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Il New York Times, un massacro ed il consigliere di Bush
by davidcorn Friday, Mar. 25, 2005 at 7:13 PM mail:

Sono stato, in un certo senso, felice di leggere nel New York Times di ieri che l'Organizzazione degli stati americani sta riaprendo l'inchiesta sul massacro commesso nel 1981 ad El Mozote, Salvador. Nel dicembre di 24 anni fa, più di 800 contadini disarmati - inclusi donne e bambini - furono massacrati dall'esercito salvadoregno. I soldati che commisero questa carneficina erano di un battaglione addestrato ed equipaggiato dagli Stati Uniti, come parte della politica dell'amministrazione Reagan di contenimento dell'opposizione di sinistra in Centro America. Il governo del Salvador non ha mai condotto un'investigazione indipendente sul massacro, pur non avendo mai negato che fosse avvenuto. Antropologi legali hanno raccolto prove inconfutabili, riesumando i cadaveri di 271 vittime, 195 delle quali avevano meno di 12 anni. Gran parte di queste erano state colpite da spari multipli da distanza ravvicinata. Ricordate che i soldi delle vostre tasse furono utilizzati dall'amministrazione Reagan per armare e addestrare gli assassini che fecero tutto ciò.

Nonostante che le linee basilari del massacro di El Mozote fossero indubitabili, l'amministrazione Reagan all'epoca rifiutò di riconoscere che tale orribile evento fosse persino accaduto. E la storia del Times di ieri copre proprio quest'aspetto della vicenda in un breve paragrafo in penultima pagina:
"A quel tempo, i dirigenti salvadoregni smentirono le notizie sul massacro, che il New York Times ed il Washington Post pubblicarono per primi. Nella speranza di evitare uno stop del Congresso agli aiuti all'esercito salvadoregno, i dirigenti dell'amministrazione Reagan negarono anch'essi le notizie. Le famiglie alla ricerca di giustizia presso i tribunali americani per le atrocità commesse durante la guerra hanno ottenuto ben poco nel corso degli anni".

Cos'e' che manca qui? Due elementi chiave. Uno: il leader di coloro che negarono il massacro fu Elliott Abrams. L'8 febbraio 1982 testimoniò di fronte al Congresso e dichiarò che le notizie su un massacro ad El Mozote "non erano credibili". "Sembra piuttosto", dichiarò, "che si sia trattato di un incidente e che la guerriglia lo stia utilizzando significativamente". In breve, Abrams mentì dinanzi al Congresso. (In seguito avrebbe riconosciuto di non aver informato il Congresso sull'affare Iran-contras, ma il primo presidente Bush lo perdonò).

Il Times ha lasciato opportunamente fuori questa informazione, evitando di identificare in Abrams colui che per primo, e più di ogni altro, negò il massacro. Perché opportunamente? Oggi, Abrams lavora per George Bush come vice consigliere per la sicurezza nazionale. Il suo compito: promuovere la "democrazia" all'estero. L'individuo che mentì al Congresso per occultare un eccidio di massa nel Salvador ha il compito di favorire la democrazia all'estero. Cosa può esserci di più perverso?

Elemento chiave numero due. Dopo che emersero le prove del massacro di El Mozote, l'amministrazione Reagan non solo mise in moto una macchina di propaganda falsa, ma accusò il Times per il fatto che era stato un suo reporter, Raymond Bonner, a scoprire ed a far conoscere ai media americani la storia di El Mozote. In cambio di questo eroico pezzo di giornalismo, Bonner fu accusato dai reaganiti di essere uno strumento dei ribelli di sinistra, e ridotto al silenzio. I reaganiti invitarono Abe Rosenthal, all'epoca editore del quotidiano, a richiamare Bonner dal Centro America, cosa che Rosenthal fece. Quindi il Times, che, a suo onore, per primo rivelò il massacro, fu costretto a soccombere alle pressioni di Abrams e del resto ed a sostenere i reaganiti nei loro sforzi di occultare il terribile episodio.

Decenni dopo, la verità e' chiara. Rosenthal e' andato via da tempo e Bonner resta uno dei più validi reporters del quotidiano. Al contrario, Abrams e gli altri dirigenti dell'amministrazione Reagan che assisterono e coprirono gli eccidi in Centro America, non hanno dovuto pagare alcun prezzo politico per le loro offese. Peggio ancora: oggi un trionfante Abrams siede al fianco del presidente, e guida l'ultima crociata.

Probabilmente c'e' bisogno di un'investigazione indipendente su come il governo degli Stati Uniti abbia tentato di occultare un massacro. E, giacché siamo in tema, speriamo che sia proprio il Times a condurre la sua personale inchiesta sul perché si piegò alle pressioni esercitate da corrotti dirigenti americani.

http://www.davidcorn.com/2005/03/the_new_york_ti.php

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