italiana che è costata tre miliardi di euro. Nel frattempo, il fatturato delle esportazioni dell’industria bellica che vende armi in giro per il mondo si attesta sui seicento milioni di euro.
La militarizzazione del territorio italiano è ormai capillare: basi americane, italiane, poligoni, zone off-limits, aeroporti civili convertiti a uso militare come – ad esempio – in Sardegna, Sicilia, Lombardia, Friuli Venezia Giulia: a Ghedi di Torre (BS) e Aviano (PN) le locali basi militari hanno 90 bombe atomiche a loro disposizione.

Le anarchiche e gli anarchici scendono in piazza oggi 19 marzo, a due anni dall’attacco occidentale all’Iraq, per manifestare la loro opposizione alla guerra, alla logica assassina che la ispira e alla nauseante retorica nazionalista che ci vorrebbe tutti arruolati, tutti complici.
Manifestiamo a Rimini perché anche in questa città è presente l’ingombrante presenza della morte e della guerra: l’aeroporto civile “Fellini” rischia di diventare il prossimo scalo per i soldati USA diretti in Iraq.
E proprio a Rimini c’è una base dalla quale partono gli elicotteri militari italiani che esportano in Iraq “pace & democrazia” a suon di mitragliate.
Gli Stati e il capitalismo hanno dichiarato guerra a ciascuno di noi.
Noi ci rifiutiamo di collaborare ai massacri perpetrati dai governi, dalle classi dominanti, dalle elite economiche, dalle caste religiose.
Siamo contro tutti gli eserciti perché disprezziamo la gerarchia, la subordinazione che annienta la libertà dell’individuo e il cinismo di cui è impregnato ogni potere.
Siamo contro tutte le guerre perché a pagare sono sempre i più deboli, gli sfruttati, gli indifesi: chi comanda dall’alto della sua poltrona non saprà mai cosa vuol dire veramente subire una guerra sulla propria pelle.
L’unica via di uscita resta quella di sempre: la diserzione generalizzata.
E’ necessario delegittimare la guerra e i suoi meccanismi, sabotare ogni ingranaggio della macchina, mettere sabbia nel motore del militarismo.
Nel mondo che vogliamo non c’è posto per questo orrore quotidiano.
La guerra è nemica della libertà. Noi siamo nemici della guerra.
Commissione di Corrispondenza
Federazione Anarchica Italiana – FAI
Info:
Commissione di Corrispondenza della FAI: cdc@federazioneanarchica.org
Redazione di Umanità Nova, settimanale anarchico: fat@inrete.it
Gruppo Libertad – FAI di Rimini: libertad_fai_rimini@yahoo.it

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